Alambicco

Alambicco

Si tratta dell’apparecchio con cui si pratica la distillazione, spiega l’Enciclopedia del Vino. Nella sua forma più elementare è composto da una caldaia (detta anche cucurbita), che porta all’ebollizione la materia prima (vino, vinacce, frutta), e da un tubo a serpentina raffreddato all’esterno con acqua. I vapori alcolici, che si volatilizzano prima di quelli acquei, sono anche i primi a condensarsi nel serpentino, all’uscita del quale si raccoglie il distillato. L’alambicco può essere riscaldato a fuoco diretto, a bagnomaria o a vapore e può distillare a pressione ambiente oppure sottovuoto. Ma la differenza più significativa è tra l’impianto discontinuo, che distilla il contenuto di una caldaia per volta, e da cui scaturiscono le acquaviti artigianali, e l’impianto continuo, che distillando senza soluzione di continuità minimizza i costi di produzione, con cui si fanno le acquaviti industriali. Poiché la superiorità qualitativa garantita dall’alambicco discontinuo è innegabile, perché le etichette dei distillati non chiariscono il tipo d’impianto con cui sono fatti? Già: perché?


© Riproduzione riservata - 05/03/2012

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