In Italia In Italia Riccardo Oldani

Speciale Enolitech, dal 7 all’11 aprile a Veronafiere

Speciale Enolitech, dal 7 all’11 aprile a Veronafiere

L’occasione per conoscere le novità di 200 espositori: dalle attrezzature per vendemmia e cantina alle macchine per l’imbottigliamento, passando per calici, botti, tappi e sistemi di mescita – La situazione del mercato raccontata dai big del settore – Un aiuto per arrivare in fiera documentati

Chi vuole sapere tutto, ma proprio tutto del mondo del vino sa che deve fare tappa ogni anno in primavera alla Fiera di Verona. Ma il grande appuntamento, che quest’anno cade dal 7 all’11 aprile, non è soltanto con Vinitaly.

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Il logo di Enolitech

Negli stessi giorni, infatti, si tiene anche un’altra rassegna storica, Enolitech, il Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecniche olivicole e olearie (www.enolitech.it). Nel padiglione F, questa esposizione si estende su 12.400 metri quadri di superficie coperta, a cui si aggiunge un’ampia area esterna. Raccoglie circa 200 espositori, che integrano la panoramica sul mondo enologico fornita da Vinitaly, mostrando al visitatore tutto ciò che sta prima e dopo il prodotto vino. Enolitech è un evento storico per Verona, anche se ha acquisito il nome attuale solo nel 2001, modificando quello precedente di “Vigneto & cantina e uliveto & frantoio”. Nello spazio di Vinitaly quest’iniziativa si svolgeva dal 1998, ma in realtà è da cent’anni prima, cioè dal 1898, che Verona è un punto di riferimento per le aziende di attrezzature vinicole e per la produzione dell’olio, che già allora si davano appuntamento a Fieragricola.

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Visitando Enolitech è possibile fare un viaggio nel mondo delle tecniche olivicole, per la viticoltura e l’enologia. Quest’anno saranno presenti 200 aziende

Un giro tra gli stand di Enolitech è un’opportunità per rendersi conto dell’evoluzione tecnologica che sta dietro il vino e per scoprire le eccellenze che fanno dell’Italia un Paese guida non solo in termini di ettolitri prodotti, ma anche di conoscenze, di tecnica e di capacità creativa e imprenditoriale. La gran parte degli espositori, infatti, sono italiani, per quanto la fiera acquisisca un respiro internazionale con la presenza di un buon numero di nomi stranieri, circa il 12% rispetto al totale.

Per capire come si preannuncia la prossima edizione di Enolitech, ma anche per avere un quadro su come procede il mercato, abbiamo interpellato una trentina di aziende rappresentative di tutti i settori merceologici presenti in fiera. Ne è emerso un interessante spaccato. Mettendo insieme i loro pareri abbiamo potuto delineare una situazione nei vari comparti (che riportiamo a seguire in queste pagine) e poi comporre una sorta di vetrina di novità che è possibile vedere tra gli stand.

Botti, ritorno della tradizione

Uno dei settori più ricchi di fascino della filiera vitivinicola è quello dei bottai. Questo mestiere di antichissima tradizione è perpetuato oggi dalla passione di poche imprese artigiane che portano avanti con dedizione quella che, oltre che un business, è anche una missione.

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Le botti di Garbellotto. Uno degli esponenti della famiglia, Piero, ci ha spiegato come oggi si realizzino prodotti sempre più piccoli rispetto a un tempo

È il caso della Garbellotto (www.garbellotto.it), nome storico del ramo, che a Conegliano è attiva fin dal 1775. Abbiamo chiesto a uno degli esponenti della famiglia, Piero Garbellotto, come stanno andando le cose in un periodo complesso come questo. «Senz’altro il mercato sta cambiando», dice. «Per esempio nella richiesta di prodotti più piccoli rispetto alle botti mastodontiche di una volta… Noi stessi allo scorso Enolitech abbiamo presentato la nostra Magnifica, la più grande botte del mondo, da 33 mila litri, iscritta nel Guinness dei primati. Ma si è trattato di un’eccezione, resa possibile anche dalla nostra specifica competenza nei grandi formati. Oggi invece si punta a pezzature piccole per un duplice motivo: da un lato la frammentazione della produzione delle Cantine, che cercano di aumentare le etichette in catalogo e di frazionare la produzione; dall’altro la tendenza a proporre vini sempre più tipici, da vitigni autoctoni e da vigneti sempre più selezionati e parcellizzati, che richiedono vinificazioni e lavorazioni in scala minore rispetto a un tempo».

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Un'immagine storica della produzione di botti

Insomma, è finita l’epoca dei tini e delle botti da cantina sociale e si punta a una produzione più esclusiva. Ma cosa succede nella selezione dei legni e dei formati? Il boom della barrique degli anni Ottanta prosegue o si cercano nuove strade? «Per i legnami dobbiamo rivolgerci all’estero, perché in Italia il rovere da botte non esiste. Dobbiamo procurarcelo, come avviene da sempre, in Francia o in Slavonia. Negli ultimi anni stiamo assistendo a un ritorno dell’arte italiana, con recipienti di dimensioni maggiori rispetto alla barrique, tra i 25, 50 e 100 ettolitri. Questo si spiega con la valorizzazione dei vitigni autoctoni. Le botti tipiche dell’arte italiana sono caratterizzate da una maggiore superficie di contatto vino-legno, che impedisce quindi una trasmissione troppo spinta delle caratteristiche del legno al prodotto. Si vuole dare più risalto alle proprietà intrinseche delle uve e quindi il ricorso alla barrique sta riducendosi in modo drastico e la richiesta sul mercato di questo contenitore, negli ultimi 10 anni, si è dimezzata», dice ancora Garbellotto, un espositore storico di Enolitech, presente fin dalla prima edizione.

Macchinari, alta tecnologia

L’Italia è un punto di riferimento nel mondo anche per le tecnologie legate alla produzione del vino. Dalle macchine per la raccolta e la cernita alle linee di imbottigliamento ed etichettatura, gran parte delle Cantine di tutto il mondo utilizzano strumenti sviluppati e confezionati nel nostro Paese. Il 2010, tra l’altro, è stato un anno di crescita del settore, che ha premiato le aziende italiane con un +20% per quanto riguarda l’export. Uno dei motivi del successo è anche la plasticità con cui le nostre realtà riescono ad adattarsi alle nuove esigenze dei produttori. Un esempio arriva dal Piemonte, da Ceresole d’Alba, in provincia di Cuneo, dove Gai, uno degli espositori del prossimo Enolitech, produce macchine imbottigliatrici dal 1946.

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Gai produce macchine imbottigliatrici dal 1946. A Verona presenterà un saggio del suo campionario di oltre 500 modelli

Traccia un quadro della situazione Guglielmo Gai, uno dei titolari del marchio: «Negli ultimi mesi abbiamo messo a punto un consistente pacchetto di novità, che ovviamente porteremo anche a Verona. In particolare abbiamo introdotto un nuovo sistema di pinze per le macchine da imbottigliamento ed etichettatura che si adattano da sole a ogni formato. In questo modo viene sostituito l’antico funzionamento con parti intercambiabili, che richiedeva di fermare la produzione a ogni cambio di formato per adattare le macchine alle caratteristiche delle bottiglie». Un’innovazione motivata dall’evoluzione del mercato e da una richiesta esplicita dei produttori: quella di poter lavorare senza tempi morti anche su più lotti nell’arco della stessa giornata. «La realtà di oggi», sottolinea Gai, «è che ormai si lavora quasi esclusivamente sul venduto, anche in cantina, e le partite che vengono confezionate sono già tutte piazzate sul mercato. A Enolitech sarà presente anche un saggio del nostro campionario di macchine, che conta più di 500 modelli diversi e che abbiamo completamente rinnovato nel corso del 2010». Gli chiediamo le motivazioni di un rinnovo completo del catalogo. Ci dice: «Ci siamo trovati a gennaio dell’anno scorso con poche commesse», conclude Gai, «e quindi con il tempo a disposizione per ragionare su un rinnovamento delle nostre proposte. Avviata questa trasformazione ci siamo però trovati davanti a una esplosione delle commesse soprattutto dalla Francia, dove abbiamo anche aggiornato e modificato il nostro approccio commerciale. Nel secondo semestre del 2010 abbiamo dovuto far fronte a un boom di richieste come non avevamo mai sperimentato prima. E si sono aggiunti gli ordini dall’Italia».

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Per la prima volta Defranceschi sarà a Enolitech. Per l’occasione proporrà la macchina X-Tri per la cernita ottica utile nella selezione delle uve

In un comparto contiguo, ma più a monte rispetto all’imbottigliamento, troviamo invece la bolzanina Defranceschi (www.defranceschi-spa.com), azienda specializzata nella lavorazione dell’acciaio e nella produzione di macchine per coprire la fase produttiva dalla raccolta alla cernita, alla vinificazione. «Per noi», dice uno dei titolari, Peter Defranceschi, «Enolitech è una novità, dove esponiamo per la prima volta. Mostreremo la nostra macchina per la cernita ottica, che s’inserisce in un filone sempre più ricercato dalle Cantine a partire dagli ultimi due o tre anni. I sistemi a cernita ottica consentono di effettuare una selezione delle uve attraverso una macchina che sostituisce l’uomo in tutto e per tutto. Si basa sull’impiego di uno scanner ottico che analizza l’uva, è in grado di individuare e definire gli eventuali difetti e poi di espellere dalla linea gli scarti con un getto d’aria compressa». La tecnologia per questo apparecchio è stata sviluppata da Defranceschi con un altro marchio italiano, la Protec di Parma. «X-Tri», aggiunge Defranceschi, «impiega i raggi infrarossi ed è in grado di individuare le parti verdi o non perfettamente mature del grappolo, evidenziando la fluorescenza tipica della clorofilla. È dal 2008 che simili strumenti hanno iniziato ad affacciarsi sul mercato, a partire dalla Francia, in un’ottica di ricerca della qualità sempre maggiore, sia da parte dei grandi produttori sia delle Cantine di dimensioni medio piccole».

Semovente in campo

La vendemmiatrice Selectiv’ Process di Volentieri Pellenc

Produce macchinari per il vigneto e per la cantina anche Volentieri Pellenc (www.volentieripellenc.com), azienda di Poggibonsi (Siena). «A Enolitech»,   dice l’amministratore Alessandro Salvestrini, «porteremo molte novità, anche perché l’innovazione è nel nostro Dna: ogni anno investiamo il 10% del fatturato in ricerca e sviluppo. Si tratta soprattutto di macchine come la Selectiv’ Process, una vendemmiatrice che è in grado già in campo di fare una selezione dell’uva e di togliere la totalità dei residui verdi. Serve a eliminare la diraspatrice dalla cantina». Uno dei principi ispiratori dell’azienda è produrre macchinari adatti all’Italia, in cui il vigneto è molto frazionato e spesso le parcelle si trovano in posizioni scoscese o difficoltose. «Quest’anno», dice ancora Salvestrini, «abbiamo dato sviluppo a nuove attrezzature che si applicano al telaio multifunzione dei trattori da vigna e anche a macchine trainate. Per la cantina abbiamo poi sviluppato due prodotti, Selectiv’ Process Winery e Selectiv’ Process Vision: la prima è una diraspatrice lineare che opera una selezione non violenta della materia prima, senza danneggiare i graspi e selezionando solo gli acini, la seconda è una selezionatrice ottica che si basa su un obiettivo lineare per separare le parti da vinificare da quelle verdi».

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tefano Albrigi garantisce servizi di supporto alla progettazione di una cantina

Chi lavora solamente sulle attrezzature da cantina, e con l’impiego esclusivo di acciaio inox, è Albrigi (www.albrigi.it), azienda di Stallavena di Grezzana (Verona) che, da qualche anno a questa parte, ha aggiunto un’importante parte di servizi ai prodotti che già storicamente fornisce. «Quello che notiamo», dice il titolare Stefano Albrigi, «è che gli imprenditori del vino hanno bisogno di un supporto tecnico ed esperto per imparare a usare le attrezzature e per progettare una cantina professionale, ecologica e igienica. Abbiamo quindi pensato a due nuovi tipi di offerta. Il primo mette a disposizione dei clienti che acquistano uno dei nostri sei modelli di vinificatori un enologo che li segue in tutti i passaggi di lavorazione per aiutarli a trarre il meglio dal nuovo strumento di cui dispongono. In questo modo fin dalla prima vendemmia sono in grado di ottenere risultati di qualità. Il secondo servizio potremmo definirlo “progettiamo noi la vostra cantina” e consiste nel fornire ai clienti un ingegnere civile con grande esperienza nell’impiantistica, in grado di definire un progetto industriale di cantina efficiente ed ecologica». L’idea di cantina moderna di Albrigi è una struttura che usa solo strumenti in acciaio inox, facilmente sterilizzabili e pulibili con acqua calda e vapore, senza l’impiego di sostanze chimiche.

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Le nuove presse Pec di Della Toffola

Nella lavorazione dell’acciaio eccelle anche Della Toffola (www.dellatoffo-la.it) che ha sede a Trevignano (Treviso). Il gruppo lavora in tutto il mondo e offre una vasta gamma di prodotti, proponendo soluzioni tecnologiche, macchine e impianti adatti per la lavorazione della materia prima fino al confezionamento del prodotto finito. Nel 2010 la società ha acquisito il marchio Ave Technologies e di recente ha perfezionato l’ingresso della Gimar Srl, storica azienda con stabilimenti in provincia di Alessandria. Tra le novità esposte a Enolitech segnaliamo i nuovi modelli di presse PEC Della Toffola, che effettuano la pressatura in atmosfera inertizzata con azoto. Semplici da gestire, compatte e facili da tenere pulite, queste presse sono coordinate da uno speciale software che permette pressature progressive senza rotazioni, con sgretolatura limitata alla fase finale.

L’arte del servizio

Enolitech è anche una preziosa vetrina per tutto quanto riguarda il vino dopo l’imbottigliamento e cioè per le fasi della vendita e del servizio. Le aziende italiane sono all’avanguardia sia per i sistemi espositivi delle bottiglie, di cui nella rassegna veronese si può ammirare un vasto ventaglio di proposte, sia per gli strumenti di servizio, a partire da calici e decanter. La nostra tradizione vetraria, che ci pone ai primi posti nel settore, ha i suoi riflessi anche in questo ambito: marchi prestigiosi come Bormioli Rocco, Italesse, Zafferano sono abitualmente presenti in fiera per presentare le novità.

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Padoan realizza, tra le altre cose, arredi per enoteche e punti vendita e in fiera porterà proprio una campionatura dei suoi moduli

Ma andiamo con ordine e partiamo dai sistemi espositivi per il vino che, nella loro evoluzione continua, consentono di capire anche come cambiano gli stili di consumo. Eleonora Dal Mas, che si occupa della comunicazione per il marchio Padoan di San Polo in Piave, in provincia di Treviso (www.pado-an.com), ci fornisce qualche spunto: «Realizziamo arredi per il display del vino in Cantine, enoteche, punti vendita e forniamo anche strumenti per facilitare la mescita, dai carrelli di servizio alle lavagne per l’indicazione dei vini del giorno. Potrebbe sembrare un aspetto secondario, ma proprio l’evoluzione delle lavagne mostra come siano cambiate le esigenze di osti ed enotecari negli ultimi tempi. Se prima infatti si preferivano quelle piccole, orizzontali e da appoggiare a terra o sul banco, ora la richiesta maggiore è per le lavagne grandi, da parete. Questo perché si diffonde sempre più il modello di un locale informale, gestito abitualmente da una sola persona, che non può recarsi ai tavoli per prendere le ordinazioni e quindi espone l’offerta di vino su una lavagna di grosse dimensioni, visibile a tutti. Si semplifica la gestione, si crea un rapporto diretto e vivace con il cliente in un’atmosfera conviviale e amichevole». Padoan porta in fiera anche i suoi moduli d’arredo adatti per un’amplissima serie di soluzioni, in particolare per i punti vendita o degustazione delle Cantine, personalizzabili secondo necessità.

Strumenti per degustare

Passando ai grandi marchi della cristalleria, ecco invece come Italesse (www.italesse.it), importante firma del design italiano, si appresta a partecipare a Enolitech.

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La novità di Italesse: Tiburòn, un calice studiato per migliorare la vista del fluido all’interno e per mettere in risalto il profumo e la degustazione del vino

«Quella di Verona», dice Claudio Barducci, fondatore del gruppo, «è un’occasione unica e perfetta per presentare il nostro show room e tutta la nostra collezione di prodotti in modo diretto e con forte impatto sulle Cantine del panorama nazionale e internazionale del mondo del vino». Anche quest’anno ci saranno novità nello stand, rappresentate soprattutto dal calice Tiburòn, studiato per migliorare la vista del fluido all’interno, per mettere in particolare risalto sia il profumo sia la degustazione del prodotto. Chiediamo a quali tendenze s’ispiri questo nuovo prodotto, che si aggiunge in catalogo agli altri già offerti dal marchio. «Le nuove tendenze», spiega Barducci «riguardano soprattutto una progettualità dalle forme molto semplici a cui si accosta il valore aggiunto del design che apporta quel tocco di bellezza e magia che fa sì che l’oggetto diventi unico e inconfondibile. Le tendenze in atto nei nostri prodotti rispecchiano e cercano sempre di anticipare le linee progettuali del panorama produttivo contemporaneo per la tavola, con la caratteristica di accostare il design alla professionalità del mondo vino, creando referenze dalle caratteristiche tecniche ma allo stesso tempo emozionali».

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Star Glass di Bormioli Rocco, in vetro ecosostenibile e completamente non poroso

Un aspetto che distingue i marchi italiani del settore, oltre al design insuperabile, è anche la continua ricerca su nuove formule di vetri cristallini, d’elevata brillantezza e resistenza. Per fare solo un esempio segnaliamo lo Star Glass di Bormioli Rocco (www.bormiolirocco.com), utilizzato per la prima volta per la nuova linea di calici professionali Electra. «Star Glass», spiegano gli esperti dell’azienda, «è un vetro con caratteristiche uniche: è eco-sostenibile perché riciclabile al 100% ed è completamente non poroso, perfetto per contenere alimenti e bevande, senza rilasciare né assorbire sostanze. Accanto a queste caratteristiche, esistono diversi metodi di lavorazione per rendere il vetro resistente agli urti, ai lavaggi e all’usura, per renderlo adatto a sopportare shock termici, ma anche per nobilitarlo con peculiarità estetiche inaspettate per il vetro. Star Glass, in particolare, ha una brillantezza e una sonorità paragonabili al cristallo senza però l’aggiunta di piombo, la cui nuova formulazione consente la massima neutralità del vetro e la totale assenza di sfumature di colore e d’impurità». Sempre di Bormioli Rocco è un’altra novità, il Porcelain Glass, simile alla porcellana ma con l’assenza di porosità tipica del vetro.

Vetrina Enolitech

Enolitech si presenta anche quest’anno come una grande vetrina di prodotti, tecnologie e soluzioni legati al mondo del vino e dell’olio. Si va dai macchinari per la raccolta, la vinificazione e l’imbottigliamento agli accessori per il servizio, dalle chiusure naturali e sintetiche ai calici per la degustazione, dalle soluzioni per il packaging e l’etichettatura al lavaggio dei bicchieri. Ecco allora una rassegna di novità che potrete scoprire a Veronafiere, dal 7 all’11 aprile, girando tra gli stand di Enolitech (www.enolitech.it), suddivise per settori d’interesse.

Frantoio

Enolitech non riguarda soltanto la filiera del vino. Nutrita è anche la rappresentanza d’aziende che lavorano nel settore oleicolo, proponendo soluzioni per la frangitura e il confezionamento.

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Pegaso 1000 è l’idea di Officine Meccaniche Toscane. La macchina produce olio d’oliva direttamente dall’uscita del decanter

Chi è interessato a questi temi deve buttare un occhio allo stand delle Officine Meccaniche Toscane, società toscana di Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze (www.omtspa.it) che porta in fiera un nuovo modello di linea di produzione, la Pegaso 1000. La macchina produce olio di oliva pulito direttamente all’uscita del decanter, senza la necessità di utilizzare il separatore centrifugo ad asse verticale alla fine del processo. Nella Pegaso 1000 sono stati rinnovati, rispetto ai modelli precedenti, il gruppo di lavaggio e il gruppo frangitore; la gramolatrice è suddivisa in tre scomparti e ha una capacità di 1.600 litri.

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La linea di mini frantoi di Rapanelli

La caratteristica veramente innovativa sta nel fatto che il decanter lavora a due fasi, senza aggiunta d’acqua di miscelazione, attraverso un originale sistema di estrazione che esclude nella maniera più assoluta perdite di olio nella sansa; cosa che invece accade spesso negli impianti con funzionamento similare. La produzione oraria si aggira attorno ai 10 quintali di pasta di olive, con una potenza di soli 5,5 kW. Un’altra novità assoluta riguarda il percorso di chiarificazione a cui viene sottoposto il prodotto all’interno del tamburo: il mosto oleoso infatti entra in un secondo tamburo (a bassa velocità) situato al centro e, percorrendolo in senso inverso in tutta la sua lunghezza, riesce a eliminare completamente le mucillagini e i corpi in sospensione garantendo un olio finale di altissima qualità.

Un marchio umbro, invece, Rapanelli di Bevagna (www.rcmrapanellinord.com), propone una nuova linea di impianti piccoli per produrre olio extravergine: si tratta di mini frantoi in tre modelli, da 80, 130 e 180 kg/ora.

Cantina

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Lafal mostrerà il sistema Roto-Jolly 3, adatto alla spumantizzazione anche con un numero esiguo di bottiglie

Tra gli espositori di Enolitech non mancano le aziende che producono attrezzature per Cantine, impiegate per esempio per l’elevazione dei vini (botti) ma anche per automatizzare i processi. Per esempio la Lafal di Quaderni, nel Veronese (www.lafal.com), che offre supporti per tonneaux o barrique (Bottistop), sistemi automatici per movimentare pellet di bottiglie e riprodurre l’effetto remuage (Roto-Jolly) e ancora ceste in acciaio galvanizzato per il deposito di bottiglie (Jolly-co). In fiera porta una recente novità, il sistema Roto-Jolly 3, formato da un cestone singolo di bottiglie che consente anche alle piccole Cantine di adottare il remuage e produrre spumanti Metodo Classico.

Un forte ritorno alle tradizioni italiane si assiste nel settore delle botti.

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Le botti di Renzi

A Verona, oltre allo stand di Garbellotto, tra i più antichi produttori europei in attività, è presente anche l’azienda modenese Renzi Francesco (www.renziartigianobottaio.com), specializzata soprattutto nella produzione di botti e di barili per l’aceto balsamico, in diverse essenze, come ad esempio rovere di Slavonia, frassino, ciliegio, castagno, acacia e gelso. Produce anche botti di piccole dimensioni per infusi, distillati e vin santo, rovere frassino, acacia e pero. Per il vino realizza botti e fusti in rovere di Slavonia con dimensioni fino a 15 ettolitri.

Imbottigliamento

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VaporOne di Idroeletrika è l’ultimo nato tra i vaporizzatori

Sempre in un’ottica di igiene e qualità del vino si inserisce la proposta di Idroeletrika, azienda di Corrubbio di Negarine, vicino a Verona (www.idroeletrika.it), esperta nella produzione di vaporizzatori per la sanificazione e sterilizzazione delle linee di imbottigliamento. In fiera è possibile vedere la sua ultima referenza, VaporOne, una gamma di vaporizzatori di alta qualità per la sanificazione e sterilizzazione di linee imbottigliamento, ma anche di sistemi di filtrazione e microfiltrazione, vasche stoccaggio inox, botti e barrique.

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Newclean e il suo lavapavimenti

Costruiti in acciaio inox e dotati di caldaia e resistenze in acciaio inox, i VaporOne sono in grado di portare l’acqua a ebollizione in meno di due minuti con un’alta produzione di vapore costante e continuo.

Soluzioni per la pulizia di impianti produttivi destinati al vino, come lavapavimenti, spazzatrici, aspiratori, impianti di lavaggio industriale e idropulitrici sono visibili anche allo stand di Newclean, società con sede in provincia di Verona a San Pietro di Morubio (www.newclean.it).

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La linea di etichette in alluminio di Rotas

L’azienda vende questi sistemi o, in alternativa, li noleggia, fornendo l’adeguata assistenza.

Una fase delicata della produzione è anche l’etichettatura. In questo settore si susseguono le innovazioni, in cui i marchi del nostro Paese sono all’avanguardia. La Rotas di Treviso, per esempio (www.rotas.com), presenta la sua tecnica per il trasferimento sulla bottiglia di effetti o scritte metalliche senza dare l’idea dell’etichetta. Il sistema è stato sviluppato nel progetto della Docg Montepulciano d’Abruzzo, trasferendo una lamina d’oro su un materiale no label look. Da quel progetto è nata l’attuale linea di prodotto in alluminio, con scritte in rilievo di grande effetto estetico.

Chiusure

La Asteas di Torino ha brevettato un sistema, denominato Corkyfree, che evita la formazione del classico odore di tappo. Il problema colpisce in media il 10% delle bottiglie tappate con il sughero ed è dovuto allo sviluppo di una sostanza, il tricloroanisolo, formatasi a partire dalle spore di un fungo, l’Armillaria mellea, che spesso colonizza le querce da cui il sughero viene ricavato.

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Expancork Emula di La Brenta Sugheri

Il brevetto di Asteas si applica in fase di imbottigliamento e ha lo scopo di evitare il contatto tra l’ossigeno e le spore del fungo, impedendo in questo modo la comparsa del tricloroanisolo. Per ottenere questo risultato in sostanza si effettua un imbottigliamento in presenza di azoto e poi si depone anche una goccia di gas inerte tra la parte esterna del tappo e la capsula. Sempre parlando di tappi, segnaliamo le chiusure Expancork Emula de La Brenta Sugheri, società di Breganze, in provincia di Vicenza (www.labrentasugheri.com): si tratta di tappi sintetici che simulano, sia nell’aspetto sia nelle prestazioni, il vero sughero.

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La gamma di tappi elastici Micro di Sugherificio LTS

Hanno un eccellente ritorno elastico, bassissima permeabilità ai gas, texture nella circonferenza e nelle teste praticamente identiche a un tappo naturale. Gli Expancork Emula sono disponibili in tre formati: 22,5×38 mm, 22,5×42 mm e 24×38 mm, pensati per i vini frizzanti.

Il Sugherificio LTS di Brandico, località del Bresciano (www.sugherificio-lts.it) porta la sua gamma di chiusure in sughero per vino, olio, grappe e liquori. Tra questi i tappi Micro, con un’elasticità decisamente superiore al sintetico, ma con lo stesso prezzo.

Packaging

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I portabottiglie in carta di gelso di Litocartotecnica Americano

Uno dei settori a più alto ritmo d’innovazione è quello del packaging, o confezionamento: i produttori fanno a gara per colpire il pubblico, oltre che con il prodotto, anche con l’aspetto delle bottiglie e delle confezioni ed Enolitech storicamente mostra ai visitatori le ultime novità del comparto. Il ricorso sempre maggiore a materiali naturali e riciclabili, che si sposa con il concetto di genuinità intrinseco al prodotto vino, ha per esempio spinto la Litocartotecnica Americano di Rivarolo del Re, in provincia di Cremona (www.americano-mam.it) a ideare scatole in carta di gelso per confezionare regali e a creare shoppers, sempre in carta di gelso, per bottiglie di vino da asporto.

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Le etichette in alluminio, tessuto, pvc e con i cristalli Swarowski di Even MD

Di tutt’altro genere la gamma di Even MD (www.evenmd.it), azienda specializzata in decorazioni per il settore vinicolo. In fiera mostra i suoi sistemi di produzione di etichette particolari, in alluminio, tessuto e pvc con vari elementi a rilievo. D’effetto il sistema di applicazione alle bottiglie di strass e cristalli Swarowski, anche per migliaia di pezzi, che consente di riprodurre disegni o scritte.

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Olly, la bottiglia in acciaio di Livingcap

La lavorazione è effettuata nel laboratorio dell’azienda, che ha anche un suo progetto per la realizzazione d’effetti a rilievo su etichette metalliche, anche con processi d’invecchiamento che enfatizzano ancora di più l’aspetto grafico. Queste etichette possono essere fornite in bobina e applicate quindi sulle confezioni dopo l’imbottigliamento.

Anche il metallo è sempre più usato nella produzione di contenitori alimentari. Un esempio è la bottiglia Olly, in acciaio inox, realizzata da Livingcap di Breganze (www.livingpack.com). Può essere impiegata per confezionare olio extravergine d’oliva, ma anche aceto, distillati e altri prodotti edibili. Le qualità organolettiche vengono mantenute costanti grazie all’uso di acciaio alimentare Aisi 304. È stata pensata per il confezionamento di prodotti di valore ed è personalizzabile con etichette in stagno, sigilli in pvc simil-ceralacca, chiusure in plastica o in legno pregiato. È disponibile nelle versioni lucida e satinata, da 250 o da 500 cc.

Esposizione

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L’elegante linea di espositori in plexiglas fissati a muro di Erreenne

La Erreenne di Padova (www.erreenne.com) presenta una nuova linea di espositori in plexiglas per vino. Trasparenti, consentono una perfetta visibilità delle etichette e, grazie al design moderno, si adattano a ogni tipo di arredo, in Cantine, negozi, enoteche e ristoranti. I responsabili dell’azienda sottolineano la robustezza di queste vetrine pensili, adatte anche per la conservazione di bottiglie prestigiose. Esistono versioni a piedistallo o fissate a muro con un sistema di montaggio semplice e veloce.

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Il sistema espositivo con lo specchio di Metal 2000

Le bottiglie restano in posizione orizzontale, la migliore per la conservazione. In catalogo anche espositori monobottiglia da mensola o da tavolo.

Anche la Metal 2000 di Castagnito, località del Cuneese (www.metal-2000espositori.it), propone un sistema espositivo brevettato, che pone le bottiglie, anche di forme diverse, orizzontalmente. L’azienda è specializzata nella lavorazione di ferro, acciaio inox e materie plastiche, sagomati con una nuova tecnologia a taglio laser che assicura la massima precisione.

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Crateros, la spumantiera in policarbonato di Rds Moulding Technology

Di recente ha arricchito la gamma di soluzioni con nuovi elementi decorativi, come sfondi colorati, specchi e cornici in plexiglas.

Gioca sempre sulle trasparenze, del policarbonato lavorato insieme con l’acciaio, la spumantiera Crateros, nuovo prodotto di Quattro Gradi di Torreglia (Padova), marchio della Rds Moulding Technology (www.quattrogradi.com). Si riempie di ghiaccio e acqua e può accogliere numerose bottiglie. Da posizionare sul banco bar o in un catering. L’azienda mostra a Enolitech anche altre due novità: un nuovo secchiello, denominato Afrodite, e la sputacchiera Pandora.

Calici

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I calici Luxor 49 di Rastal

Una delle più importanti griffes nella produzione di bicchieri, Rastal (www.rastal.it), presenta a Enolitech i primi due articoli della nuova linea Luxor, tutta realizzata in vetro cristallino superiore con la tecnica gambo tirato (coppa e gamba in un solo pezzo) per assicurare una maggiore resistenza al maneggiamento quotidiano, particolarmente intenso in Cantine, enoteche e ristoranti. La linea, moderna, è stata testata per valorizzare al meglio il contenuto dei calici esaltando profumi e sapori. I primi nati sono il calice Luxor 49 (calice universale) e la flûte Luxor 38, specifica per bollicine.

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La linea Karma di Vetro Paini, una nuova serie di calici versatili e robusti con una particolare curvatura

Due le novità per Vetro Paini. L’azienda di Parma (www.vetropa-ini.com) espone le linee Karma e Bacchus, nuove serie calici in vetro di qualità superiore, caratterizzate da alta versatilità e robustezza. Le particolari forme e curvature permettono l’aprirsi delle componenti volatili del vino, valorizzandone le qualità. Le due nuove serie si affiancano alle linee Carré, Esprit, e Bollicine.

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I bicchieri infrangibili di Waf e i calici Luxor 49 di Rastal

Per i servizi all’esterno, in catering o in banchetti, può essere utile servirsi di bicchieri infrangibili, come i modelli in policarbonato, lavabili in lavastoviglie, realizzati da Waf di Creazzo (Vicenza, www.brevettiwaf.it): si possono impiegare anche in bar, discoteche, birrerie e manifestazioni all’aperto e sono disponibili in vari formati, per birra, mini drink, cocktail e anche in versione flûte Opale da 150 cc.

Servizio

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Nigota, un salvagoccia rivoluzionario di Pulltex

E infine non potevano mancare le nuove soluzioni per il servizio, come materiale professionale per i sommelier, calici di degustazione, decanter, servizi di calici per la degustazione e altre idee originali per promuovere il consumo.
Nel campo dei salvagoccia, gli accessori pensati per evitare di rovesciare il vino durante la mescita, segnaliamo la novità di Nigota, nuova idea di Pulltex (www.pulltex.com) che cambia la forma del classico salvagoccia circolare: è un foglietto di pvc trasparente con finitura metallizzata su ambo i lati e con un’innovativa aletta per bloccare il dischetto e non farlo scivolare dentro la bottiglia. Si può anche personalizzare su tutta la superficie.

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La Iced Bag di Renoir nella nuova versione in neoprene, capace di mantenere la temperatura più a lungo

Si moltiplicano gli spunti per servire il vino alla temperatura giusta. Tra le varie idee segnaliamo la Iced Bag, letteralmente “borsa di ghiaccio”, una borsa trasparente e colorata che, dopo essere stata ghiacciata nel refrigeratore, mantiene per almeno mezz’ora la temperatura di bianchi o spumanti, occupando sul tavolo una superficie molto ridotta rispetto a un normale secchiello. Prodotta dall’azienda mantovana Renoir (www.renoirsrl.com) la Iced Bag viene lanciata in fiera nella nuova versione in neoprene, capace di mantenere la temperatura più a lungo.

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La sciabola per il sabrage con Bottle Tool, un accessorio per la conservazione sotto vuoto delle bottiglie aperte di Schönhuber

In questo settore particolarmente nutrita, come al solito, è la presenza di Schönhuber (www.schoenhuber.com), che con il suo marchio Vinobar ha in listino un’ampia gamma di accessori: dal Bottle Tool per la conservazione sottovuoto delle bottiglie aperte agli espositori monobottiglia, da una nuova linea di cavatappi ai campionari di odori per esercitarsi nella tecnica della degustazione, dalla sciabola per il sabrage di Champagne e spumanti ai salvagoccia.

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La spumantiera di Sermen

Ricco anche il ventaglio di novità proposto da Sermen Drinking, società con sede ad Albignasego, nel Padovano (www.sermendrinking.com), che nell’ultimo anno ha sviluppato un’ampia serie di secchielli e spumantiere dalle forme più diverse ed eleganti. L’azienda propone anche accessori per il servizio come grembiuli e davantini, shoppers, tracolle, portacalici per degustazione, tappi e cavatappi, calici e bicchieri.

Originale anche il progetto di Proni, realtà di Lugo di Romagna, vicino a Ravenna (www.proni.it), che produce coni e cialde per il gelato e che ha ideato il mini bicchiere Chocup, un bicchierino di cioccolato rivestito di wafer per il servizio di liquori, ma anche di gelati, caffè espresso o panna.

 

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La lavastoviglie UC di Winterhalter disponibile in quattro misure

Segnaliamo infine lo stand di Winterhalter, marchio internazionale specializzato nella produzione di lavastoviglie e lavabicchieri professionali. A Enolitech presenta la nuova serie UC, che accorpa quattro funzioni (lavabicchieri, lavastoviglie, lavastoviglie Bistrò o lavaposate) ed è disponibile in quattro misure (S, M, L e XL). In questo modo è possibile sfruttare al meglio lo spazio a disposizione per dotarsi di una macchina ad alta tecnologia, con sistema a quattro filtri, sistema di autopulizia e programmi di lavaggio anche superdelicati. Esiste inoltre una versione con scambiatore di calore, che consente di recuperare il calore latente del vapore.

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© Riproduzione riservata - 11/03/2011

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