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Olio – Ristorante di pesce con orto a Origgio (Varese)

17 Luglio 2025 Jessica Bordoni Lombardia
Olio – Ristorante di pesce con orto a Origgio (Varese)

Una raffinata proposta di mare all’interno di un complesso multifunzionale che mette d’accordo gli amanti della buona tavola e dei motori, ma anche gli appassionati d’arte contemporanea. Una cucina di prodotto creativa quanto basta e una carta dei vini articolata e versatile, che riserva molte sorprese

The Box a Origgio, nel Varesotto, è una destinazione che vale il viaggio se si amano la buona tavola, l’arte contemporanea e i motori. Un unico luogo che riunisce tanti spazi: un ristorante gourmet di cucina di pesce; una grande serra con piante aromatiche e alberi di agrumi; una galleria d’arte diffusa; una collezione di oltre cento auto storiche; e un’officina meccanica specializzata in vetture d’epoca.  

Cosa vuol dire Olio

Dietro (anzi dentro) c’è tutto la passione dell’imprenditore Luigi Melini e della sua famiglia, che nel 2020 hanno deciso di dare vita a questo grande “contenitore di sogni” e lo gestiscono con estrema cura ed entusiasmo. Tra i pilastri del progetto c’è Olio, “Ristorante di pesce con orto” come recita il sottotitolo. Un incontro fortunato tra i prodotti del mare e quelli della terra, dove l’extra vergine di oliva diventa il trait d’union di ogni creazione culinaria. Ma la scelta del nome Olio è anche un omaggio al mondo dei motori, per sottolineare come tutte le anime di The Box siano complementari. Per accorgersene basta osservare le eleganti sale del locale. Il legno, le pietre, i cristalli, il metallo con le sue cromature, i tessuti per i rivestimenti: sono tutti elementi che richiamano le autovetture esposte nei piani superiori e si ritrovano anche nei giardini e nelle serre.

La scelta delle materie prime

La cucina dello chef Andrea Marinelli, che guida la brigata dal primo giorno di apertura e da quest’anno supervisiona anche l’Olio Fishbar nel centro di Saronno, ha tra i suoi punti di forza la freschezza e la sostenibilità delle materie prime. Pesci, molluschi e crostacei sono selezionati quotidianamente al mercato ittico di Milano e arrivano da un ristretto gruppo di fornitori fidati. Mentre la frutta e la verdura sono coltivate direttamente nelle serre, negli orti e negli agrumeti della struttura, rigorosamente senza l’utilizzo di prodotti chimici. Olio figura anche tra i primi (e ancora pochi) ristoranti italiani dotati di una cucina separata dedicata in esclusiva alle preparazioni gluten free e fa parte del circuito dei locali selezionati dall’Aic, l’Associazione Italiana Celiachia.

Ristorante Olio
Lo chef Andrea Marinelli

Sala giovane, cucina raffinata

La sala è affidata a una squadra di giovani preparati e sorridenti, che si muovono spigliati tra i tavoli delle sale interne e del suggestivo dehors con vista sul giardino scandito da ulivi secolari e opere d’arte site specific. Il servizio, dinamico e moderno, mette a proprio agio il cliente senza inutili formalismi di facciata. In cucina, la mano felice e misurata dello chef Marinelli – varesino con esperienze all’Armani Cafè e all’Innocenti Evasioni passando per il Maio di Copenaghen – gioca per sottrazione, soppesando con cautela e precisione gli elementi che compongono ogni piatto per lasciare che sia l’eccellenza della materia prima a parlare, senza coprirla inutilmente. Un rischio, questo, in cui chi fa cucina di pesce cade spesso e rovinosamente. Le preparazioni sono raffinate, i gusti netti ed essenziali nel loro equilibrio ora giocato sulle consistenze e ora sui contrasti. Si può ordinare alla carta (a pranzo è prevista la formula del business lunch) oppure affidarsi a uno dei tre menu degustazione che cambiano stagionalmente: Dall’Orto (85 euro a persona), Dal Mare (110), e Da Olio (135). I primi due mettono al centro gli ortaggi e il pescato; il terzo è a mano libera e sintetizza la filosofia culinaria dello chef, alternando portate di mare e di terra.

I piatti più emblematici

Tra gli antipasti più originali del menu estivo troviamo l’Aguachile di capesante, ostriche rosa di Scardovari e cetrioli in osmosi e la Tartare, ma di anguria. I primi non temono di fare i conti con la tradizione, come nel caso degli Agnolotti del plin in verde con alici, uvetta e pinoli e delle Linguine alla Nerano con zucchinette in fiore e scampi scottati. Tra i secondi, accanto ai due imperdibili signature dish come i Pesci, molluschi e crostacei in brodetto di mare con fregola sarda e il fritto croccante con salsa remoulade Mare e orto, non mancano proposte più ardite come la Quaglia ripiena, fave, cipollotto e tartufo nero. Gli amanti dei crudi non vorranno perdersi il magistrale Plateau, che spicca per freschezza e varietà: una selezione di ostriche, gamberi viola e scampi da Santa Margherita Ligure, mazzancolle del mare Adriatico, aragosta, seppia pugliese, capasanta canadese, boulots e brown crab (80 euro a persona). In alternativa c’è l’iconico Crudo Olio e sale: una selezione di pescati serviti in sashimi e tartare (32 euro). Per gli estimatori di caviale addicted non mancano le papaline Asetra da 10 e 30 grammi a 30 e 80 euro.

La carta dei vini con circa 500 referenze

L’imponente teca-biblioteca dedicata alle bottiglie, posizionata proprio all’ingresso del ristorante, mette subito in chiaro la grande ricerca sul fronte enologico. In carta circa 500 vini, di cui oltre 150 bollicine (quasi la metà Champagne) e 300 tra bianchi e rosati, a cui si aggiunge una più circoscritta selezione di rossi, scelti per la loro anima fresca e versatile, che ben si presta ad accompagnarsi anche a piatti di mare. In linea con la filosofia della cucina, la wine list si concentra su referenze rispettose dell’ambiente, che siano di Cantine blasonate o di piccole realtà che dai numeri ridotti. A chi vuole provare una bollicina non scontata, lontano dai distretti spumantistici classici, consigliamo Q, Metodo Classico Brut a base Vermentino dell’azienda Quartomoro di Sardegna, nell’Oristanese a 38 euro; oppure l’AltaCosta di Tenuta San Francesco, metà Biancolella e metà Falanghina dalle vigne di Tramonti (Salerno) a 49 euro.

Ricarichi contenuti e interessanti scoperte

Tra i bianchi più interessanti, anche considerando il rapporto qualità prezzo, segnaliamo il Nus Malvasie Valleé d’Aoste Doc 2020 La Crotta di Vegneron a 35 euro; il Bro’ Forlì Igt 2022 di Noelia Ricci, blend di Trebbiano e Pagadebit dalle colline di Predappio, e il Pusterla 2021 della franciacortina Monte Rossa, da uva autoctona Invernenga che viene coltivata nella città di Brescia, all’interno di uno dei vigneti urbani più grandi d’Europa. Sul fronte dei rossi, il Furore Rosso Costa d’Amalfi 2023 di Marisa Cuomo è in carta a 47 euro; il Montepulciano d’Abruzzo Riserva 2017 di Marina Cvetic a 51. Nota di merito per la “Selezione di Pinot noir dal mondo”: una quindicina di etichette che spaziano dalla Borgogna all’Oregon e alla California, con tappe in Germania, Nuova Zelanda e Argentina. E proprio dalla grande nazione sudamericana arriva l’interessantissimo Cinquenta y Cinco 2023, Pinot noir biologico di Patagonia della Bodega Chacra (90 euro). Solo a 12% vol. per un rosso che ha la leggiadria di un bianco.

Olio – Ristorante di pesce con orto a Origgio (Varese)

via SP 233 Varesina, 1 , Origgio (Varese)

02.83.62.09.00

info@ristoranteolio.it

https://ristoranteolio.it/

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Chiuso il lunedì, il sabato a pranzo e la domenica a cena

Olio – Ristorante di pesce con orto a Origgio (Varese)

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