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Torre Rosazza ritrova la sua casa

20 Agosto 2019 Civiltà del bere
Torre Rosazza ritrova la sua casa

Torre Rosazza interpreta l’unicità del territorio friulano in vini di grande eleganza e carattere. E al patrimonio vitivinicolo oggi si aggiunge anche la villa storica che fu della famiglia Antonini di Grazzano, tornata all’antico splendore dopo un attento restauro.

Siamo Oleis, nel comune di Manzano (Udine), nella zona centrale dei Colli Orientali del Friuli. All’interno della sottozona di Rosazzo, la tenuta, che fa parte del patrimonio vitivinicolo di Genagricola dal 1979, vanta un’esposizione ideale delle vigne a un’altitudine compresa tra i 100 e i 250 metri slm, dove maturano gli autoctoni tipici del territorio. L’azienda è ai vertici qualitativi della produzione nazionale e raccoglie da tempo il plauso della critica di settore.

Il restauro della villa storica di Torre Rosazza

Il terrazzamento a vigneto dei due anfiteatri naturali converge, sulla sommità della collina, sullo storico edificio che ospita l’azienda. L’edificio è stato oggetto di un importante restauro che si è concluso nel 2018. Dopo mesi di attenta ristrutturazione, ora la villa storica che fu della famiglia Antonini di Grazzano, ripresenta la autentica articolazione degli spazi e dei preziosi affreschi. Nella nuova formulazione degli spazi e della loro destinazione d’uso, si alternano azioni conservative a interpretazioni più moderne e funzionali delle sale. Si susseguono allestimenti ricercati, essenziali e contemporanei, e sale arredate con mobili d’epoca.

Uno scorcio dei vigneti visti dalla villa

Valorizzazione degli autoctoni

Le vigne di Torre Rosazza, che si estendono per oltre 90 ettari, sorgono su un terreno composto principalmente di marne e arenarie, ideale per la produzione di vino. La filosofia aziendale combina tecniche colturali all’avanguardia con lo scopo di tutelare la biodiversità e valorizzare vitigni autoctoni come il Picolit. Il controllo totale della filiera produttiva permette una gestione e una supervisione diretta di tutte le fasi: dai processi di studio sulla pianta, alla vendemmia praticata a mano, al lavoro in cantina dove la tecnica enologica è discreta, al servizio del territorio e delle sue tipicità.

La casa del Pinot grigio (e non solo)

Privilegiare il territorio e la sua vocazione porta l’azienda ad esprimere la propria produzione attraverso vini di forte riconoscibilità: bianchi eleganti tra cui spicca il Pinot grigio (pluripremiato in prestigiosi concorsi all’Italia e all’estero) e rossi –  Merlot, Pinot Nero, Refosco dal Peduncolo Rosso e Cabernet Sauvignon – che stanno vivendo una profonda trasformazione. Da citare altre due interessanti etichette: l’Altromerlot, nato nel 1987 come primo vino friulano ad essere lungamente affinato in barrique di rovere francese. E Blanc de Neri, un Metodo Classico 100% Schioppettino, rosso autoctono vinificato “in bianco”.

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