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Finché c’è Prosecco c’è speranza, il nuovo libro di Fulvio Ervas

27 Ottobre 2010 Monica Sommacampagna
Sull’onda dell’interesse mediatico che il mondo del vino ha suscitato da dieci anni a questa parte e strizzando l’occhio a libri e film di successo (Sideways in primis), lo scrittore veneziano Fulvio Ervas ha presentato il romanzo Finché c’è Prosecco c’è speranza, nell’ambito dell’annuncio delle attività di comunicazione del Consorzio Prosecco Doc. Un giallo che vede al centro uno dei fortunati protagonisti della produzione letteraria di questo autore, che nasce come agronomo e si scopre scrittore: l’ispettore Stucky, mezzo persiano e mezzo veneziano. In gita tra le colline del Prosecco con belle ma ardite vicine di casa, l’uomo, confortato dai calici del suo oste di fiducia, si trova inaspettatamente a dover sciogliere l’enigma legato al suicidio del conte Ancillotto, fornitore di vini d’eccellenza. Tra i quesiti irrisolti che dovrà affrontare, morti innaturali e la minaccia insidiosa di banani in colline vocate per la viticoltura. La risposta avrà a che fare con il Prosecco, naturalmente. Lo stile è graffiante e ironico. Piacevolissimi gli equivoci su alcuni termini vitivinicoli, legati alla buffa ignoranza di Stucky in materia: il “brut”, ad esempio, per lui è un “vino che non ha superato un concorso di bellezza” mentre il ”demi sec” è definito “un vino dopo una lunga dieta”.

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