Per i 50 anni della storica Denominazione friulana, approfondiamo il metodo con cui il consorzio condivide la sua identità senza rinunciare alla complessità. Cresce la Ribolla gialla, si riscoprono i rossi autoctoni, ma il Tocai friulano resta la bandiera del territorio.
«Completamente nudi, onesti e diretti. Alla friulana», con questa affermazione Matteo Bellotto, responsabile della comunicazione del Consorzio Friuli Colli Orientali, sintetizza un progetto innovativo, soprattutto nell’approccio, che potrebbe ispirare tante zone viticole in Italia. Ne abbiamo approfondito i caratteri e gli obiettivi durante i festeggiamenti per i 50 anni della denominazione, che sono culminati in una serata di festa all’Abbazia di Rosazzo, luogo iconico del territorio, alla presenza del presidente del Consorzio, Paolo Valle, del direttore Mariano Paladin e dei consiglieri: un set da favola all’aria aperta, sconvolto da un temporale estivo che ci costringe gomito a gomito nelle sale dell’antico edificio. Tanto meglio, l’ufficialità agghindata si trasforma subito in confidenza, sconvolgendo i piani, i tavoli, gli accenti.