In Italia In Italia Aldo Fiordelli

A Vinitaly Jesi e Matelica insieme nel nome del Verdicchio

A Vinitaly Jesi e Matelica insieme nel nome del Verdicchio

Durante la fiera veronese, la tradizionale degustazione organizzata dall’Istituto Marchigiano di tutela Vini ha permesso di confrontate le produzioni dei due storici distretti del Verdicchio, valorizzandone peculiarità e differenze.

Jesi e Matelica insieme, unite dal Verdicchio. È successo al Vinitaly, in occasione di una degustazione dell’Istituto Marchigiano di tutela Vini. Due campanili, due climi, due suoli tendenzialmente differenti e due vini profondamente diversi. Accomunati, è giusto sottolinearlo, solo dal vitigno.

Alle origini del vitigno

Oggi il Verdicchio si prepara a un importante aggiornamento che va proprio in questa direzione, con Jesi pronta a valorizzare la Denominazione comunale e mettere sullo sfondo il vitigno. Bisogna partire però da qui, dalle uve, per capire il grande potenziale di questo vino marchigiano. Il dna è quello del Trebbiano di Soave, come è stato dimostrato in due studi rispettivamente del 1991 e del 2001.
Ovviamente in mezzo ci sono secoli di storia da quando questo vitigno ha viaggiato tra Veneto e Marche con i contadini manovali che dal Nordest hanno ripopolato le Marche nel 1400. Per cui ormai ognuno dei due ha sviluppato caratteristiche proprie. La versatilità del Verdicchio gli permette di produrre dal secco al dolce allo spumante, ma è la prima versione quella a rappresentare il maggiore valore. Ciò che di solito viene sottolineato è la sua struttura che ne fa un bianco che si beve come un rosso.

Le differenze tra Jesi e Matelica

Ma le analogie , finiscono con la comunanza del vitigno. Matelica è la zona dei metalmezzadri. Dai lanifici prima alla Merloni poi, qui i contadini sono andati a fare gli operai senza però abbandonare la vigna. Per attaccamento, passione, tradizione. Così oggi i loro figli o nipoti sono diventati produttori di vino professionisti. A Jesi invece c’era già una lunga storia di grandi cantine e di commercio per grandi numeri come con le celebri bottiglie ad anforetta. Matelica ha un clima continentale, più freddo d’inverno e più caldo d’estate, mentre Jesi beneficia della vicinanza del mare e quindi di un clima mediterraneo a tratti quasi marittimo.
Sui suoli si consumano forse le differenze più profonde. Matelica è sull’Appennino e si basa su terreni argillo-calcarei, mentre Jesi è più sabbiosa in basso, più argillosa a mezza costa e più calcarea in alto. L’altitudine gioca proprio qui un maggiore influenza sui vini. Matelica è in genere più grassa nel bicchiere, Jesi più leggera e tesa distinguendo però tra Montecarotto dove i vini assumono il peso simile al matelicese e Cupramontana dove l’aspetto minerale è esaltato.

La degustazione al Vinitaly

Borgo Paglianetto col Vertis, il Vigneto Fogliano di Bisci con fisico da scalatore e una straordinaria potenza nascosta, e il Cambrugiano di Belisario hanno rappresentato alla degustazione di Vinitaly il matelicese. Mentre Sparapani col Priore Frati Bianchi, le Vecchie Vigne di Umani Ronchi, Sartarelli con Balciana, la Vigna il Cantico della Figura di Andrea Felici, il Misco di Tavignano, La Staffa Rincrocca, il Villa Bucci Riserva, il San Paolo di Pievalta e Montecappone Utopia hanno rappresentato un viaggio tra Classico, Classico Superiore e Riserva dei Castelli di Jesi. Villa Bucci resta uno dei grandi classici, ma abbiamo apprezzato anche la mineralità tesa e agrumata del Misco di Tavignano e l’eleganza straordinaria su tutti del San Paolo di Pievalta, alto, agrumato, teso e gessoso.

Foto: vigne di Verdicchio di Umani Ronchi

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© Riproduzione riservata - 02/05/2023

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