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Vignaioli Valle di Mezzane: 13 produttori tra Valpolicella e Soave

18 Marzo 2024 Monica Sommacampagna
Vignaioli Valle di Mezzane: 13 produttori tra Valpolicella e Soave

Dopo un anno di riflessioni e attività condivise, la nuova associazione si presenta ufficialmente. L’obiettivo è fare rete a partire dalle caratteristiche identitarie del territorio, condividendo esperienze e conoscenze. Tra i progetti anche la Carta dei suoli e la nascita della sottozona

Dopo un anno di lavoro insieme, nel 2024 è stato ufficializzato il gruppo Vignaioli Valle di Mezzane. L’associazione riunisce 13 produttori dell’Est veronese tra le denominazioni dei vini Valpolicella e Soave. Le aziende agricole che al momento ne fanno parte sono Alessandro Benini , Marinella Camerani, Falezze di Luca Anselmi, Grotta del Ninfeo, I Tamasotti, Il Monte Caro, ILatium Morini, Le Guaite di Noemi, Talestri, Massimago, Carlo Alberto Negri, Roccolo Grassi e Giovanni Ruffo. Ma è solo l’inizio.

L’unione fa la forza

Il trait d’union della nuova realtà è l’appartenenza alle Valle di Mezzane. Possono, infatti, farne parte solo aziende agricole con cantine e vigneti di proprietà che producono vini specificamente in quest’area. «Abbiamo riattivato un’idea nata 20 anni fa da Marinella Camerani», spiega Marco Sartori, di Roccolo Grassi. «Volevamo fare rete a partire dalle caratteristiche identitarie della nostra valle. Il che significa realizzare sinergie insieme, ciascuno con le proprie peculiarità, condividere esperienze e conoscenze che aiutano a crescere, all’insegna di un “sentiment” comune. In futuro ci piacerebbe partecipare ad alcuni eventi uniti con il nostro logo, per dare maggiore risonanza al nostro territorio».

Conoscere e valorizzare le differenze

Di fatto quelle che sinora sono 13 aziende – ma il numero potrebbe aumentare nel rispetto della provenienza e delle finalità del gruppo – hanno storie e ambizioni differenti, oltre a una diversa conduzione dei vigneti, che spaziano dall’integrato, al biologico e al biodinamico. Un’unione di intenti che tiene in particolare considerazione anche la dimensione umana, che il gruppo ritiene fondamentale per amalgamarsi, conoscersi, aiutarsi, divertirsi. E ovviamente migliorarsi nel rispetto delle proprie identità, approfondendo assieme la conoscenza del loro territorio di produzione.

Nel 2024 sarà pubblicato un libro con la Carta dei suoli

I Vignaioli Valle di Mezzane hanno alle spalle un anno di incontri e una zonazione per rendere ancora più riconoscibili i vini della Valle di Mezzane. «Lo scorso maggio abbiamo affidato l’incarico di realizzare una Carta dei suoli delle aziende al pedologo Giuseppe Benciolini, che aveva già studiato le aree vinicole di Soave, Valpolicella, Prosecco, Cartizze e Lambrusco Reggiano», continua Marco Sartori. E annuncia: «Dopo aver concluso il lavoro a fine 2023, quest’anno pubblicheremo un libro con i risultati».

Guardando ai prossimi progetti

Le idee di valorizzazione non mancano: da attività promozionali dei vini e del territorio a un percorso di crescita professionale su aspetti tecnici della viticoltura o della vinificazione. Si mira anche a organizzare confronti con le produzioni di altre zone vitivinicole e ad approfondire temi come la parità di genere nel mondo del vino o progetti di sostenibilità.
«Vorremmo attrarre appassionati nella nostra valle e supportare la ristorazione per sviluppare la recettività», afferma Marco Sartori, che mette l’accento sull’importanza di ognuno per contribuire alla realizzazione degli obiettivi. «In generale, miriamo a fronteggiare insieme e a interpretare al meglio i cambiamenti climatici e quindi l’annata, a salvaguardare il territorio e a conoscere le peculiarità e le differenze fra la Valle di Mezzane, le altre vallate e gli altri areali delle Doc Valpolicella e Soave».

Si lavora per la nascita della sottozona Valpolicella Valle di Mezzane

Il gruppo ha anche a cuore un progetto su cui il Consorzio tutela vini Valpolicella sta lavorando da anni: la ridefinizione delle sottozone della Doc Valpolicella che, in base a banche dati regionali, conta 8.617 ettari vitati in aree che rispecchiano differenti climi e suoli allo scopo di mettere sempre di più in luce le differenze fra le diverse vallate e di avere tutti più identità all’interno della denominazione veronese. «Se ne sta occupando la commissione vallate all’interno del Consorzio, considerando tutte le vallate nella Doc Valpolicella, e quindi anche la Valle di Mezzane», continua Marco Sartori. «Il lavoro è complesso, dal momento che si tratta di apportare modifiche al disciplinare, ma c’è un’ottima sensibilità e i tempi potrebbero essere maturi».

Prospettive future

È indubbio che nella vasta area della Doc coesistono ambienti pedoclimatici diversi. I 19 comuni della denominazione sono suddivisi oggi nella zona classica, che include l’areale di Sant’Ambrogio di Valpolicella e di San Pietro in Cariano, le vallate di Fumane, Marano di Valpolicella e Negrar di Valpolicella; la zona Valpantena con la valle omonima e la zona Doc con i comprensori del comune di Verona e le valli di Illasi, Tramigna e di Mezzane. Il gruppo Vignaioli Valle di Mezzane mira ad attribuire valore alle differenze e rifugge da etichette generiche come “zona allargata” o correlate all’Est Veronese (ne avevamo già parlato qui con la produttrice Marinella Camerani).
«Parallelamente occorre creare maggiore identità delle nostre zone per i grandi appassionati di vino che vogliono conoscere i territori. In questa prospettiva occorre valorizzarne le peculiarità, per consentire loro di reperirle nel bicchiere, come ci insegnano i francesi», conclude Roccolo Grassi. «Il gruppo Vignaioli della Valle di Mezzane è appena partito ma guardiamo alla sviluppo di un territorio a cui siamo radicati e che amiamo». L’orizzonte, insomma, guarda a valle ma si proietta lontano.

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