Dal Cartizze al Soave, passando per Pitigliano e il Chianti, con tappe in Alto Adige, nella zona di Brda, nel Monferrato astigiano, in Salento e nel Mandrolisai. Nove etichette per raccontare la grandezza degli old vine wines. Una “nuova” categoria che merita di essere sempre più comunicata attraverso progetti e iniziative ad hoc
Old vines, good wines. Una massima che sta particolarmente a cuore a Sarah Abbott, Master of Wine, membro del Wine Judging Committee dell’International Wine & Spirit Competition (IWSC) e co-fondatore del progetto The Old Vine Conference, che ha il merito di tenere accesi i riflettori internazionali sulle cosiddette vecchie vigne, preziosi patriarchi da censire, proteggere e valorizzare con cura e sistematicità.
Durante l’ultima edizione di Vinitaly, l’occasione per approfondire il tema è stato l’appuntamento “Tasting ex…press: discovering Italy’s Old Vines: a masterclass with Sarah Abbott MW”, che ha permesso di degustare nove vini provenienti da tutta Italia. Il filo conduttore? La “anzianità” delle viti, spesso collegata a cultivar storiche, autoctone o comunque profondamente radicate nel territorio.

Un tesoro da promuovere e salvaguardare
«Per l’Italia il ragionamento sulle vecchie vigne è particolarmente interessante e qui, più che in altri Paesi produttori, ho trovato una cultura vinicola molto sviluppata», spiega Abbott. «Le vigne vecchie producono vini straordinari sotto il profilo della qualità organolettica e costituiscono un materiale genetico estremamente prezioso. È importante spiegarne il valore e ricordare come si siano conservate grazie alla resilienza, alla sensibilità e al rispetto di chi le ha custoditi nel corso degli anni». In passato, infatti, veniva favorito lo sradicamento, una pratica che ha portato alla sciagurata perdita di molte varietà. «Oggi fortunatamente l’atteggiamento è cambiato e anche l’Oiv ha riconosciuto l’importanza delle vecchie vigne attraverso una disposizione che invita gli Stati membri a valorizzarle e a promuovere l’opera di catalogazione».
Un lavoro di squadra al servizio degli old vine wines
È esattamente ciò che fa l’organizzazione no profit The Old Wine Conference, che dal 2021 si attiva per raggruppare i produttori che lavorano sulle vecchie vigne in una rete globale e creare una nuova categoria di vini collegati a questo patrimonio unico: gli old vine wines. «Nella nostra Conference annuale diamo risalto alle regioni, ai viticoltori e alle associazioni che portano avanti questo impegno, invitando questi pionieri a condividere le migliori pratiche – agronomiche, enologiche, di comunicazione e marketing – con tutto il settore». La settima edizione è in programma dal 31 ottobre al 4 novembre 2025 in California.
Il Registro internazionale e il Censimento italiano
L’attività di The Old Wine Conference passa attraverso numerose iniziative, incontri e progetti concreti, come la creazione di un registro mondiale, The Old Vine Registry, ovvero il primo e più completo database globale di vigneti storici (il requisito minimo sono i 35 anni d’età). Liberamente consultabile in rete, è stato avviato 15 anni fa sotto la supervisione di Jancis Robinson MW, digitalizzato da Alder Yarrow di Vinography.com e gestito da The Old Vine Conference. Ad oggi conta 4.514 vigne per un totale di 16.270 ettari. «L’obiettivo è raggiungere le 10 mila registrazioni entro il 2027», precisa Abbott. «Tra le iniziative a carattere nazionale, in Italia mi piace ricordare l’impegno della rivista Civiltà del bere, che ha pubblicato il Censimento delle Vecchie Vigne in Italia. L’opera, sia digitale che cartacea, riunisce i vigneti con età media superiore ai 30 anni e i loro vino. La seconda edizione, integrata e aggiornata con le segnalazioni dei viticoltori, è andata in stampa proprio ad aprile 2025».
Il tasting

Le Bertole – Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Cartizze Dry Docg
Bollicina elegante e delicatamente fruttata a base Glera 100% proveniente dall’enclave del Cartizze, su vigne a forte pendenza. La forma di allevamento è l’antica cappuccina modificata o doppio capovolto. Corpo agile e snello, richiami agrumati e minerali. L’azienda è stata premiata dall’IWSC durante la prima edizione dell’Old Vine Trophy proprio per il suo lavoro di ricerca e selezione.
Gini – Vecchie Vigne Contrada Salvarenza, Soave Classico Doc 2021
Da una vigna ultra centenaria prefillosserica a piede franco. Siamo a Monforte d’Alpone e la Garganega è allevata a pergola veronese. Bouquet di fiori gialli, frutta esotica, salvia, mandorla tostata, pietra focaia. Il sorso ampio ed equilibrato rivela la profondità e la ricchezza della texture che solo un bianco da vecchie vigne può donare.
Marjan Simcic – Sauvignon Vert Opoka Ronc Zegla Cru 2023
Siamo nella zona Goriška Brda in Slovenia, al confine con il Collio, e Marjan Simcic è un grande ricercatore e sperimentatore. Questa vigna, nel cru Ronc Zegla, è stata piantata nel 1929. Per le uve di Sauvignon Vert (Tocai friulano) fermentazione spontanea con macerazione per 2 giorni in tino di rovere e affinamento di 23 mesi in botte di rovere. Naso di fiori di campo, mela verde e spezie. Sorso elettrico, vibrante e armonico.
Fattoria La Maliosa – Saturnalia, Toscana Bianco Igt 2023
Orange wine da Trebbiano e Procanico di un’azienda basata a Pitigliano, con suoli di matrice vulcanica a circa 300 metri di altezza. Le uve sono il frutto di una selezione massale da un’antica vigna. Macerazione di 3 settimane, poi 5 mesi in legno. Il profilo olfattivo richiama la mela, la camomilla e la maggiorana. Bocca compatta, tesa con finale sapido.
Vinchio Vaglio – Vigne Vecchie 50, Barbera d’Asti Docg 2022
Questa realtà cooperativa del Monferrato Astigiano, situata a cavallo tra il paese di Vinchio e quello di Vaglio Serra, ha iniziato a valorizzare il suo patrimonio di vigne vecchie già nella metà degli anni Ottanta, garantendo condizioni favorevoli ai soci. Questa Barbera nasce da appezzamenti che arrivano fino a 80-100 anni di età. Timbro fresco, struttura salda e persistenza balsamica.
Cantina Tramin – Urban, Alto Adige Lagrein Doc
Raffinata selezione dal più antico rosso autoctono altoatesino. Le piante hanno dai 20 ai 100 anni e crescono tra i 230 e i 300 metri di altezza. La vinificazione avviene in fusti di rovere, con malolattica svolta, poi 1 anno in barrique e altri 6 mesi in cemento. Rosso rubino, struttura e tannini aggraziati, carattere pietroso, ricordi di frutti di bosco e cacao.
Poggiotondo – Vigna del 1928, Chianti Riserva Docg 2021
Da suoli di origine marina, ricchi di calcare. Nella vigna, quasi centenaria, crescono uve Sangiovese, Canaiolo, Colorino e Trebbiano. Fermentazione in cemento e affinamento in legno. Un Chianti Riserva di estrema eleganza e al tempo stesso molto territoriale, dove prevale la nota “graffiante” del Sangiovese.
Morella – Old Vines, Salento Primitivo Igt 2021
La Cantina di Gaetano Morella e sua moglie Lisa Gilbee (lei è australiana, si sono conosciuti mentre era in vacanza in Puglia) ha scelto la via della biodinamica e questa etichetta sintetizza il percorso di ricerca e cura aziendale. Le vigne di Primitivo hanno un’età superiore agli 80 anni e sono allevate ad alberello su terreni rossi sabbiosi e calcarei. Potente e avvolgente, con tannini maturi e un carattere speziato.
Cantina del Mandrolisai – Kent’Annos Gold, Mandrolisai Rosso Superiore Doc 2021
Da uve di Cannonau, Muristeddu (Bovale sardo) e Monica di Sardegna da piante ultracentenarie. Macerazione a cappello sommerso e invecchiamento in botti di rovere 24 mesi. È tra i vini più rappresentativi di questa storica cooperativa fondata nel 1950. Naso mediterraneo e balsamico, bocca generosa, dal finale fruttato e avvolgente.