In Italia In Italia Emanuele Pellucci

È morto Nello Baricci, fondatore del Consorzio del Brunello

È morto Nello Baricci, fondatore del Consorzio del Brunello

Ha fatto appena in tempo a vedere la nascita della prima bottiglia del “suo” Brunello Riserva che la famiglia ha voluto dedicargli alla soglia dei 96 anni (li avrebbe compiuti il 26 maggio). E per pochi giorni non ha potuto partecipare alla celebrazione dei 50 anni della costituzione del Consorzio (in programma la prossima settimana a Montalcino) del quale era stato fondatore e primo firmatario. Stamani, infatti, è morto all’ospedale di Siena Nello Baricci, produttore storico dei vini di Montalcino della generazione che a partire dagli anni Settanta ha fatto conoscere il Brunello nel mondo. L’ennesimo attacco di cuore, che in passato la sua forte fibra aveva sempre superato agevolmente, gli è stato stavolta fatale.

Da mezzadro a proprietario del Colombaio

Nato a Montalcino il 26 maggio 1921, la svolta nella vita di Nello agricoltore arriva nel 1955 quando da mezzadro acquista il podere Colombaio, nel quale fino ad allora aveva lavorato, e con le poche viti presenti inizia a fare vino. All’epoca il Brunello era un vino conosciuto solo da una piccola élite di appassionati grazie alle poche bottiglie in commercio prodotte da un pugno di aziende tra le quali spiccavano la Tenuta Greppo Biondi Santi e la Fattoria dei Barbi della famiglia Colombini. Un fil rouge (come il colore del Brunello!) univa del resto Nello Baricci a Franco Biondi Santi non soltanto perché dopo la nascita erano stati allattati entrambi da Annina, la mamma di Nello, ma perché, pur provenendo da ceti sociali diversi, entrambi si distinguevano per lo sviscerato amore per il Sangiovese e per il comportamento di estrema cortesia verso il prossimo.

 

Il Brunello Baricci 1971

 

Fra i precursori del Brunello

Un uomo dal sorriso sempre pronto, gioviale non solo con gli amici ma anche con i clienti, soprattutto tedeschi e svizzeri, che per la prima volta si affacciavano alla minuscola cantina del Colombaio. Anche se di poche parole, Nello era diventato negli anni un personaggio di spicco della Montalcino vinicola. L’esordio sul mercato del Brunello Baricci avviene con l’annata 1971 e fin da subito il suo vino, seppur prodotto in piccole quantità dai 5 ettari di vigna (ma all’epoca erano ancora meno) sul poggio di Montosoli, da sempre ritenuto uno dei migliori cru del territorio, affascina i consumatori per la sua eleganza e il potenziale d’invecchiamento. E accanto al Brunello spicca anche il Rosso di Montalcino, a lungo considerato come il migliore della zona. Solo quest’anno, per la prima volta, la famiglia ha voluto mettere sul mercato un Brunello Riserva (annata 2010, cinque stelle) dedicando a Nello nome ed etichetta. Una tipologia che sarà prodotta solo nelle grandi annate.

 

 

Nello Baricci, produttore e amico

Ho avuto il privilegio di conoscere Nello giusto quarant’anni fa, in occasione delle mie visite alle poche cantine di Montalcino dell’epoca per scrivere il primo libro sulla storia del Brunello. Lui sempre nel vigneto a curare le viti, la moglie Ada ad applicare a mano le etichette del Brunello e del Rosso, la mamma Anna, già molto anziana, in poltrona nella cucina-tinello, accanto al grande camino. Un rapporto di simpatia reciproco sfociato in una vera amicizia tra due famiglie che andava oltre il rapporto produttore-giornalista, e che è continuato con i figli Graziano e Graziella e i nipoti Federico e Francesco. Sono loro, oggi, a mandare avanti la piccola ma prestigiosa cantina del “Bariccia”, come veniva amichevolmente chiamato.

Con i suoi quasi 96 anni ben portati, lucido fino al momento del trapasso, Nello Baricci è stato perciò un protagonista di primo piano nel panorama della vitivinicoltura toscana, un vignaiolo gentiluomo che resterà nella storia del Brunello come pochi altri che l’hanno preceduto. Alla famiglia vanno le più sentite condoglianze di Civiltà del bere e mie personali.

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© Riproduzione riservata - 19/04/2017

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