Massarda o Tabacca, l’uva che ha sconfitto la fillossera
Documenti storici attestano che la Massarda era uno dei vitigni più diffusi nel comprensorio di Ventimiglia nel corso del XIX secolo. Un vitigno autoctono ligure da conoscere, ancora a piede franco perché resistente alla fillossera.
Cultivar dalla discreta resa produttiva, è una varietà che ama posizioni elevate e soleggiate, mentre a bassa quota non riesce a maturare perfettamente. Offre un bianco piuttosto robusto, di buona serbevolezza e longevità, dovuta ai polifenoli presenti sulla sua buccia spessa e coriacea. Non aromatica, la Massarda predilige come forma di allevamento il tradizionale alberello, oggi a tratti sostituito dal doppio cordone speronato. Il grappolo è grande, piramidale, non molto ricco di gemme. Gli acini sono oblunghi e tendono al giallo-dorato. La sua maturazione è tardiva, ottobrina.
Una storia che ha radici antiche
«Parlare della Massarda, o Tabacca, è sempre difficile», esordisce Maurizio Anfosso di Ka*Manciné di Soldano (Imperia). Che spiega: «Nel mio caso è stata una vera e propria sfida contro l’inesperienza nei confronti di questo vitigno. La storia moderna della Tabacca risale a fine Ottocento, ciò perché, quando la fillossera colpì le qui diffuse vigne di Rossese, risparmiò inaspettatamente quelle di Massarda, probabilmente immuni al parassita; tanto è vero che ancora oggi queste ultime sono a piede franco, frutto di ripetute selezioni massali».
Ancora oggi, non ha bisogno di portainnesti
Proprio questo aspetto ha entusiasmato Anfosso. Il Rossese, con l’arrivo dei portainnesti, ha ripreso il suo posto d’onore, ma la Massarda ha continuato a essere coltivata senza piede americano, quindi senza alcun “intermediario” tra suolo e pianta/frutto. «Oggi, dopo vari esperimenti di vinificazione, siamo riusciti a ottenere ciò che c’eravamo prefissati, un vino puro senza la necessità di usare troppa maestria di cantina, un immediato interprete dei nostri cru».
Tabaka, Massarda in purezza
Il Tabaka di Ka*Manciné, che non rientra in nessuna denominazione, proviene da vigne che si inerpicano sino a 400 m slm, dalla resa inferiore ai 60 quintali di uva/ettaro. Una breve macerazione a contatto con le bucce a inizio vinificazione, di circa 24 ore, infonde un indiscutibile carattere, che si esprime attraverso note floreali, terrose, muschiate, pietrose, con un sorso, caldo e morbido, e una chiusura fresca e sapida; sensazioni che negli anni vanno a farsi sempre più complesse a fascinose.
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Tag: Ka*Manciné, Liguria, Massarda, Maurizio Anfosso, vitigni autoctoni della LiguriaL’articolo prosegue su Civiltà del bere 5/2017. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com
© Riproduzione riservata - 28/10/2018