In Italia In Italia Matteo Forlì

Etna Days, i nostri migliori assaggi dei vini del vulcano

Etna Days, i nostri migliori assaggi dei vini del vulcano

Quattro versanti, ognuno con le sue specificità geologiche e climatiche, e 133 Contrade non bastano a definire la straordinaria ricchezza del territorio etneo. Né tantomeno la complessità dei suoi vini. Ecco una selezione dei vini degustati durante gli Etna Days, evento promosso dal Consorzio di tutela di cui abbiamo parlato qui.

Dai 680 ettari del 2013 ai 1184 attuali. Dai 203 viticoltori di dieci anni fa, ai 390 di oggi. I dati sull’Etna Doc, la denominazione di origine più antica della Sicilia, raccontano due cose: la crescita di interesse di produttori e consumatori per i vini del vulcano e l’altezza del livello qualitativo che hanno raggiunto. La composizione geologica e i diversi microclimi dei suoi declivi rendono l’Etna uno degli areali più affascinanti e complessi nel panorama enologico. Dura eppure generosa, la viticoltura sul vulcano è fatta di pendenze e terrazze, escursioni termiche e piogge nere di cenere. Asperità che rendono il lavoro faticosissimo, ma regalano ai vini una straordinaria complessità.

Tenute di Fessina

A’Puddara, Etna Bianco Doc 2019
Omaggio alla costellazione delle Pleiadi: “la chioccia”, a’puddara, di pescatori e agricoltori in memoria della poesia di Ovidio. Carricante in purezza da Biancavilla, sul versante sud-ovest dell’Etna, il più caldo della denominazione. Fermenta in botte di rovere francese da 3500 litri, dove poi affina 12 mesi. Naso complesso con sbuffi di frutta esotica, scorza d’arancia, grafite. La sapidità marca un sorso fresco e lunghissimo.

I Vigneri

Vigna di Milo, Etna Bianco Superiore Caselle Doc
Carricante in purezza dalla piccola parcella a Contrada Caselle di Milo, sul versante sudest del vulcano. Le piante, il tipico alberello, sono frutto di selezione massale e impiantate da Salvo Foti con l’antica tecnica etnea dei “magliuoli” senza innesto su vite americana. In vinificazione non sono utilizzate biotecnologie. Fermenta e affina un anno in botte grande. Elegante e sapido.

Biondi

Pianta, Etna Bianco Doc 2019
Carricante (in prevalenza), Cataratto, Minnella da Vigna Chianta in Contrada Ronzini, a Trecastagni sul sul versante Sud-Est dell’Etna: due ettari ad alberello su un cratere del 125 a.C. e suolo vulcanico di pomice rossa. Bianco siciliano dallo stile borgognone, ispirato da un incontro con Aubert de Villaine di Romanée-Conti. Fermenta in tonneau, poi 9 mesi in barrique con batonnage settimanali.

Monteleone

Rumex, Etna Rosso Doc 2020
Uve (Nerello Mascalese 100%) da un francobollo di vigna di 0,3 ettari con alberello etneo a piede franco, prefillosserico. Siamo sul versante Nord, a Contrada Pontale Palino nel comune di Castiglione di Sicilia, dietro la cresta della colata lavica del 1911 su suoli di sabbie e ceneri. Il vino evolve in tonneaux in rovere francese da 700 litri per un anno, poi 12 mesi in bottiglia. Elegante e dall’equilibrio sorprendente.

Firriato

Signum Aetnae Etna Rosso Riserva 2014
Le uve vengono da ceppi prefillosserici di Nerello Mascalese scovati sulle pendici settentrionali dell’Etna, a Contrada Verzella del Comune di Castiglione di Sicilia, in una delle sette tenute di Firriato. Sono vigne di oltre 150 anni oggi al centro di un progetto preservazione genetica. Il vino affina due anni in tonneaux, seguono 18 mesi in bottiglia. Fragranze di sottobosco e cannella. Al palato è intenso, sofisticato e tannico ma conserva l’acidità tipica del Nerello Mascalese.

Fischetti, vigne di 80-90 anni di età

Fischetti

Etna Rosso 2015
Dalle vigne centenarie nei due ettari che abbracciano la tenuta Moscamento, dimora contadina in pietra lavica della metà del ‘800 con un antico palmento. Siamo sul versante Nord, su terreni ricchi di scheletro e sostanza organica. Le uve sono Nerello Mascalese (80%) con saldo di Nerello Cappuccio 20%). Il vino, appena 2600 bottiglie, evolve 24 mesi in barrique di rovere francese e un anno in bottiglia. Spezie dolci e frutta di bosco al naso, in bocca è lungo e morbido.

Tenuta Bocca Rossa

Etna Rosso Doc 2019
Michele Calabretta, quarta generazione di una famiglia del vino di Passopisciaro, e la moglie Claudia, originaria della Franconia, hanno alle spalle cinque vendemmie e fanno solo due vini. Le vigne di Nerello Mascalese, che danno vita ad appena 600 bottiglie dell’Etna Rosso, hanno 90 anni e sono a Contrada Arena a Randazzo. Il vino fermenta in tini aperti, affina in barrique di quarto passaggio. Frutta rossa, spezie, freschezza olfattiva e gustativa, grande bevibilità.

Vigneti di Serafica a Nicolosi, sul verrsante sud dell’Etna

Serafica

Grotta dei Lamponi Etna Rosato Doc
I cugini Maria Ausilia, Nino e Giuseppe sono la quarta generazione di produttori di olio (da Nocellara etnea) e vino a Nicolosi, sul versante Sud, dove i terreni sabbiosi hanno pendenze anche del 30% e c’è forte escursione termica. Il rosato, da Nerello Mascalese, si chiama come una galleria di scorrimento lavico, caratterizzata dalla presenza di cespugli di lamponi. Manto visivo color buccia di cipolla e bouquet olfattivo di fragola e ribes.

Murgo

Extra Brut 2015
Tenuta San Michele è cuore della produzione di Murgo, Cantina antesignana del Metodo classico da lunghi affinamenti sull’Etna. Sul versante est, vocato alla tipologia, le precipitazioni raggiungono i 1500 mm l’anno (il doppio delle altre zone) e anche le piogge di ceneri dal Mongibello sono abbondanti (30 giorni solo nel 2021). L’Extra Brut 2015, anteprima del blanc de noirs da Nerello Mascalese, in realtà non ha dosaggio e fa 6 anni sui lieviti. Olfatto di camomilla, ginestra e note burrose. Cremoso, sapido, agrumato ed espressivo al sorso.

Foto di apertura: Tenuta Moscamento di Fischetti a Rovittello

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© Riproduzione riservata - 18/10/2022

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