In Italia In Italia Alessandro Torcoli

Serra Ferdinandea, che storia il nuovo capitolo Planeta!

Serra Ferdinandea, che storia il nuovo capitolo Planeta!

Tra Menfi e Sciacca la famiglia siciliana Planeta e quella francese Oddo hanno realizzato Serra Ferdinandea, una tenuta ricca di fascino per il mito che rievoca e per la spinta fortemente ecologica. Ne sono nati tre vini, tutti blend, che nascono in un contesto particolare. Il progetto Ab Insula promuove le ricchezze siciliane

Il 28 novembre, in una fredda giornata milanese, Francesca, Alessio e Santi Planeta hanno convocato la stampa all’Uovodiseppia, ristorante milanese dello chef siciliano Pino Cuttaia. In programma una serie di aggiornamenti sull’azienda, che dagli anni Novanta, quando fu costituita, ha raggiunto rapidamente un successo mondiale; 386 ettari vitati e 2,4 milioni di bottiglie prodotte in sette cantine nei cinque territori di Menfi, Vittoria, Noto, Etna e Capo Milazzo. Alla produzione di vini si affiancano 151 ettari di uliveto, 5 strutture dedicate all’ospitalità e ai wine tour. Insomma, un gruppo di ragguardevoli dimensioni.
Mentre atterra sulla nostra tavola un “tiepido di mare” che ricorderemo per armonia di sapore, i Planeta raccontano, come pochi sanno fare, storia e progetti. Quando iniziarono non facevano 100 anni in tre (ora sono 15 i cugini coinvolti). Lo ricorda Alessio, citando il titolo con cui sulla nostra rivista Pino Khail presentava la nuova avventura mossa dalla visione e dalla passione del suo amico Diego Planeta. Oggi, gli ex-ragazzi alla guida dell’azienda sono cinquantenni (Alessio nel frattempo è diventato nonno, per quanto un giovanissimo nonno), ma lo spirito che trasmettono resta svelto e lungimirante.

Ancora giovani, già storici

La percezione stessa dei vini Planeta, nell’immaginario collettivo, è cambiata; un tempo erano quelli del glorioso Chardonnay di ispirazione australiana pensato con Carlo Corino. Un bianco che è entrato nella storia della moderna enologia italiana e che resta buonissimo, ma oggi conquistano l’interesse con diversi progetti intriganti ed etichette sempre migliori. Ad esempio, il recupero del Mamertino e dell’uva Nocera a Capo Milazzo, realtà legata alla Fondazione Lucifero, proprietaria dei terreni, il cui canone e le royalties sono utilizzati a sostegno delle attività in favore dell’infanzia in difficoltà svolte dall’Associazione Gigliopoli.
O l’avventura sull’Etna, dove hanno costruito un luogo di fascino aperto anche all’arte e dove si producono – oltre ai vini Doc – un Pinot nero e un Riesling degni di nota, a Sciaranuova, situata a 850 metri d’altitudine. E ancora i due vini Didacus, dedicati a Diego Planeta, papà di Francesca, uno Chardonnay e un Cabernet Franc di rara eleganza.   

Planeta Serra Fedinandea
Da Serra Ferdinandea si scorge il tratto di mare tra Sciacca e Pantelleria, legato al mito dell’isola Ferdinandea

La novità di Serra Ferdinandea

Ma un giovane rosé denso di fascino ci inspira in particolare ed è ciò di cui vogliamo scrivere oggi. Una visionaria impresa che si chiama Serra Ferdinandea; 110 ettari tra macchia mediterranea, vitigni e boschi dove i Planeta e i francesi Oddo hanno impiantato in regime biodinamico uve Grillo, Sauvignon Blanc, Syrah e Nero d’Avola, di fronte alla leggendaria e oggi scomparsa Isola Ferdinandea.
Le due famiglie hanno concepito una visione ideale di azienda agricola, dove i vigneti sono incastonati nei 50 ettari di foresta mediterranea, 10 ettari sono destinati alla coltura dei ceci, dei fichi bianchi e del grano Perciasacchi, con 50 arnie per l’ape nera sicula. Inoltre pascolano nel territorio diversi capi di bovini allo stato brado . I vigneti sono a «serre» o «sella», sistema collinare tra due formazioni montuose rocciose, prevalentemente calcaree. Terreni impervi e vergini, che non hanno visto l’aratro per secoli, modellati solo dagli elementi naturali, e dal pascolo delle pecore. Gli ettari di vigna oggi sono 17, ma raggiungeranno i 25 entro la fine del 2024. La cantina si trova vicino a Menfi per rispettare i luoghi incontaminati, mentre al centro della proprietà̀ nascerà̀ una fattoria con sala degustazione.

Uno sguardo alla leggenda

Il fascino di questa tenuta sta anche nel nome e nella posizione, da cui si scorge il tratto di mare tra Sciacca e Pantelleria, legato al mito dell’isola Ferdinandea, che apparve e scomparve in meno di un anno, beffando Borboni, francesi e inglesi che se la contendevano. Ora l’isola è sei metri sotto il mare e resta nel mito; ma se ne tornerà a parlare sovente, grazie alle due famiglie che ne faranno viaggiare il ricordo nel mondo. I vini, tutti blend italo-francesi, per adesso sono tre: il bianco (50% Grillo 50% Sauvignon blanc), il rosso (Nero d’Alvola 50% e Syrah 50%) e il rosé (Nero d’Avola 70% e Syrah 30%).

I tre vini di Serra Ferdinandea

Il progetto Ab Insula

Serra Fernandea è uno dei primi tasselli (l’altro riguarda il Castello di Solicchiata alle pendici dell’Etna e ne abbiamo scritto qui) del progetto Ab Insula, nato per selezionare e valorizzare le eccellenze dell’isola; prodotti, progetti e persone “che, con il loro carattere straordinario, alimentano e promuovono un’immagine gloriosa della Sicilia nel mondo”. Hanno cominciato parallelamente con una joint-venture nata da zero su basi molto contemporanee e con un accordo di distribuzione con una realtà storica leggendaria.

Foto di apertura: Santi, Alessio e Francesca Planeta

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© Riproduzione riservata - 01/12/2022

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