Food Food Jessica Bordoni

I ristoranti di Civiltà del bere: Filo a Lezzeno (Como)

I ristoranti di Civiltà del bere: Filo a Lezzeno (Como)

Siamo cronisti del vino e frequentiamo ogni anno centinaia di tavole, in Italia e non solo. Nasce così questa rubrica di consigli, con lo spirito del passaparola e dei suggerimenti tra amici che condividono la stessa passione per la buona cucina accompagnata da una carta di vini accurata e interessante. Nessun limite alla proposta gastronomica, purché sia eccellente, dalle osterie che custodiscono o reinterpretano con intelligenza le tradizioni locali, ai ristoranti creativi ed eleganti. Minimo comun denominatore: grandi vini, il rispetto per la materia prima e l’attenzione verso il cliente.

Un turismo lento, contemplativo, all’insegna del relax e dell’immersione nella natura: il lago offre tutto questo a prescindere dalle stagioni. E spesso vale anche una tappa gourmet, meglio se au bord du lac, in un locale con affaccio sul litorale. Tra le mete enogastronomiche più meritevoli della riviera comasca c’è il Ristorante Filo, guidato dallo chef Alessandro Parisi. Si trova all’interno del Filario, hotel di charme e design a Lezzeno, con vista panorama sulla Villa del Balbianello e sull’isola Comacina, ma non serve soggiornare nella struttura per cenarvi.

Alle origini del progetto

Però qualche parola sull’albergo vale la pena di dirla, anche perché tutto parte dal progetto hospitality, nome del ristorante incluso. «Filario è un omaggio a Como, la “città della seta”, e nasce dall’unione dei termini “filo”, l’elemento base della tessitura, e “Lario”, appellativo latino del lago di Como», spiega il fondatore e general manager Alessandro Sironi. Ma c’è di più, perché «Filario è anche un richiamo al vecchio stabilimento dove si produceva il fil di ferro, che un tempo sorgeva proprio dove oggi si sviluppa l’hotel». L’arredamento è chic e lineare quanto basta. «Dietro c’è la mente di Alessandro Agrati, direttore creativo del marchio Culti, che ha impostato gli ambienti con l’obiettivo di creare un buen retiro contemporaneo, ma con un forte legame con spirito del luogo».

Nessun posto è come casa

Così è la proposta culinaria del Ristorante Filo. «Ho approcciato il mondo dell’hotellerie fin da bambino», spiega Sironi, classe 1987. «Cresciuto a Il Grillo, il ristorante di famiglia a Capiago Intimiano, in provincia di Como, dopo il liceo ho frequentato l’École Hoteliere di Glion, in Svizzera». Poi esperienze all’estero, incluso il Setai Hotel di Miami, e la decisione di tornare nella sua terra natia e per avviare un progetto di accoglienza tutto suo. Il Filario ha aperto i battenti nel 2015 e include anche una spiaggia privata e un porticciolo con il beach bar Yeast Side (che la scorsa estate si è trasformato nello spumeggiante Bubble Bar by Coravin), per chi cerca una proposta dining più casual, incluse pizze gourmet con ingredienti ricercati.

L’arrivo dello chef Alessandro Parisi

Ma torniamo al Ristorante Filo, la cui fisionomia si è evoluta negli anni insieme all’hotel. Se all’inizio era un semplice bistrot che preparava i classici della tavola italiana, nel 2017, con l’avvento dello chef napoletano Alessandro Parisi, si è trasformata in una proposta raffinata e attenta ai dettagli, sempre mantenendo l’italianità come cifra distintiva e fil rouge degli ingredienti e delle portate. Classe 1990, lo chef Parisi si è formato tra Lione e Salisburgo, dove ha lavorato al bistellato Ikarus. Tornato in Italia, è stato sous chef di Corrado Parisi al Ristorante La Gana di Corvara e ha fatto uno stage al Ristorante Il Mosaico di Nino di Costanzo prima di approdare sulle rive del lago di Como.

Cucina di pesce con due menu degustazione

«La mia cucina si articola intorno ai profumi e ai sapori del Mediterraneo», spiega Parisi, che non nasconde la sua predilezione per il pesce e in particolare per il gambero rosso di Mazara del Vallo. «Il menu segue il ritmo stagionale e si può scegliere tra i piatti à la carte e due menu degustazione: il Signature, che include i grandi classici come il risone all’astice, caffè e basilico; oppure il Blind tasting, per chi non ha paura di lasciarsi sorprendere». Entrambi i percorsi prevedono cinque portate e vengono proposti ad 80 euro a persona, più 40 euro per chi sceglie l’abbinamento al calice. La mano dello chef è sicura e la personalità dei suoi piatti mai banale.

Sapori tipici rivisitati con la giusta creatività

Il commensale è messo a proprio agio dalla presenza di sapori familiari, tipici della nostra storia gastronomica regionale, che vengono però rivisitati in chiave moderna.
«Sono un “fan” degli antipasti e mi diverto ad andare alla ricerca di nuovi abbinamenti con cui introdurre l’ospite alla mia cucina. Chi ben comincia è a metà dell’opera, dice il proverbio». Due entrée da non perdere? Il carpaccio di branzino, radicchio, caviale e agrumi, ma anche il calamaro, cime di rapa e burrata. Nel piatto pochi elementi chiave esaltati da cotture veloci, con una spinta acida sempre ben bilanciata e un utilizzo misurato di grassi e condimenti. La definizione di “cucina italiana creativa”, così spesso abusata, qui calza a pennello.

Una carta dei vini importante e curata

La selezione dei vini è all’altezza dei piatti, con una wine list importante ma non enciclopedica, che va incontro alle esigenze di una clientela eterogenea, locale, nazionale e straniera. Si va dai vini naturali Triple A (Emidio Pepe, Possa) alle produzioni biologiche (Podere Forte) e vegane (Agriverde): piccole cantine di nicchia si alternano ad aziende più grandi e famose del calibro di Marisa Cuomo, Angelo Gaja e Domenico Clerico.
Ad eccezione delle bollicine (fondamentalmente Champagne) e di un paio di proposte dal Nuovo Mondo, tutta la carta parla tricolore, a riprova di quella ricerca dell’italianità che non si esaurisce dietro ai fornelli allargandosi al beverage come alla sala, capitanata da Oleg Paseka. Focus nel focus, la produzione made in Lombardia e in particolar dalle zone più vicine alla riviera comasca, che vengono segnalate come tali in carta: la Valtellina (Arpepe, Dirupi, Mamete Prevostini, Nino Negri) ma anche le Terre Lariane (La Costa).

RISTORANTE FILO

SP 583 – località Bagnana 96, Lezzeno (Como)
031.53.75.101
filorestaurant@filario.it
www.ristorantefilo.it
Chiuso a pranzo tranne il sabato e la domenica
Segui su FacebookInstagram

Per scoprire tutti I ristoranti di Civiltà del bere clicca qui+

Tag: , , , ,

© Riproduzione riservata - 27/10/2023

Leggi anche ...

Si fa presto a dire bistrot
Food
Si fa presto a dire bistrot

Leggi tutto

Formaggi d’Italia: il Marzolino porta con sé il gusto delle erbe nuove
Food
Formaggi d’Italia: il Marzolino porta con sé il gusto delle erbe nuove

Leggi tutto

Viaggio nella materia prima (4): dove nasce il sapore inconfondible dell’agnello
Food
Viaggio nella materia prima (4): dove nasce il sapore inconfondible dell’agnello

Leggi tutto