Classico

Classico

Questo aggettivo, previsto da parecchie Doc e Docg, dal Valpolicella al Chianti al Cirò, per i vini prodotti nella zona originaria della denominazione, a pensarci bene è una specificazione masochista. Perché? Perché lascia intendere che esiste una zona classica dove il vino è migliore e un territorio circostante in cui un vino mediocre, scippando la denominazione vincente, è riuscito a sfruttarne il successo. Non è (sempre) così, e in ogni caso è autolesionista insinuarlo con l’aggettivo “classico”. I francesi, maestri nel valorizzare le proprie risorse, hanno invece trovato il modo di far coesistere vini di livello qualitativo profondamente diverso nella stessa zona sotto la medesima insegna. E poiché hanno la stessa denominazione, Bordeaux, la fama dei fuoriclasse come Château Margaux o Château Latour trascina al successo milioni e milioni di bottiglie di onesto (ma non di più) vino quotidiano. A stabilire le differenze non è una zona originaria: sono i cru. Individuati dai francesi 150 anni fa sulla base del prezzo, con rigore scientifico. Noi siamo fermi al Metodo Classico.


© Riproduzione riservata - 03/02/2011

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