In Italia In Italia Jessica Bordoni

Trend Grillo: Donnafugata lancia SurSur

Trend Grillo: Donnafugata lancia SurSur

Vitigno principe per la produzione del Marsala, il Grillo è oggi finalmente apprezzato anche in versione ferma e in purezza. Da una decina d’anni le moderne tecniche di vinificazione lo hanno reso uno dei bianchi autoctoni più interessanti di Sicilia, smorzando l’elevato tasso zuccherino e donando prodotti  piacevolmente “territoriali”, capaci di esprimere al meglio la potenza enologica dell’isola.

Il Grillo, vitigno utilzzato per la produzione di Marsala, è oggi apprezzato anche in versione ferma e in purezza

SURSUR BY DONNAFUGATA – Tra i più recenti esempi di questo trend c’è SurSur, Sicilia Doc 2012 di Donnafugata. La Casa vinicola di proprietà della famiglia Rallo porta al Vinitaly una novità assoluta dal carattere moderno e intrigante. «Il suo nome, SurSur, richiama il termine arabo che indica il simpatico animaletto e insieme il suono prodotto dal suo canto, così diffuso tra le campagne siciliane», spiega il titolare Antonio Rallo.

UN VINO PROFUMATO, FRESCO E VERSATILE – «Per noi si tratta di una doppia sfida, che dimostra la grande ricerca e l’impegno sulle varietà autoctone ma anche la volontà di reinterpretare un vitigno storico secondo lo stile Donnafugata. Abbiamo creato un bianco profumato e fresco, versatile negli abbinamenti e nelle situazioni di consumo, dunque in linea con l’evoluzione del gusto dei consumatori», spiega Antonio Rallo. SurSur è prodotto  nell’entroterra collinare tra Marsala e Salemi, da terreni franco-argillosi limosi che esaltano la componente minerale della varietà. I vitigni sono allevati a controspalliera con potature a Guyot, con rese di circa 70-80 quintali per ettaro. La fermentazione avviene in acciaio a temperatura controllata e l’affinamento prosegue in vasca di cemento, con almeno due mesi di riposo in bottiglia. Il grado alcolico è di 12,90% vol. e il prezzo medio in enoteca è di 9 euro.

ALTRI GRILLI D’ECCEZIONE – Se SurSur è la novità per i prossimi mesi, sul mercato si trovano già numerose produzioni monovarietali di Grillo assai apprezzate dal grande pubblico. Nel 2009 è nata Lalùci, Sicilia Doc del Baglio del Cristo di Campobello di Licata (Agrigento), una giovane realtà costituitasi all’inizio degli anni Duemila che si avvale della consulenza di Riccardo Cotarella. È un vino dagli intensi profumi di fiori gialli e bianchi, a cui fanno seguito note minerali e sentori agrumati; si lascia apprezzare anche a distanza di 2-3 anni dalla vendemmia. Già da alcuni anni, invece, Tasca d’Almerita firma il Grillo Mozia, che proviene dalle storiche vigne un tempo di proprietà dei nobili  Whitaker, sull’isola di Mozia. In tutto 7 ettari di vigneto, di cui 5 in produzione, ancora coltivati ad alberello, non irrigui e in conduzione biologica. È un’etichetta dall’aroma complesso di frutta e fiori mediterranei; in bocca fresco, sapido, strutturato e persistente. Tra i must anche il Duca di Castelmonte – Dinari del Duca delle Cantine Pellegrino, prodotto a partire dalla vendemmia 2006, che affina una parte in legno e una parte in tini di acciaio inox per 4 mesi prima dell’imbottigliamento. Ha un gusto ampio, fresco, morbido e ben equilibrato. Plauso anche per il raro Grillo d’Oro della Tenuta Gorghi Tondi, ottenuto da uve portate a surmaturazione sulle piante fino all’attacco della Botrytis cinerea (muffa nobile). La prima annata di produzione di questo particolarissimo passito risale al 2007. Da segnalare anche le espressioni della storica Cantine Settesoli e di Mandrarossa, rispettivamente sullo scaffale con GrilloGrillo Costadune, due vini nati nel 2011 che si distinguono per morbidezza, eleganza, sapidità e mineralità. Ma la lista di Grilli interessanti è ancora lunga e tutta da provare!

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© Riproduzione riservata - 27/03/2013

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