Scienze Scienze Jessica Bordoni

Glifosato in vigna? Attenzione: può alterare il mosto

Glifosato in vigna? Attenzione: può alterare il mosto

Attenzione al glifosato in vigna. Il suo principio attivo – alla base degli erbicidi più diffusi al mondo per la pulizia dei filari dalle piante parassitarie – altererebbe la qualità del mosto. Ad affermarlo è un recente studio condotto dalla Libera Università di Bolzano e in particolare dal team di Matteo Scampicchio (in foto), professore di Scienze e tecnologie alimentari della Facoltà di Scienze e Tecnologie, in collaborazione con il gruppo di Chimica agraria diretto dai professori Stefano Cesco e Tanja Mimmo.

Glifosato in vigna, lo studio sul Gewürztraminer

È la prima volta che viene effettuata un’indagine circa l’impatto dell’erbicida sul potenziale fermentativo del mosto d’uva. I ricercatori hanno trattato quattro filari di Gewürztraminer del vigneto Freisingerhof di Termeno in quattro modi differenti: il primo con glifosato; il secondo con glifosato ed urea (un composto chimico che costituisce la diammide dell’acido carbonico); il terzo esclusivamente con urea e il quarto senza nulla, usandolo come controllo. Dopo la raccolta, le uve sono state torchiate con una pressa da laboratorio e ai mosti ottenuti è stato aggiunto il lievito.

 

La vigna Freisingerhof di Termeno

 

Effetti indesiderati durante la fermentazione

Come spiega il professore Matteo Scampicchio: «Normalmente, i lieviti trovano nel mosto d’uva tutte le fonti di azoto e carbonio necessarie per la loro crescita e per condurre la fermentazione. Tuttavia, quando il mosto d’uva è carente di alcuni amminoacidi essenziali, il lievito va in difficoltà e la fermentazione fatica maggiormente a partire. Nei mosti ottenuti da uve trattate con l’erbicida, il calore sprigionato durante la fermentazione si riduce notevolmente e questo porta all’interruzione della sintesi degli amminoacidi essenziali aromatici, quali la fenilalanina, la tirosina, e il triptofano. I risultati delle nostre misurazioni hanno quindi mostrato l’effetto negativo che l’uso del glifosato ha sulla composizione in amminoacidi della bacca d’uva e sulla fermentabilità stessa del mosto che viene ottenuto».

Un trattamento che necessita altri trattamenti

Lo studio ha anche dimostrato come gli effetti indesiderati possano essere bilanciati da altri trattamenti d’urea da effettuare in vigneto. Come precisa il professor Scampicchio: «L’erbicida può rivelarsi utile per la vita del campo perché ha un ruolo importante nel controllo delle malerbe e permette rese indubbiamente maggiori. Tuttavia il suo impiego non resta senza effetti perché, oltre ad inquinare il terreno e ad avere potenziali effetti negativi sulla salute dell’uomo, richiede la programmazione di trattamenti supplementari in vigna con lo scopo di limitare i suoi effetti negativi anche sul mosto d’uva».

Tag: , , , , ,

© Riproduzione riservata - 23/08/2017

Leggi anche ...

50 anni di storia del vino: come si è trasformata la viticoltura
Scienze
50 anni di storia del vino: come si è trasformata la viticoltura

Leggi tutto

A chi giova indicare il vitigno in etichetta? Una riflessione attraverso i secoli
Scienze
A chi giova indicare il vitigno in etichetta? Una riflessione attraverso i secoli

Leggi tutto

Quel cameriere è un robot
Scienze
Quel cameriere è un robot

Leggi tutto