In questo articolo di commento si ragiona sull’evoluzione del mestiere di pizzaiolo e sull’incredibile varietà di “cose” che oggi nel mondo sono presentate sotto l’etichetta di “pizza”. Ricordando alcuni antesignani come Enzo Coccia, Simone Padoan, Gabriele Bonci, Franco Pepe e molti altri ancora
L’iscrizione di “The art of Neapolitan Pizzaiuolo” fra i patrimoni dell’umanità nel dicembre 2017 da parte dell’Unesco è stata semplicemente l’atto formale che ha riconosciuto la straordinaria – e sino a qualche anno fa del tutto imprevedibile – affermazione planetaria di un cibo di strada umile ed economico, nato non si sa bene quando ma la cui creazione e origine è inequivocabilmente collocata nei vicoli di Napoli. Affermazione e diffusione planetaria, se è vero, come si legge in Wikipedia, che le due città che vantano oggi il maggior numero di pizzerie nel mondo sono New York e San Paolo. Così come sono straordinari la proliferazione e il successo di pizzerie di ottima qualità in capitali della gastronomia come Barcellona e Tokyo.
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