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L’Accademia italiana della Vite e del Vino rinnova le cariche per il prossimo quadriennio

17 Gennaio 2023 Civiltà del bere

Il prestigioso istituto sarà presieduto dal professor Rosario Di Lorenzo, che prende il posto di Antonio Calò, nominato presidente onorario. Tra i nuovi membri del consiglio accademico c’è anche il direttore di Civiltà del bere Alessandro Torcoli.

Cambio della guardia ai vertici dell’Accademia italiana della Vite e del Vino. Il nuovo presidente in carica è Rosario Di Lorenzo, professore ordinario di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree all’Università di Palermo con oltre 150 pubblicazioni scientifiche all’attivo nel campo della viticoltura. Succede al professor Antonio Calò, chiamato a ricoprire la carica di presidente onorario. «È un privilegio rappresentare il più importante sodalizio italiano dedicato alla viticoltura ed all’enologia, che annovera oltre 400 tra studiosi, imprenditori, divulgatori e operatori del comparto», ha commentato il neopresidente Di Lorenzo.

Il nuovo consiglio accademico

L’elezione è avvenuta nella sede di Conegliano Veneto, alla presenza del nuovo consiglio accademico, che resterà in carica per il prossimo quadriennio. In tutto 15 membri individuati fra docenti, ricercatori, imprenditori, studiosi e personalità italiane e straniere che a vario titolo si sono distinte “negli studi, nella gestione di imprese e di attività, nella valorizzazione dei prodotti di pregio, nelle scienze agrarie, mediche ed economico-giuridiche attinenti al comparto vitivinicolo”. Tra loro anche il direttore della rivista Civiltà del bere Alessandro Torcoli

L’elenco, in ordine alfabetico, include:

  • Emilio Celotti, professore associato – Università di Udine
  • Donatella Cinelli Colombini, produttrice e titolare di Casato Prime Donne e Fattoria Trequanda
  • Angelo Costacurta (vice presidente), già professore ordinario – Università di Padova e di Udine e direttore del Centro per la ricerca in Viticoltura del Cra
  • Rosario Di Lorenzo (presidente), professore ordinario – Università degli Studi di Palermo
  • Davide Gaeta (amministratore), professore associato – Università di Verona
  • Vincenzo Gerbi (vice presidente), professore – Università di Torino
  • Cesare Intrieri, professore emerito – Università di Bologna
  • Giusi Mainardi, professore – Università di Torino
  • Vittorino Novello, professore ordinario – Università di Torino
  • Michele Pontalti, direttore del Centro trasferimento tecnologico Fondazione Edmund Mach
  • Danilo Riponti, avvocato penalista specializzato nel settore della legislazione vitivinicola
  • Oriana Silvestroni, professore – Università Politecnica delle Marche
  • Paolo Storchi (segretario), primo ricercatore del Crea
  • Alessandro Torcoli, direttore ed editore di Civiltà del bere
  • Carlo Viviani, financial counsellor della Commissione europea

Gli obiettivi per il prossimo quadriennio

Come si legge nel comunicato diffuso a mezzo stampa, “il nuovo consiglio ha formulato le linee di indirizzo per il quadriennio, individuando la necessità di potenziare l’attenzione verso tematiche emergenti, quali la sostenibilità, la difesa e la valorizzazione delle tipicità delle produzioni e dei territori vitivinicoli nazionali, lo sviluppo dell’enoturismo, le sfide imposte dal cambiamento climatico e infine l’importanza da dare alla formazione, alla ricerca e alla divulgazione”.

Le finalità dell’Accademia

L’Accademia italiana della Vite e del Vino nasce nel 1949 e viene innalzata ad “ente morale” dal presidente Luigi Einaudi con decreto nel 1952. Ha sede a Firenze presso l’Accademia dei Georgofili e conta due sedi operative a Conegliano Veneto e a Vicenza. Tra le sue finalità principali ci sono la promozione di studi, ricerche e dibattiti sulle principali problematiche concernenti la vite ed il vino.

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