In Italia

In Italia

Il ritorno di Fonzone all’Enoluogo. Alla scoperta dei molti volti del Fiano

8 Dicembre 2025 Jessica Bordoni
Il ritorno di Fonzone all’Enoluogo. Alla scoperta dei molti volti del Fiano

In soli 20 anni, la Cantina irpina ha conquistato il pubblico e la critica internazionale con i suoi bianchi e rossi identitari. Al centro dell’incontro, il grande lavoro di ricerca e sperimentazione sul Fiano per valorizzarne il potenziale varietale, l’eleganza, la forza e la longevità

Dopo il successo dell’anno scorso, il 1° dicembre la Casa vinicola irpina Fonzone è tornata a raccontarsi all’Enoluogo di Civiltà del bere. «Qui ci sentiamo a casa e vorremmo che questo incontro diventasse un appuntamento fisso, una specie di tradizione natalizia», ha spiegato Silvia Campagnuolo Fonzone, protagonista dell’evento insieme al direttore Alessandro Torcoli. «L’anno scorso ci siamo concentrati sui rossi, oggi vogliamo dare spazio a un grande bianco dai mille volti quale il Fiano di Avellino Docg, che è al centro di un appassionato lavoro di ricerca e sperimentazione, portato avanti sia in vigna che in cantina anche con l’aiuto dell’enologo consulente Luca d’Attoma».

Un po’ di storia aziendale

Prima di entrare nel vivo del tasting, un breve inquadramento storico-territoriale.
Fonzone è stata fondata nel 2005 da Lorenzo Fonzone Caccese, luminare della medicina chirurgica della mano con la passione per il vino, che decise di impostare subito una filosofia sostenibile al servizio della biodiversità e dell’eccellenza produttiva. La seconda generazione – rappresentata dai figli Gabriele e Davide, con le loro mogli Silvia e Ria, e il cugino Amedeo De Palma, sales director – ha raccolto con entusiasmo e senso di responsabilità il suo testimone, cercando di alzare ulteriormente l’asticella qualitativa. Il tempo ha premiato l’impegno e la dedizione di famiglia con numerosi riconoscimenti da parte del pubblico e della critica a livello italiano e internazionale. Partiti con una produzione di 15 mila bottiglie, oggi ne commercializzano circa 100 mila; il potenziale è di 400 mila, ma la scelta è di mantenere le rese di uva molto basse.

Fonzone enoluogo
La Cantina Fonzone ha sede a Paternopoli, in Irpinia

Siamo nel cuore verde dell’Irpinia

L’azienda si trova a Paternopoli, uno dei 17 comuni dell’areale della Docg Taurasi. Il colle su cui sorge la cantina si colloca nella sottozona Campi Taurasini. La tenuta si completa con i vigneti situati a San Potito Ultra, Parolise, Altavilla Irpina e Tufo con altitudini che, in alcuni casi, raggiungono i 650 metri sul livello del mare per una viticoltura di fatto di montagna. Gli appezzamenti beneficiano di molteplici esposizioni, suoli argilloso-calcarei e tessiture più sciolte, di origine sedimentaria. I torrenti Fredane ed Ifalco influenzano un microclima caratterizzato da forti escursioni termiche giorno-notte; mentre la vicinanza in linea d’aria con il Vesuvio è evidente nella polvere vulcanica, deposito delle eruzioni avvenute nel corso dei secoli, presente nel sottosuolo.

Alessandro Torcoli e Silvia Campagnuolo Fonzone durante la degustazione

Fiano d’Avellino versus Greco di Tufo

L’incontro all’Enoluogo ha permesso di fare il punto sul lavoro fatto fino ad oggi sul Fiano.
«Il Fiano è uno dei nostri grandi bianchi italiani. Ha una bella versatilità, oltre che un’acidità, una struttura e una concentrazione che sostengono brillantemente il suo potenziale evolutivo, sebbene sia un vino tendenzialmente già pronto subito», ha sintetizzato Alessandro Torcoli. Nella coppia Fiano d’Avellino e Greco di Tufo, ci sono molti tratti in comune ma anche importanti differenze, come spiega Silvia Campagnuolo Fonzone. «Per farla semplice il Fiano è elegante, con un bouquet aromatico ampio e sfaccettato, che si apre con una parte floreale e poi spazia su note fruttate e terziarie; mentre il Greco, anche grazie al terreno calcareo-tufaceo su cui insistono i vigneti, ha una caratterizzazione ancora più minerale, più spiccata nell’acidità. Io lo definisco impattante». I vigneti aziendali dedicati al Fiano si trovano a San Potito Ultra e Parolise, un areale vocatissimo di circa 5 ettari contigui, che esprimono differenti sfumature varietali.

Fiano di Avellino Docg 2024

È il Fiano d’ingresso di Fonzone, frutto di un’annata abbastanza equilibrata e senza eccessi climatici, dopo una 2023 turbolenta. L’uva è stata raccolta a partire dalla metà di ottobre nei vigneti di San Potito Ultra, a 500 metri di altezza su terreni franco-argillosi. È il Fiano più semplice dell’azienda, che non prevede passaggi in legno, ma ci introduce subito al grande lavoro di micro-vinificazione cominciato nel 2019 con l’avvio della collaborazione con Luca d’Attoma. Le masse sono sottoposte a diversi tipi di macerazione in anfora e acciaio. La fermentazione avviene tra i 14 e 16 gradi e si protrae per circa 1 mese. Al termine, assemblaggio delle masse e affinamento di 8 mesi in acciaio a temperature sotto gli 0 °C sui lieviti fini. Naso sfaccettato e classico, bella intensità floreale e fruttata, con note varietali in primo piano e richiami di mandorle in sottofondo. In bocca presenza, concentrazione, carattere.

Sequoia, Fiano d’Avellino Riserva Docg 2023

Dall’ettaro e mezzo di vigneti situati a Parolise si ottiene, invece, la Riserva di Fiano Sequoia. Un nome impegnativo, che rievoca fermezza e grandezza, e prende spunto dalla presenza di due alberi di Sequoia posizionati ai lati del vigneto. Le particolari condizioni pedoclimatiche di questo cru favoriscono una lenta e sana maturazione delle uve che si conclude a novembre con una vendemmia tardiva. L’uso diversificato dei legni per la macerazione, la fermentazione e l’affinamento permette di ottenere un blend stratificato ed equilibrato. La Riserva esce dopo 2 anni dalla volontà di dare al Fiano lo stesso trattamento di un grande rosso. «La ricetta è complessa, un po’ come fare un vestito su misura che guarda alle uve di partenza e all’andamento climatico che inevitabilmente influenza tutte le azioni in vigna. Ogni anno è una scommessa, preceduta da dibattiti, discussioni e confronti in famiglia e in azienda», precisa Silvia Campagnuolo Fonzone.

Sequoia, Fiano d’Avellino Riserva Docg 2023

Il millesimo 2023 è il frutto di un’annata non facile in cui l’attacco di malattie fungine ha decimato i volumi (-50% di resa). Quantità ridotte, bella qualità e massima attenzione in cantina. In questo caso il 50% della massa fa 1 anno in botte di rovere austriaco da 250 hl, il 30% fa una macerazione di 12 ore in acciaio a cui seguono fermentazione e affinamento in barile di rovere austriaca e il 20% fa 12 ore di macerazione in acciaio per poi passare in tonneau francese. Dopo l’assemblaggio, 6 mesi sui lieviti fini in acciaio e minimo 6 mesi in bottiglia.
Naso polifonico con note di acacia, agrume maturo, erbe balsamiche, lievi note tostate. In bocca è spesso, vibrante, morbido, con un’acidità e una mineralità scattanti ci accompagnano la beva fino alla chiusura. Rispetto al primo assaggio, è evidente il lavoro di ricerca sulla Riserva per avere una ricchezza e una potenza maggiore. Gli elementi messi in campo sono chiari, ma il vino è ancora giovane, va letto in prospettiva. Non a caso si tratta di una degustazione in anteprima perché il Sequoia 2023 deve ancora uscire in commercio.

Sequoia, Fiano d’Avellino Riserva Docg 2022

La vendemmia attualmente sul mercato, frutto di un’annata più fresca e piovosa, con escursioni termiche giorno-notte fino a 12-13 °C, che ci offre un vino più teso, meno concentrato e più impostato sulla finezza. Qui il 50% della massa fa 1 anno in botte grande di rovere austriaco, il 30% 12 ore di macerazione in acciaio, il 20% in barile di rovere austriaco e il 20% compie tutto il percorso in acciaio. L’uso dei legni è leggermente minore rispetto al 2023 nell’attesa che fosse pronto il tonneau francese. È un Fiano più snello e immediato, che abbassa un po’ il tono in termini di persistenza e intensità. Un bianco più posato, di grande classe, con un profilo olfattivo di mentuccia, cedro, mela gialla e crema pasticcera. L’acidità e la sapidità aggiungono verticalità alla beva.

Sequoia, Fiano d’Avellino Riserva Docg 2021

Annata di buon equilibrio, leggermente più calda. C’è sempre 1 anno di botte grande di legno austriaco per il 50% della massa; il 30% fa 12 ore di macerazione in acciaio, poi fermentazione e affinamento in tonneau francese; il 20% 12 mesi di macerazione in acciaio dove prosegue tutto il percorso. Il risultato nel calice è una sorta di melange tra la 2022 e la 2023: da un lato la balsamicità e la freschezza olfattiva della ‘22, mentre all’assaggio troviamo la solidità e la concentrazione che ci hanno impressionato nella ‘23. I sapori si fanno dolci, c’è un bell’equilibrio tra erbe fresche e note più tostate, il tempo ha fatto il suo lavoro donando spessore e profondità vellutata. Lungo finale di miele ed erbe alpine. È l’annata che, ad oggi, ammalia di più nel calice: bilanciata e avvolgente, ma anche fresca, dinamica ed “elettrica”.

Elle Effe Ci, Fiano di Avellino Riserva Docg 2021

Il nome richiama le iniziali del fondatore, Lorenzo Fonzone Caccese. È la punta di diamante, il gioiello di cantina prodotto in soli mille esemplari. Ogni anno la migliore micro-massa vinificata durante la vendemmia viene dedicata a lui. Il progetto è partito con la vendemmia 2020, lanciata l’anno scorso, e si trattava di un Greco di Tufo. Nel 2021 la scelta è caduta su una massa di Fiano: «Il famoso barile austriaco che quell’anno non è stato usato per il Sequoia, sostituito dal legno francese». Uscirà in primavera-estate 2026, dopo un affinamento di ben tre anni. «Elle Effe Ci è un progetto particolare, un vino coraggioso che punta l’attenzione sulle micro-vinificazioni e spiega la nostra filosofia e il nostro percorso», conclude Silvia Campagnuolo Fonzone. «L’anno prossimo potrebbe essere un rosso da Aglianico, chissà. Anche per questo abbiamo optato per la bottiglia bordolese, obbligatoria da disciplinare Taurasi».
All’assaggio si ritrovano, esaltate, tutte le caratteristiche di Sequoia: intensità, concentrazione, struttura. Notevole corredo aromatico: agrumi, erbe, frutta secca, miele, tostatura. In bocca scalpita ancora, ma piano piano si distenderà. È la magia del tempo, è la magia del Fiano.

In Italia

Ottavia Vistarino lancia la Réserve des Amis e il Wine Club per gli amici-estimatori

Dalla Casa del Pinot nero in Oltrepò Pavese un nuovo progetto “per […]

Leggi tutto

Addio al principe Alessandrojacopo Boncompagni Ludovisi Altemps, produttore appassionato della Tenuta di Fiorano

L’imprenditore, titolare della proprietà a ridosso dell’Appia Antica dove è nato uno […]

Leggi tutto

Cantina San Michele Appiano: Appius 2021 è figlio di un’annata difficile, ma dal gran potenziale

Presentata la 12^ edizione della celebre cuvée pensata da Hans Terzer e […]

Leggi tutto

Benvenuta Aminta, la nuova tenuta di Andrea Cecchi a Montalcino

Hanno debuttato a Milano i primi due vini, Rosso e Brunello di […]

Leggi tutto

Citra: Caroso 50°, autentica espressione d’Abruzzo

La cooperativa che riunisce 3.000 famiglie di viticoltori del territorio festeggia il […]

Leggi tutto

Tutto quello che c’è da sapere sul Kerner (incluso il legame sempre più stretto con l’Alto Adige)

Nasce dall’incrocio genetico tra Schiava grossa e Riesling, effettuato in Germania nel […]

Leggi tutto

Franz Pardatscher è il nuovo presidente di Cantina Colterenzio

Cambio ai vertici della Cantina Colterenzio. Dopo 18 anni di onorato servizio, […]

Leggi tutto

Antichi Poderi Jerzu protagonista all’Enoluogo di Civiltà del bere

Il 18 novembre il nostro “salotto del vino” milanese ha ospitato questa […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati