I rossi chiaroscurali di Davide Fregonese, dalla Borsa alla vite

I rossi chiaroscurali di Davide Fregonese, dalla Borsa alla vite

Davide Fregonese tiene a precisare che la sua vita non è la sceneggiatura di Un’ottima annata, quel film in cui Russell Crowe, avido banchiere londinese, eredita una vigna in Provenza e alla fine diventa buono, lascia la finanza e si dedica alla produzione del vino.

In effetti, Fregonese non sembra affatto cinico (solo simpaticamente baldanzoso) e soprattutto non ha ereditato una vigna, ma ne ha comprate due: a Barolo (nei cru Cerretta e Prapò) e sull’Etna (in contrada Montedolce/Solicchiata).

Dalla finanza al vino: la seconda vita di Davide Fregonese

In comune con il film di Ridley Scott c’è una prima giovinezza vissuta fra JP Morgan, fondi di investimento, Borsa Italiana: “la gabbia dorata della finanza”, come la definisce Fregonese, dalla quale è scappato portandosi appresso, immaginiamo, un discreto quantitativo della componente dorata, considerando i valori fondiari nelle aree viticole scelte. In effetti, molti appassionati di vino sognano di allevare un vigneto proprio, e guardano precisamente a questi due territori, terre elette del Nebbiolo e del Nerello.

La lasagna di piccione di Berton
La lasagna di piccione di Berton

L’incontro da Berton

Davide Fregonese ci accoglie nel privé del ristorante Berton, perché è anche socio del celebre chef stellato: un amante del grande vino sarà facilmente anche una buona forchetta. Solo che raramente si compra direttamente il suo ristorante preferito. Il menu, oculatamente scelto da Fregonese secondo le sue preferenze, è spaziale e citiamo, per tutti, il piatto dell’anno 2019 secondo la guida dell’Espresso, la lasagna di piccione, da urlo.

Non solo vino: la start-up Duyu

Mentre assaggiamo i vini, Davide Fregonese racconta anche di un’altra avventura, la start-up Duyu, piattaforma per genitori che vogliono scegliere le migliori opzioni educative per i propri figli, che li aiuta a identificare inclinazioni e attitudini, grazie anche alla collaborazione con centri d’eccellenza, come la Facoltà di Psicologia di Padova. Un orientamento scolastico digitale, completo e concreto, dove alla fine sarà possibile costruire il futuro formativo dei figli, con accantonamenti mirati di denaro (alla fine, il suo DNA è pur sempre finanziario).

I vini prodotti nei vigneti di Davide Fregonese, nelle Langhe e sull’Etna

I vini di Davide Fregonese nel calice

Tornando al vino, passano in rassegna il rosso Langhe Doc, un migliaio di bottiglie, che fermenta in cemento e si affina in barrique per 6 a 12 mesi. Succoso, energico con i tipici sentori di rosa e viola, con una base intensa di marasca.

Barolo Cerretta, elegante e dal tannino serrato

I due Barolo hanno personalità molto diversa, espressa dai due differenti cru. Cerretta è elegante, dal tannino serrato, complesso il giusto, tra frutti (mora) e umbratile sottobosco. L’annata 2015 è eccellente, il tannino maturo, il frutto in bocca concentrato. La 2014 è più sottile, leggiadra, meno precisa ma già da oggi molto gradevole.

Nel Barolo Prapò frutta, incenso e tabacco

Prapò, l’altro cru, è più fruttato, con succo di mirtilli e tanta mora, e quel tocco d’incenso e tabacco tipico di questa parte di Langa, il tannino è deciso, ma più sottile rispetto a Cerretta. Sulle due annate assaggiate, 2015 e 2014, valgono le medesime considerazioni. La vinificazione di entrambi è simile: il mosto fermenta in cemento per circa 25 giorni con continui rimontaggi e délestage (più a lungo il Prapò), poi si affina in botti da 15 ettolitri, di rovere francese, per 18-30 mesi a seconda dell’annata.

Dalle Langhe all’Etna (in collaborazione con Davide Rosso)

Spostandoci sull’Etna, nella buona annata 2016 del Rosso Riserva si trovano eleganza, maturità, armonia, con naso di frutti rossi, nota fumé, maturo e pieno al palato con una buona freschezza. Tutti i vini sono prodotti con l’aiuto del produttore langarolo Davide Rosso, nelle cui cantine si vinificano e maturano i vini di Davide Fregonese.

Le vigne nel cru Prapò

Esistono affari ben più lucrativi, ma…

Infine, quale opportuno disclaimer, terremmo a precisare che, nonostante la giocosa ironia manifestata nel nostro racconto, siamo felici che Davide Fregonese abbia deciso di dedicarsi al vino, di custodire filari di vite in luoghi incantevoli per noi bevitori. D’altronde, possedere e allevare la vite in certe zone prestigiose, e imbottigliare i propri vini, sono pratiche molto dispendiose ed è quindi necessaria una discreta dote finanziaria, tanti sono i costi e i rischi. Quindi, è cosa “da ricchi”, ma non dimentichiamo che essi potrebbero impiegare molto diversamente i propri denari, in affari ben più lucrativi.

Ma è proprio quello che Davide, cinquantenne moderatamente solare, dal carattere chiaroscurale e intrigante come le trame dei suoi rossi, si era stancato di fare.  

Per info www.davidefregonese.com

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© Riproduzione riservata - 17/01/2020

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