Esce la nuova Repubblica. Due righe sul vino?

In alto i cuori (non i calici), oggi è uscita la nuova La Repubblica. Ben fatta, ricca di analisi e commenti perché “pensiamo che la funzione fondamentale del giornalismo sia scegliere e avere un’identità chiara e riconoscibile”, spiega il direttore Mario Calabresi. Ma non posso fare a meno, in qualità di Don Chisciotte del vino, patrimonio dell’umanità, di segnalare con amarezza che questa “rifondazione” del grande giornale liberal italiano abbia non solo ignorato il vino (in compenso si pubblica l’ennesima intervista all’ottimo Massimo Bottura, in occasione dell’uscita del suo nuovo libro) ma addirittura abbia scelto argomentazioni “al negativo” con il titolo sulla prima pagina milanese – e ripresa interna – che pone due volte l’accento sull’abuso di alcol, associato alla droga, come causa principale dei “lavori sociali”.

 

 

 Il nostro mondo non è (solo) noia

Non bastasse, il vino fa capolino nelle recensioni di Roberto Nipoti, che scrive del film Finché c’è Prosecco c’é speranza, con un inciso dell’autore “(… ) Senza divagazione enogastronomiche, per fortuna, ma con spirito abbastanza frizzante”. Evidentemente, raccontare di vino è noioso (ma forse l’autore si riferiva più opportunamente all’abuso di pentole in tv).

 

 

Davvero, resta l’amaro in bocca. Il giornalismo “alto” italiano ha nuovamente ignorato il vino e la viticoltura. A dire il vero l’agricoltura in generale, almeno nel primo numero (speriamo nel secondo).

Ci sono tante storie da raccontare attorno al vino

Chissà, forse è mancato un Luciano Ferraro a La Repubblica? Cioè, senza adulazione (né per esaltare gratuitamente un nostro collaboratore) ma intendiamo che forse è mancato un giornalista “alto in grado” che avesse l’autorevolezza di forzare l’agenda delle “cose da scegliere”, ricordando che il vino è una grande cosa per l’uomo e per l’Italia. E sarebbe stato davvero un bel segnale, nel momento di massima attenzione che richiama il lancio di un restyling  importante. Sarebbe stato fantastico leggere un bel pezzo sulla viticoltura. Non marchette, non storielle… ci sono milioni di belle storie che ruotano intorno al vino, ma niente… la nostra Repubblica le ignora, mentre una République francese, sui giornali nazionali ne scrive un giorno sì e l’altro pure. Anche da queste piccole cose passa il rilancio (o la difesa) della nostra civiltà, di cui il vino è frutto e delizia.

Un nuovo giornale ricco di contenuti

Desideriamo ribadire, chiuso il lamento di noi “santi bevitori”, che il nuovo quotidiano cartaceo è molto ben fatto, innovativo, interessante e ricco. Una bella sfida per la carta stampata. Ed è strabiliante l’annuncio del direttore Calabresi di una nuova armata informativa composta da addirittura due newsletter quotidiane, pezzi speciali per il web, pod-cast ecc… Speriamo solo che il vino, come elemento della cultura e della tradizione nazionale, trovi un angolino.

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© Riproduzione riservata - 22/11/2017

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