Le Cantine che hanno fatto l’Italia (2): Gancia

Le Cantine che hanno fatto l’Italia (2): Gancia

C’è stato anche un ministro dell’Interno francese alle dipendenze della storica Casa spumantistica Gancia. Un fatto più unico che raro che risale alla seconda metà degli anni Sessanta.

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Vittorio e Adele Vallarino Gancia

«All’epoca», racconta Lamberto Vallarino Gancia, rappresentante della quinta generazione dell’azienda e presidente di Federvini, «la Gancia aveva chiamato a dirigere a Marsiglia la società distributrice in Francia dell’americano, un certo Charles Pasqua, che aveva fatto esperienza alla Paul Ricard fino a diventarne il numero due. Uomo molto dinamico e competente, grazie a lui era stato sviluppato il brand, l’assetto commerciale e produttivo di quel prodotto. Quando poi fu deciso di trasferire il tutto a Canelli, il nostro manager pensò bene di intraprendere la carriera politica, fino ad arrivare a diventare due volte ministro dell’Interno negli anni Ottanta-Novanta».
Gancia, oltre ad essere uno dei marchi storici dell’enologia italiana, deve essere considerata uno degli ambasciatori del made in Italy, una propensione all’internazionalizzazione che è sempre stata nel Dna dei diversi membri della famiglia piemontese. «Già prima del 1850», ricorda Lamberto, «il mio trisnonno Carlo Gancia si era recato in Francia, nella Champagne, come cantiniere, rimanendo affascinato dal metodo di vinifi cazione usato in quella regione. Decide quindi di portarlo in Piemonte per fare anche da noi un vino con le bollicine ma occorsero vari anni di sperimentazioni prima di riuscire a produrre, nel 1865, il primo spumante italiano. Nella nostra cantina storica c’è un ambiente, chiamato la “polveriera”, dove per molto tempo erano frequenti le “esplosioni” delle bottiglie».

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Il rilancio in edizione limitata di due referenze storiche: Metodo Classico e l’Asti Millesimato

gancia 4Se Carlo era più orientato all’aspetto produttivo, tocca però a suo figlio Camillo occuparsi della commercializzazione, ed è lui, verso la fine dell’Ottocento, a iniziare le prime esportazioni di vermouth e spumanti in Europa e nelle due Americhe. Un’attività che viene ulteriormente sviluppata dalla generazione successiva, con Lamberto, nonno del nostro interlocutore, e da suo fratello Carlo, che però decise di trasferirsi in Argentina con i propri figli aprendo con successo a Buenos Aires una società per la distribuzione dei prodotti Gancia. Tuttora questo ramo della famiglia detiene la leadership degli aperitivi nel mercato argentino.
Il vero sviluppo dell’export avviene nel dopoguerra sotto la guida di Vittorio Vallarino Gancia, la cui scelta strategica è quella di concentrarsi soprattutto sugli spumanti. «Mio padre dette vita in particolare a due spumanti molto interessanti», dice il figlio Lamberto. «Il primo era il Gran Spumante, diventato poi Gran Dessert e quindi Gran Reale, a base Moscato con l’aggiunta di altre varietà, dal gusto dolce, morbido, accessibile a tutti i palati; il secondo, nato negli anni Ottanta, il Pinot di Pinot, selezione dei tre vitigni Pinot (bianco, grigio e nero), che ha insegnato agli italiani a bere lo spumante come aperitivo».

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Le cantine storiche

«Grande viaggiatore, mio padre ha sempre avuto ottimi rapporti con i distributori sparsi nel mondo. Tra questi ricordo la società belga Fourquoi, divenuta leader nella distribuzione del nostro Americano Gancia, oggi distribuito dal gruppo Remy Cointreau. Papà racconta sempre delle grandi battute di caccia organizzate a scopo promozionale per far conoscere i vari importatori e distributori. In questo modo abbiamo avuto l’opportunità di entrare in contatto con le grandi famiglie produttrici con le quali abbiamo poi instaurato profi cui rapporti di reciprocità nello scambio di prodotti».
È anche in questo periodo che le esportazioni raggiungono nuovi mercati, in particolare verso il continente asiatico, prima con la giapponese Suntory, oggi con il gruppo Ashai vengono fatti accordi per sviluppare la produzione del vermouth e la vendita degli spumanti Gancia in quella piazza. Oggi la Casa piemontese è presente in oltre 60 Paesi: è leader di settore in Portogallo, Finlandia, Giappone e Svizzera e lo è in Francia e Belgio per l’Americano. «Abbiamo progetti di sviluppo», ci dice Lamberto Vallarino Gancia, «negli Stati Uniti, in Russia e in Cina. Il nostro approccio è focalizzato all’estero per esportare una gamma di prodotti commerciali che hanno sposato il nostro progetto e che ci garantiscono i migliori focus sui vari mercati». Riguardo all’andamento delle vendite in tempi di crisi, ci assicura che nell’ultimo anno c’è stata una netta ripresa dell’export, con l’esaurimento delle scorte, mentre sul versante interno la forte concorrenza e la lotta dei prezzi sta rendendo tutto più complicato, anche se, a suo parere, sta crescendo la fascia sopra i 6 euro a bottiglia.

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Il fondatore Carlo Gancia

Al nostro interlocutore chiediamo quali sono state le sue prime esperienze lavorative all’estero. «Credo di essere stato tra i primi giovani futuri imprenditori italiani ad andare a studiare fuori dai confi ni nazionali, più precisamente negli Stati Uniti. Nel 1979 mi recai all’università di Davis, in California, accompagnato da mio padre Vittorio che era amico di Robert Mondavi. Quel periodo ha rappresentato una vera e propria esperienza di vita e di lavoro. Ebbi modo di conoscere il nostro importatore Paterno a Chicago e con lui visitare il mercato, quello vero della strada, i negozi di liquori e i ristoranti, e anche Darrell Corti a Sacramento. Nel suo grande magazzino-negozio mi sono trovato un giorno a degustare circa 200 vini che lui selezionava personalmente. Tutto questo per farmi “masticare” le prime esperienze di mercato».
Un accenno anche al rapporto con Civiltà del bere. «Ricordo i primi viaggi con Pino Khail negli Stati Uniti, le passeggiate per le strade di New York dove lui mi diceva dell’importanza di fare sistema tra produttori a favore del vino italiano, la necessità di eliminare la burocrazia e tanti altri suggerimenti e considerazioni. Tutti argomenti di cui oggi mi trovo a parlare nei miei incontri come esponente dei vari organismi che rappresento», ha detto Lamberto Vallarino Gancia.

1850 Carlo Gancia e il fratello Edoardo fondano a Chivasso la “Fratelli Gancia”.

1865 L’azienda mette in commercio le prime bottiglie di spumante italiano. L’anno successivo inizia a venderlo anche all’estero.

1950 Nasce il Bitter Americano.

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L'Americano Gancia

1966 Per la sede di Marsiglia della Gancia lavora Charles Pasqua, di origini còrse, che di lì a poco entrerà in politica arrivando a ricoprire per due volte la carica di ministro dell’Interno francese.

1980 Nasce il Pinot di Pinot, ottenuto dal mix delle tre varietà di Pinot (bianco, grigio e nero), spumante-aperitivo di successo.

2000 Nasce l’Asti Millesimato “Metodo Gancia”.

2005 Nasce il Metodo Classico Alta Langa.

OGGI Export: 25% – Bottiglie più esportate Asti, Moscato, Prosecco, Americano – Primi mercati: Portogallo, Giappone, Russia, Belgio e Stati Uniti.

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© Riproduzione riservata - 09/06/2011

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