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Le Vigne urbane di Siena e Pompei

9 Ottobre 2022 Jessica Bordoni
Le Vigne urbane di Siena e Pompei

Nell’immaginario comune, città e viticoltura sono due concetti apparentemente inavvicinabili. E tuttavia il crescente fenomeno delle vigne urbane sembra affermare il contrario. Negli ultimi anni, specialmente in Europa, sono sempre di più i filari metropolitani riscoperti e recuperati grazie al sostegno delle istituzioni pubbliche e all’impegno dei privati. In questa rubrica vi raccontiamo le più celebri, ma anche le più improbabili.

Nel 2019 è nata un’associazione internazionale, la Urban Vineyards Association (il cui acronimo è curiosamente U.V.A.) con l’obiettivo di tutelare il patrimonio rurale, storico e paesaggistico, delle vigne urbane, salvaguardando così la loro preziosa biodiversità. Al suo interno figurano molti vigneti italiani, come Senarum Vinea a Siena, di cui vi parliamo in questo servizio insieme alla Vigna di Pompei, ripristinata grazie all’impegno della Cantina Mastroberardino.

Siena

Senarum Vinea

Il progetto, partito nel 2007, è dedicato alle vigne storiche della città di Siena, dove fino al secolo scorso persistevano numerosi spazi verdi all’interno delle mura cittadine. Sono stati così riscoperti alcuni ceppi centenari di 20 vitigni autoctoni (molti dei quali minori) sopravvissuti fino ad oggi, ma lungamente dimenticati e ad alto rischio di estinzione. Qualche nome? Gorgottesco, Tenerone, Salamanna, Rossone, Mammolo, senza ovviamente dimenticare il Prugnolo gentile, ovvero il Sangiovese. L’iniziativa Senarum Vinea, ideata dal laboratorio di Etruscologia e antichità italiche dell’Università di Siena (ne avevamo già parlato qui), è promossa dall’Associazione nazionale Città del vino e affidata alla Cantina Castel di Pugna.
Castel di Pugna, strada Val di Pugna, 11/b, Siena (vedi su Google Maps)

© Vigna di Pompei

Pompei

Vigna di Pompei

Era il 1996 quando la Soprintendenza Archeologica affidò alla famiglia Mastroberardino il progetto di recuperare le antiche tecniche di viticoltura di Pompei. All’interno degli scavi si individuarono 1,5 ettari idonei, dove si impiantarono le varietà Piedirosso e Sciascinoso rifacendosi al sistema delle “vigne a palo” utilizzato dagli antichi Romani prima dell’eruzione vesuviana. In seguito si è aggiunto anche l’Aglianico, allevato ad alberello. Siamo a 50 metri di altezza, su suoli vulcanici a tessitura sabbiosa. Dal 2001 si produce il Villa dei Misteri, Rosso Pompeiano Igt, il cui ricavato è stato utilizzato per sostenere il recupero dell’antica cella vinaria nel Foro Boario, tra i più suggestivi siti archeologici di Pompei.
via Villa dei Misteri, 2 Pompei (vedi su Google Maps)

Foto di apertura: il progetto Senarum Vinea è dedicato alle vigne storiche della città di Siena © Senarum Vinea

Per scoprire le altre vigne urbane clicca qui+

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