Senza confini Senza confini Anita Franzon

La produzione globale di vino è ancora in calo

La produzione globale di vino è ancora in calo

Il riduzione dei volumi è stimata intorno al -2% rispetto al 2023 e al- 13% rispetto alla media decennale. La vendemmia 2024 si annuncia la più ridotta dal 1961, superando anche il record negativo dello scorso anno. Le causa principali? Clima estremo, aggravato da circostanze economiche e di mercato sfavorevoli.

Lo scorso 29 novembre l’Oiv (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) ha pubblicato le stime sulla produzione mondiale di vino nel 2024, che si attestano tra i 227 e 235 milioni di hl di vino.
Si tratta di un calo del -2% rispetto al 2023 e del -13% rispetto alla media decennale. Se i numeri di produzione saranno confermati in questo intervallo, la 2024 rappresenterà la più piccola produzione mondiale di vino dal 1961 (di 220 milioni di hl), battendo il record negativo già segnalato allo stesso modo lo scorso anno.

Il clima estremo è il principale responsabile

Giorgio Delgrosso, a capo del dipartimento di Statistica dell’Oiv, ha illustrato i dati preliminari raccolti nei 29 Paesi che rappresentano l’85% della produzione globale facendo notare come dal 2016 la produzione vinicola abbia sperimentato le tre annate più scarse degli ultimi 63 anni. Il motivo è ancora una volta legato a eventi meteorologici estremi o atipici come gelate primaverili, siccità prolungata, ma anche forti piogge improvvise. Il tutto aggravato da circostanze economiche e di mercato instabili e sfavorevoli. «Queste tendenze evidenziano il crescente impatto delle mutevoli condizioni ambientali sul settore vinicolo, sottolineando l’urgente necessità di strategie di adattamento e pratiche vitivinicole resilienti», ha affermato Delgrosso.

Emisfero australe: i volumi più bassi da 20 anni

A sud dell’Equatore la situazione sulla produzione del 2024 è in grado di fornire un quadro già piuttosto chiaro: sono 46 i milioni di hl stimati, in calo del -2% rispetto al 2023, e del -12% rispetto alla media quinquennale. Numeri che rendono l’attuale annata quella con la produzione più bassa degli ultimi 20 anni. I principali produttori come Argentina, Sudafrica e Nuova Zelanda hanno dovuto affrontare sfide climatiche significative, dal gelo alle inondazioni. Solo l’Argentina ha fatto eccezione, con una produzione in aumento del +23%, a 10,9 milioni di hl, ma comunque al di sotto della media quinquennale. Forti cali sono stati registrati anche in Cile e Brasile.

Emisfero settentrionale: cali significativi, ma l’Italia fa da traino

I dati dall’emisfero settentrionale sono ancora freschi, poiché la vendemmia si è conclusa da poco, ma si prevedono cali significativi. In particolare in Europa la produzione del 2024 sarà inferiore del -11% rispetto alla media quinquennale, a soli 139 milioni di hl. L’Italia ha riconquistato la sua posizione di maggiore produttore al mondo – primato scalzato nel 2023 dalla Francia – con una produzione stimata di 41 milioni di hl nel 2024; ciò rappresenta un aumento del +7% rispetto allo scorso anno, ma rimane del -3% al di sotto della media quinquennale.
La Francia ha, invece, registrato un calo del -23% a 36,9 milioni di hl, che segna il livello più basso dal 2017. La Spagna produrrà 33,6 milioni di hl, un aumento del +18% rispetto allo scorso anno, ma comunque leggermente al di sotto della media. Gli Stati Uniti, che sono il quarto produttore di vino al mondo, dovrebbero produrre 23,6 milioni di hl, in calo del –3% rispetto allo scorso anno, ma in linea con i volumi di produzione medi.

Offerta, domanda e adattamento

Tuttavia, la produzione ridotta potrebbe aiutare ad alleviare l’attuale crisi di eccesso di offerta che attanaglia l’industria vinicola globale. I dati dell’Oiv mostrano che la produzione ha superato la domanda del +10% nel 2023, minacciando il lavoro dei viticoltori e degli addetti al settore di tutto il mondo, ma un ulteriore calo dei volumi potrebbe riequilibrare il rapporto tra domanda e offerta. Inoltre, John Barker, il direttore generale dell’Oiv – che quest’anno ha celebrato il suo 100° anniversario – ha riflettuto sulla resilienza del settore e sul cambiamento come una costante all’interno del settore vinicolo globale: «È un valzer senza fine per cui la produzione si adatta al consumo e il consumo, nel tempo, risponde alla produzione. Quello vitivinicolo è un settore a lungo termine. Ed è essenziale che anche la visione lo sia».

Foto di apertura: © V. Veras – Unsplash

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© Riproduzione riservata - 13/12/2024

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