In Italia In Italia Alessandro Torcoli

In 5 vini il futuro de Le Macchiole

In 5 vini il futuro de Le Macchiole

Cinzia Merli con le sue Macchiole è una grande interprete dei rossi di Bolgheri ed è un’instancabile sperimentatrice, che non rinuncia a cercare una strada coerente in una regione, enologicamente parlando, ancora giovane. Segnaliamo i 5 vini che, a nostro avviso, possono marcare il  futuro dell’azienda

Passaggio a Bolgheri. È necessario, un paio di volte l’anno almeno, per tenere il palato allenato su una delle aree viticole più ammirate d’Italia. È cresciuta in fretta la sua fama, se pensiamo che negli Anni Ottanta contata una decina d’aziende e ora sono una sessantina. Per questo è importante tornare, per capire la strada che sta prendendo il territorio, dopo un inizio sperimentale, quand’era soprattutto un laboratorio a cielo aperto, protetto dalla stella dell’illustre Sassicaia. Oggi, complici le nuove generazioni, i vignaioli stanno prendendo coscienza dei suoli, dei vitigni, delle pratiche agronomiche ed enologiche che possono mantenere e semmai accresce la gloria locale.

Le Macchiole, tradizione e voglia di sperimentare

Tra i protagonisti, la vulcanica – seppure sempre compostissima – Cinzia Merli che ha seguito la tipica “curva di maturazione” della regione, di cui ora è testimone consapevole, pur non rinunciando all’esplorazione di nuove strade. Ad esempio, in località Casavecchia, dove vive, Cinzia ha piantato nuova vigna, un ettaro di Syrah allevato al alberello, convinta che quest’uva abbia ancora molto da dire da queste parti.

 

Vendemmia nelle vigne a conduzione biologica

26 ettari di internazionali

In tutto Le Macchiole oggi conta su 26 ettari di Merlot, i due Cabernet, Syrah e sprazzi di Chardonnay e Sauvignon blanc. Le vigne sono trattate per lo più a coltura biologica e biodinamica, con estrema cura per l’ambiente, con soluzioni che mirano alla precisa espressioni delle uve. Ad esempio, le scelte sulla cimatura dipendono dall’obiettivo enologico, avendo sperimentato che a seconda dei casi si possono ottenere vini più o meno “verticali”, diretti e persistenti. In ogni modo, è nella luminosa sala degustazioni delle Macchiole che si capiscono meglio tante cose…

 

Tutti i vini degustati

I nostri migliori assaggi

Segnaliamo in rosso (e con un asterisco) i 5 vini che a nostro avviso possono marcare il futuro de Le Macchiole.

* Paleo bianco 2016 (90% Chardonnay)

rarità da 2.500 bottiglie. Naso Mediterraneo, nota di mela rossa e di menta, palato cremoso, grazie ai 6-7 mesi sulle fecce, gradevole acidità con finale agrumato.

* Bolgheri 2016 (Merlot 50%, Caberbet Franc 20%, Cabernet Sauvignon 15%, Syrah 15)

Frutto rosso, lampone e fragola, cioccolato, nota di fogliame, fruttato intenso, media persistenza, ottima fattura e tipicità bolgherese.

Messorio 2014 (Merlot 100%)

Annata fresca. Il bouquet è di canfora, spezie, frutto rosso e macchia mediterranea; avvolgente in bocca, finale fresco, sapido, molto persistente, retrogusto marino. Diverso, ma intrigante

* Messorio 2015

Annata calda. Calore e densità, con freschezza grazie all’escursione termica notturna. Marasca, fragola, eucalipto, cioccolato, caffè. Suadente, e molto persistente con freschezza e mineralità. “La direzione è questa”, dice l’enologo Luca Rettondini, “più freschezza e verticalità”.

Messorio 2016

Annata fresca. Assaggio da botte. Note di alloro, mentolato, lampone, tannini al momento un poco graffianti, ma il vino non è rifinito. Troverà presto la sua “quadra”.

Paleo 1999 (85% Carbernet Sauvignon e 15% Cabernet Franc)

Mediterraneo, con tocco d’oliva nera, ottima freschezza con nuance di eucalipto. Terroso, leggermente ferroso al palato. Evoluto mantenendo fede all’origine territoriale.

Paleo 2000 (Cabernet Sauvignon 70%, Cabernet Franc 30%)

Mirtilli e frutti scuri al naso, con vena salmastra e rilievi floreali. Palato ematico, asciuga leggermente ma chiude in equilibrio tra freschezza e alcol.

Paleo 2001 (prima annata 100% Cabernet Franc)

Minerale, note balsamiche, fungo e frutti neri (mora, mirtillo). Al palato torna il piccolo frutto, con freschezza mentolata, chiusura perfetta.

Paleo 2004

Profumi di frutti scuri, constante la nota di eucalipto, in bocca è complesso con tabacco, cioccolata e marmellata di frutti di bosco. Molto persistente.

Paleo 2008

Profumi ancora freschissimi, con ciliegia e ricordi mediterranei (lentisco), nota di sottobosco, grafite e petali tipici del Franc. Tutto riproposto con armonia al palato.

* Paleo 2010

Palette aromatica fresca, inteso il frutto scuro, palato vibrante, tannino ancora preminente, finale stupendo al sapor di liquirizia.

* Paleo 2013

Tocco di canfora, concentrazione di frutto, mora e marasca, tessuto sontuoso, con freschezza, decisamente “verticale” con finale teso e schietto che richiama il sorso.

Paleo 2014

Invitante scorza d’arancia, mista al bouquet classico di Paleo, al palato note tostate e di cioccolato, grande persistenza e freschezza. Alto gradimento, ottimo vino in un’annata difficile.

Paleo 2015

Giovane, profumo di yogurt al mirtillo, frutta intensa grande concentrazione, al palato molto floreale, ancora un po’ spigoloso ma deve ancora affinarsi. L’equilibrio tra acidità, alcol e concentrazione del frutto preannuncia ottimi risultati.

Paleo 2016

Dolcezza al naso, marmellata di mirtilli, tocco di pellame e tabacco, molto denso in bocca, persistente, promettente e identitario. Il Paleo verso una precisa definizione stilistica.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 5/2018. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

Tag: , , , ,

© Riproduzione riservata - 10/10/2018

Leggi anche ...

Vini contemporanei da antichi vitigni. Il seminario a Vinitaly
In Italia
Vini contemporanei da antichi vitigni. Il seminario a Vinitaly

Leggi tutto

Roma Doc, largo ai giovani. I casi Borgo del Cedro e Federici
In Italia
Roma Doc, largo ai giovani. I casi Borgo del Cedro e Federici

Leggi tutto

Derthona Due.Zero, il vino bianco composito, longevo e sempre più ambito
In Italia
Derthona Due.Zero, il vino bianco composito, longevo e sempre più ambito

Leggi tutto