In Italia In Italia Anita Franzon

Fiera-Mercato FIVI 2016, la Festa Italiana dei Vignaioli Indipendenti

Fiera-Mercato FIVI 2016, la Festa Italiana dei Vignaioli Indipendenti

L’appuntamento piacentino con la fiera-mercato della FIVI, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, è diventato un cult per chi si occupa di vino: sia per i professionisti, sia per gli amatori, che convivono allegramente negli ampi spazi di Piacenza-Expo. La FIVI, dove la F di Federazione potrebbe indicare anche la Festa, si è messa in bella mostra sabato e domenica, 26 e 27 novembre. Giunta alla sua sesta edizione, e a soli 8 anni dalla creazione, la FIVI conta oggi più di 1.000 iscritti e, di questi, 421 da tutte le regioni di Italia erano presenti alla fiera, con una crescita di oltre 100 produttori rispetto all’anno scorso. I 9.000 visitatori, anche dall’estero, indicano che l’attenzione verso questo movimento è sempre più alta.

Sopra la stessa zolla, sotto la stessa goccia, nello stesso letame

Questo è il messaggio che la FIVI quest’anno ha voluto lasciare a ogni vignaiolo che ha partecipato alla fiera. I Vignaioli Indipendenti condividono la stessa situazione, seppur in modi e luoghi diversi: perché, da regolamento, seguono l’intera filiera produttiva, sono presenti sul territorio e impegnati a tradurlo in vino. Tutto questo si traduce nella sensazione, anche per chi partecipa come visitatore, di forte identità e senso di appartenenza, nonostante la grande varietà dei vini e degli stili proposti.

Fivi 2016

Incontri. A Luigi Gregoletto va il Premio Romano Levi

Il premio alla carriera intitolato a Romano Levi è andato a un vignaiolo storico, come storica è l’azienda da lui condotta: si tratta di Luigi Gregoletto che a Premaor di Miane, a metà strada tra Conegliano e Valdobbiadene, tramanda 400 anni di tradizione del vino. Oltre al Prosecco, Gregoletto è riuscito a mantenere in vita anche il Prosecco Tranquillo e non ha mai abbandonato il Verdiso, vitigno autoctono per eccellenza dell’area. Durante il discorso per la consegna del premio, il vignaiolo lancia un appello alle nuove generazioni: «rispettiamo e amiamo la nostra terra. Lo dico in punta di piedi ai giovani, è un messaggio di speranza perché la terra sa ricompensare».

E aggiunge: «produrre tanto oggi è facile, produrre poco è altrettanto facile, ma produrre nell’equilibrio e nel rispetto della terra e della qualità del prodotto è molto più difficile. Ma sono altrettanto convinto che la terra non delude. Perché la terra ti può fare meno ricco, ma sicuramente più signore».

Chiacchiere. Carrelli della spesa e scambi di bottiglie

La particolarità della fiera-mercato di Piacenza è riscontrabile nei carrelli della spesa straripanti di cartoni e bottiglie. Ma per tanti non basta. C’è infatti chi chiede a gran voce di poter prolungare la manifestazione fino al lunedì, per favorire gli operatori. Questa, poi, è anche la fiera dei vignaioli che spesso e volentieri sgattaiolano via dalle loro postazioni, non per una pausa, ma per assaggiare i vini degli amici o scambiare le bottiglie, perché il baratto è un’usanza che piace molto ai produttori ed è sintomo di apertura, condivisione, confronto e complicità.

Fivi 2016

Assaggi. Tre cantine e tre storie che ci sono piaciute

La sorprendente anteprima del Barbacarlo di Lino Maga

Grande protagonista dell’edizione 2016 dell’evento FIVI è stato Lino Maga, conosciuto per il suo Barbacarlo. Un vino che è ormai diventato leggenda, e che dalle colline di Broni ha conquistato naso, palato e cuore di persone del calibro di Gianni Brera e Gino Veronelli. Mutevole e imprevedibile, abbiamo assaggiato l’annata 2013, ma a colpirci particolarmente è stata la 2015 in anteprima. È un vino che cambierà continuamente, ma i primi profumi che attirano il naso verso il bicchiere come una calamita e la struttura non mentono: sarà, ma lo è già, un grande vino.

Vis Amoris, ovvero le declinazioni del Pigato

C’è una giovane azienda nella Liguria di Ponente, sopra Imperia, che ha puntato su un unico vitigno: il Pigato. «Crediamo nelle potenzialità di questo splendido vino, e soprattutto nella sua longevità», affermano i proprietari. Da Vis Amoris, questo il nome della cantina, il Pigato viene declinato in 6 diverse etichette a seconda del suolo e dell’altitudine, o della vinificazione. La sapidità è l’impronta che li unisce, il marchio del mare e della terra. 2015 è l’annata dei primi due vini: Domé è prodotto nelle zone più basse, su terreni argillosi, ed è la versione tradizionale e più quotidiana. Verum proviene dallo stesso suolo, ma fa una breve macerazione sulle bucce.

Vis Amoris, inoltre, è la prima cantina (ne sono poi seguite altre) che ha proposto un Metodo Classico da uve Pigato: 24 mesi sui lieviti, è uno spumante da vitigno autoctono che meriterebbe un approfondimento. Sogno è ottenuto da uve provenienti dalla parte più alta dell’azienda e parzialmente fermentate in barrique a tostatura leggera. Seppure di un’annata recente, la 2015, questo vino mostra complessità dei profumi e ottimo equilibrio in bocca, così come Regis, annata 2011, che  ha i profumi grassi e avvolgenti di vitigni più conosciuti, ma è al gusto che rivela tutta la peculiarità del Pigato. Il passito Dulcis in fundo non lo abbiamo assaggiato, perché non era tra le etichette presenti, ma se queste sono le premesse, ci possiamo aspettare belle sorprese.

Quant’è buono il Moscato di Emilio Vada con il salame

Chi è nato sulle colline intorno a Canelli lo sa fin da bambino: il Moscato non si abbina solo alla pasticceria secca, ma si gusta per merenda (i nonni anche per colazione) con una fetta di salame crudo. È così che abbiamo assaggiato il Moscato di Emilio Vada, dolce ma non troppo, fresco ma sapido, dissetante e inebriante. L’aroma del Moscato è inconfondibile, ma sono davvero pochi i produttori che lasciano davvero il segno: Emilio Vada è uno di questi.

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© Riproduzione riservata - 01/12/2016

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