Scienze Scienze Elena Erlicher

Diam produce anche in Francia i tappi anti TCA

Diam produce anche in Francia i tappi anti TCA

Dopo la Spagna, in Estremadura, i tappi anti TCA prendono casa anche in Francia. Diam Bouchage, azienda leader nella produzione di tappi di sughero tecnologici, ha appena inaugurato un nuovo stabilimento alle falde dei Pirenei orientali, a Céret, nella regione del Languedoc-Roussillon. Diam Bouchage oggi conta un fatturato di 102 milioni di euro e 1 miliardo di tappi venduti ogni anno in 42 Paesi. Il nuovo impianto, costato 30 milioni di euro, consentirà all’azienda di aumentare la sua produzione e di raggiungere una capacità finale di 2 miliardi di unità all’anno, creando anche una ventina di nuovi posti di lavoro sul sito. Quest’ultimo dato sembra quasi inverosimile, data l’imponenza dello stabilimento e gli alti livelli di produttività. Ma l’impianto è tutto automatizzato e, pur funzionando 24 ore su 24 (le macchine infatti non si fermano nemmeno di notte), vede alternarsi nelle sale di controllo una decina di lavoratori alla volta, mentre il resto del personale effettua continue analisi di controllo nei laboratori interni.

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Suberina e molecole TCA

Il brevetto Diamant®

I tappi tecnologici della Diam Bouchage sono dei microgranulati di sughero. «Il nostro obiettivo principale è produrre tappi che abbiano caratteristiche di omogeneità, adattabilità e alta protezione», spiega il direttore generale Dominique Tourneix accompagnandoci a visitare lo stabilimento. «Per ottenere un prodotto uniforme utilizziamo una materia prima omogenea dal punto di vista del peso specifico dimensionale, cioè una granella di sughero tra 0,25 e 1,2 millimetri, da cui eliminiamo la parte legnosa conservando solo la suberina, la componente più nobile. Tale granella viene “pulita” con CO2 supercritica (cioè nello stato intermedio tra liquido e il gassoso).

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Il direttore generale in sala controllo

Contro la molecola TCA

Il procedimento segue una logica già utilizzata in ambito food, ad esempio per la decaffeinizzazione. Portando il materiale a una certa pressione e una certa temperatura si arriva al cosiddetto punto di CO2 supercritica che permette di estrarre dal sughero la molecola TCA, identificata come responsabile del sentore di tappo, e altre che possono alterare il gusto del vino». Da 1 tonnellata di sughero si estrae in media 1-1,5 grammi di TCA, e “tanta” ne basta per dare al vino quel fastidioso e inconfondibile odore! Dopo la purificazione, la granella viene abbinata a un legante neutro e a microsfere sintetiche, che assicurano al prodotto notevoli proprietà meccaniche ed elastiche. «Un vino tappato con Diam», continua Tourneix, «preserva i suoi aromi per una evoluzione sicura nel tempo dai 2 ai 30 anni e anche oltre, grazie a una gamma che comprende dal Diam 2 al Diam 30».

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Le tre componenti dei tappi

Lo sviluppo sostenibile

Il processo di produzione dei tappi Diam si basa su questo tipo di trattamento, che non fa uso né di solventi né di prodotti chimici ed è a ciclo chiuso, cioè prevede il riutilizzo della CO2 previa purificazione. L’azienda si impegna da diversi anni per ottimizzare il consumo energetico causato dalla lavorazione e riciclare i materiali di scarto. Per esempio, a Céret le molecole di TCA e le altre molecole che alterano il gusto del vino, una volta estratte, sono vendute a Oleos di Montpellier alla ragguardevole cifra di 100 euro al chilo. Questa ditta, utilizzando un procedimento brevettato in collaborazione con la stessa Diam (Diamoleoattivo®), recupera le molecole antiossidanti e le ricicla per l’industria cosmetica.

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© Riproduzione riservata - 06/10/2015

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