Scienze

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“Minibocche” per scoprire i difetti in cantina

26 Febbraio 2015 Riccardo Oldani
Nuovi sensori nanotecnologici, che usano come rilevatori proteine della saliva umana, sono in grado di capire se, già durante le prime fasi dell’affinamento, un vino è astringente, cioè produce quel senso di secchezza della lingua e del palato determinato da un eccesso di tannini e di polifenoli. ASSAGGI NANOTECNOLOGICI - I sensori sono stati sviluppati dall’Università di Aarhus in Danimarca, per dare ai produttori uno strumento efficace nel controllo della produzione, utile per scegliere le adeguate contromisure, in presenza di difetti. I nanosensori, che funzionano come vere e proprie “minibocche”, hanno però anche un’utilità scientifica, perché possono aiutarci a capire meglio i meccanismi che producono la sensazione di astringenza nella nostra bocca.

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