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Val di Mezzane, una sottozona che manca. Parola di Marinella Camerani

Val di Mezzane, una sottozona che manca. Parola di Marinella Camerani

Valpolicella Val di Mezzane: quando si potrà scrivere in etichetta? la produttrice Marinella Camerani ha dichiarato il suo impegno perché la sottozona venga ufficialmente riconosciuta: «Ciascuno deve poter utilizzare il proprio nome per promuovere il suo prodotto di qualità». E uno studio approfondito dei suoli evidenzia le caratteristiche pedoclimatiche del territorio.

Nel 1986 la Val di Mezzane vede realizzarsi il progetto di Corte Sant’Alda. A creare questa nuova azienda vinicola a Mezzane di Sotto (Verona) – nella cosiddetta “Valpolicella allargata” – è una giovane donna, Marinella Camerani. Per la società contadina tradizionalista è una piccola rivoluzione, a cui ne seguiranno altre operate dalla carismatica produttrice: dall’introduzione del guyot (il primo della Val di Mezzane) per il Valpolicella Superiore Mithas, all’adesione alla filosofia biodinamica, una scelta abbracciata nel 2002 dopo aver conosciuto il celebre viticoltore francese Nicolas Joly a Milano (come avevamo raccontato qui).

“Voglio essere chi sono!”

«All’inizio nessuno sapeva dove fosse Mezzane. Non dico a Milano, ma a Verona», spiega Marinella Camerani. Il tempo ha cambiato le cose per la Valpolicella Orientale, anche grazie al suo operato e alla fama di aziende come Dal Forno, ma manca ancora un passaggio importante per la piena valorizzazione di quest’area vinicola vocata. «È giunta l’ora di riconoscere la sottozona di Valpolicella Val di Mezzane, come già esiste la Valpantena», prosegue la produttrice, che sta portando avanti con energia questa battaglia. «Ciascuno deve poter utilizzare il proprio nome per promuovere il suo prodotto di qualità. Non voglio essere chi non sono (la Valpolicella Classica, nda), però voglio essere chi sono!».

L’Azienda agricola Camerani ha tre anime (e un nuovo logo)

Dagli anni Ottanta a oggi, altre cose sono cambiate. Ora 10 persone lavorano in azienda, Marinella Camerani è alla guida con la figlia Federica e la produzione (seguita dall’enologo Leonardo Garbuio) ammonta a 120-130 mila bottiglie all’anno per circa 20 ettari di vigna. «Non abbiamo mai aumentato il numero di bottiglie prodotte: è sempre commisurato al numero di ettari vitati», precisa. Insieme alla famiglia, che oggi conta tre figlie e una terza generazione di nipoti, è cresciuta anche la realtà vinicola. Sotto il nome di Azienda agricola Camerani si radunano tre diverse anime: Corte Sant’Alda, Adalia e Podere Castagné. Lo ricorda anche il nuovo logo, un segno grafico che richiama le tre tenute e al contempo la “M” di Marinella.

Marinella Camerani con la figlia Federica e l'enologo Leonardo Garbuio
Marinella Camerani con la figlia Federica e l’enologo Leonardo Garbuio

I vini della Val di Mezzane sono lunghi, magri, eleganti

Fra tanti mutamenti, la cifra stilistica della produzione in cantina è invece rimasta coerente e riconoscibile, pienamente in linea con le peculiarità del territorio di Mezzane. Nella valle di origine morenica, sulle propaggini meridionali dei Monti Lessini, domina il calcare bianco. I vini che ne derivano sono magri e lunghi, di netta eleganza, quando chi li produce sa esaltarne le caratteristiche. «Mezzane è la Bourgogne della Valpolicella» spiega Marinella, «ma la mano del produttore è importante. Se il territorio dà vini minerali e tu scegli di produrre vini “grassi”, con residuo zuccherino importante, rovini la tua materia prima».

Valpolicella Superiore, ambasciatore fedele del territorio

Amarone e Ripasso sono simboli della Valpolicella nel mondo, anche grazie al successo commerciale e produttivo di cui godono – ogni anno sul mercato sono immesse, rispettivamente, circa 15 e 30 milioni di bottiglie. Ma la tipologia che meglio esprime le diverse sfumature del territorio non può che essere il Valpolicella Superiore, perché l’appassimento dà (densità, morbidezza, intensità) e al contempo toglie, se si cerca nel calice lo specchio fedele del terroir. Oltre a riconoscere la sottozona di Mezzane, identificare le vigne più vocate in ogni valle e destinarle alla produzione di Valpolicella Superiore sarebbe un passo importante per dare anche a questa tipologia un’identità definita. Un lavoro di zonazione è già in opera e ha individuato cinque unità di paesaggio, per microclima e terreno, sparse nelle diverse valli.

Il nuovo logo dell'Azienda agricola Camerani
Il nuovo logo richiama la M di Marinella, ma anche le tre anime di cui si compone l’azienda

“Suoli e dintorni” in Val di Mezzane

A proposito di studi pedoclimatici, l’azienda agricola Camerani ha presentato da poco “Around soil. Suoli e dintorni”, una pubblicazione bilingue che inquadra geo-morfologicamente e climaticamente la Val di Mezzane. I dati forniti sono corredati da una carta dei suoli che offre un’analisi approfondita dei vigneti di proprietà a Corte Sant’Alda, Adalia e Podere Castagné (oltre al piccolo appezzamento di 2,5 ettari di Monte Tombole). Un lavoro importante e accurato che “delinea la filosofia aziendale e il perimetro in quale opera”, riporta il volume. Nel dettaglio, ecco le caratteristiche di ciascuna tenuta.

Terre magre per i grandi vini di Corte Sant’Alda

I vigneti di Corte Sant’Alda (15 ettari sulla dorsale che separa la Valle di Mezzane dalla Val d’Illasi) sorgono a 220-345 m slm quasi interamente su terreni magri, frutto dell’erosione di pietre calcaree a grana fine; incapaci di trattenere acqua, ma ricchi di sali di calcio che limitano lo sviluppo vegetativo, contribuiscono a contenere la produttività delle viti. E conferiscono all’uva ottime qualità organolettiche.

Le due anime di Adalia

Adalia, sul versante opposto della valle rispetto a Corte Sant’Alda, si estende per 5,5 ettari a mezza costa tra 200 e 260 m slm, su rocce calcaree di diversa struttura. Questa differenza determina un’evidente suddivisione della superficie aziendale: le rocce di grana media e grossolana a nord danno vita a pendii dolcemente inclinati, con suoli profondi e freschi; il versante sud invece è ripido e fittamente terrazzato per contrastare la finezza e la facilità di erosione del suolo.

Valpolicella d’alta quota a Podere Castagné

Affacciato sulla pianura a 420-550 m slm, Podere Castagné completa la triade delle tenute di Camerani. Solo 3,5 dei 14 ettari sono vitati, circondati dal bosco che occupa oltre due terzi della proprietà. I terreni su rocce calcaree sono antichi e vantano “condizioni nutritive per le colture del tutto inedite e singolari”, si legge nello studio. L’altitudine e l’incidenza di fenomeni meteorologici temporaleschi rendono la produzione vinicola più difficoltosa e sfidante, ma il risultato nel calice è unico. L’abbiamo constatato degustando in anteprima il nuovo Valpolicella Superiore Doc 2018 Podere Castagné, che ci ha stupito per freschezza, eleganza e verticalità.

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© Riproduzione riservata - 18/12/2021

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