In Italia In Italia Emanuele Pellucci

Speciale Toscana: Castello di Bolgheri

Speciale Toscana: Castello di Bolgheri

Ecco il quarto dei 22 ritratti aziendali dedicati alla regione Toscana: Castello di Bolgheri (Castagneto Carducci, Livorno). Sull’argomento sono già on line anche la panoramica regionale delle Doc e Docg I nostri report: Toscana e i dossier sulla Cantina Banfi di Montalcino (Siena), Carpineto di Greve in Chianti (Firenze) e Casale Falchini di San Gimignano (Siena).

In dono dalla natura 50 ettari strepitosi

IL CASTELLO DELLA FAMIGLIA DELLA GHERARDESCA DOMINA IL VIALE DEI CIPRESSI CARDUCCIANI. ATTORNO UNA TENUTA ESEMPLARE E I VIGNETI DI CABERNET SAUVIGNON, FRANC, MERLOT, SYRAH E PETIT VERDOT. IL PUNTO DI FORZA: UNA SPICCATA VARIETÀ AROMATICA

Castello di Bolgheri è tra le celebri Cantine nate da quel grande patrimonio di storia e di terre della famiglia dei conti Della Gherardesca, aziende che hanno dato vita e reso famosi nel mondo i vini di Bolgheri. Al centro di questa straordinaria storia toscana c’è proprio l’antico castello che domina il lungo viale di cipressi (fatto piantare alla fine dell’Ottocento da un membro della casata) celebrato dal Carducci che conduce fino a San Guido e, quindi, al mare. La tenuta, che si estende per 130 ettari dei quali 50 a vigneto, appartiene alla medesima proprietà da trenta generazioni.

I cipressi accanto alle viti del Castello

IN VIGNA – I vigneti, reimpiantati a partire dal 1997 e ubicati nei pressi dell’omonimo borgo, sono coltivati con le principali varietà previste dal disciplinare della Doc Bolgheri: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah e Petit Verdot. Sono allevati a cordone speronato, con esposizione sudovest, con densità di 6.500 piante e resa di soli 60 quintali per ettaro. Clemente e suo figlio Federico Zileri Dal Verme sono i proprietari della Tenuta. Nei cru più interessanti il terreno ha una buona presenza di scheletro con un ph tendenzialmente basico: questi, insieme a un carattere calcareo, sono le matrici dei vini del Castello di Bolgheri. La terra regala, quindi, vini con tannini sottili e morbidi, acidità bassa ben integrata e una spiccata profondità aromatica.

L'etichetta di punta: Castello di Bolgheri

CASTELLO DI BOLGHERI SUPERIORE – Due le etichette della gamma: Castello di Bolgheri, Bolgheri Superiore Doc e Varvàra, Bolgheri Doc. Il primo è frutto della selezione delle migliori vigne intorno al castello ed è ottenuto da Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc la cui raccolta, rigorosamente manuale, avviene tra la prima metà di settembre e la prima di ottobre. Dopo un’accurata cernita, l’uva subisce un trattamento molto delicato attraverso rimontaggi e délestage. Terminata la fermentazione, il mosto passa in barrique (20-30 per cento di legno nuovo) dove rimane per circa 18-24 mesi completando poi l’affinamento in bottiglia per altri 8 mesi.

IL VARVÀRA – Il secondo vino (Varvàra, Bolgheri Doc) deve il suo nome alla baronessa Varvàra Wrangel, moglie del conte Ugolino della Gherardesca, antenato dell’attuale famiglia. Prodotto per la prima volta nel 2005, è un nettare più giovane e immediato nel quale spicca un bouquet ampio ed elegante e con un’alta bevibilità. È ottenuto da uve Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah e Petit Verdot; matura per 12 mesi in barrique e trascorre 6 mesi in bottiglia.

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© Riproduzione riservata - 17/10/2012

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