Dalle Nostre Rubriche

In Italia

In Italia

Ripoli e Fenile, gli autoctoni dimenticati del Fiorduva

26 Ottobre 2019 Roger Sesto
Ripoli e Fenile, gli autoctoni dimenticati del Fiorduva

Prosegue il nostro viaggio fra i vitigni autoctoni campani con il Fenile e il Ripoli. Due varietà in sé poco note, che insieme al Ginestra vanno a comporre il blend del ben più celebre Fiorduva di Marisa Cuomo.

I vini di Marisa Cuomo invecchiano in una cantina scavata nella roccia di origine dolomitico-calcarea: un luogo affascinante, umido e fresco. «In un territorio come Furore (in foto), così caratteristico ed estremo, la cura dell’uva e delle viti – allevate a “pergolato” e piantate sulle pareti rocciose verticali sino a 600 m – diventa un lavoro del tutto manuale, a contatto con la natura», racconta Andrea Ferraioli, marito di Marisa. «I vitigni sono i classici del territorio: Falanghina e Biancolella per i bianchi, Piedirosso e Aglianico per i rossi».

Grappoli di Ripoli e Fenile

Fiorduva, blend di varietà ormai rare

Insieme agli autoctoni campani più noti, l’azienda ha puntato negli anni anche sulla riscoperta di varietà dimenticate. Uno dei vini di punta di Marisa Cuomo è infatti il Fiorduva, Costa d’Amalfi Furore Bianco Doc, ottenuto da un blend di Ripoli (40%), Fenile (30%) e Ginestra (30%). In cantina fermenta parte in acciaio e parte in barrique nuove, dove sosta sino a 8 mesi.

L'azienda di Marisa Cuomo ha intrapreso un progetto di valorizzazione di autoctoni rari come Fenile e
L’azienda di Marisa Cuomo ha intrapreso un progetto di valorizzazione di autoctoni campani poco noti, come il Fenile e il Ripoli

L’apporto del Ripoli e del Fenile

Il Fiorduva esprime profumi di albicocca, fiori di ginestra, con richiami di frutta esotica, mentre in bocca si presenta morbido e denso, dai persistenti sentori di frutta candita. Nel blend, il Ripoli dà complessità aromatica, dapprima con note di frutta esotica e miele, che via via negli anni si traducono in ricordi di pietra focaia. Il Fenile, raccolto tardivamente, offre calore alcolico e calibrata acidità.

Per conoscere gli altri autoctoni della Campania clicca qui.
L’articolo sui vitigni autoctoni campani prosegue su Civiltà del bere 5/2019. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

In Italia

Cadgal, l’altra faccia del Moscato d’Asti

Alessandro Varagnolo, che guida la Cantina piemontese dal 2023, mira a dare […]

Leggi tutto

VinoVip al Forte: alla 3^ edizione del summit riflettori puntati sui grandi bianchi e sui giovani

La biennale “marittima” di Civiltà del bere si è svolta l’8-9 giugno […]

Leggi tutto

9 Morellino del Cuore + 1 di vecchia annata

I 10 campioni di Tenuta Agostinetto, Poggioargentiera, Cantina Vignaioli del Morellino di […]

Leggi tutto

La linea Ritratti di La-Vis si rinnova

Rinasce la storica gamma della Cantina trentina che comprende Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, […]

Leggi tutto

Monteverro all’Enoluogo: il grand vin bordolese-mediterraneo sfida il tempo

Il salotto milanese di Civiltà del bere ha ospitato una verticale di […]

Leggi tutto

Il futuro del Cannonau è giovane

Non solo rosso, ma anche spumante, rosato, passito e liquoroso. È quanto […]

Leggi tutto

Breve giro in Calabria, tra pionieri ed emergenti

Durante il Vinitaly abbiamo incontrato cinque imprenditori, dalle storie molto diverse, che […]

Leggi tutto

Il Ludwig di Elena Walch è il miglior Pinot nero d’Italia

Seguono a stretto giro la Riserva Burgum Novum di Castelfeder e la […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati