Classificazione di Saint-Émilion: l’esodo continua

Classificazione di Saint-Émilion: l’esodo continua

Anche Château La Gaffelière annuncia l’uscita dalla classificazione di Saint-Émilion. La storica Tenuta segue i passi di altri Châteaux e ritira la sua candidatura. La famiglia Malet Roquefort, proprietaria dello Château bordolese da oltre 300 anni, ha affermato di non riconoscersi più nei valori e nei nuovi criteri di valutazione.

Per approfondimenti: Decanter, The drinks business, Jane Anson, La Revue du Vin de France, Le Figaro e Falstaff

Così facendo, Château La Gaffelière ha dato un nuovo colpo al sistema di classificazione di Saint-Émilion 2022 che, istituito nel 1955, sta per essere aggiornato, come di consueto, dopo dieci anni. L’esodo è iniziato a partire dall’estate 2021. Oggi, dei quattro Premier Grand Cru Classé A – ovvero gli Châteaux Angélus, Cheval Blanc, Ausone e Pavie – solo quest’ultimo è rimasto all’interno della categoria.

Le dure critiche al sistema

«Ora è il momento di salutarci. Non ci riconosciamo più in questo sistema, a cui siamo storicamente legati e che ci onora da tempo». Con queste parole Château La Gaffelière, classificato Premier Grand Cru Classé B sin dalla creazione della classificazione, ha comunicato la sua decisione. Le critiche, in linea con quanto avevano dichiarato in precedenza Cheval Blanc e Ausone, riguardano principalmente i criteri di valutazione adottati da una giuria di degustazione oggi accusata di anteporre l’immagine alla sostanza.
«Il nuovo approccio mette in discussione il livello di qualità di un terroir che è stato apprezzato per più di 65 anni», ha affermato la famiglia Malet Roquefort. Che conclude: «Continueremo il nostro lavoro di viticoltori nel rispetto del prestigioso terroir di Saint-Émilion producendo vini fedeli alla nostra immagine, riconosciuti e apprezzati dagli amanti del vino di tutto il mondo» (Decanter e The drinks business).

L’abbandono della classificazione prima della possibile retrocessione

L’annuncio di Château La Gaffelière arriva poco tempo prima dell’uscita della nuova classificazione, prevista per settembre 2022. Nelle settimane scorse, come scrive la giornalista Jane Anson, il Comitato ha inviato una serie di comunicazioni per avvisare gli Châteaux di eventuali cambiamenti, dando loro il tempo di presentare ricorso. Nello specifico, La Gaffelière ha ricevuto una lettera in cui si metteva in discussione la performance del loro vino durante la degustazione. La risposta della famiglia Malet Roquefort non si è fatta attendere: «Il sistema di punteggio messo in atto per la degustazione contraddice tutte le valutazioni che Château La Gaffelière ha ottenuto in molti anni dai più grandi professionisti del vino». L’azienda ha dunque deciso di abbandonare la classificazione prima di una possibile retrocessione senza nemmeno chiedere un nuovo esame della sua candidatura.

La commissione di degustazione e il reclutamento on line di nuovi esperti

La stampa francese riporta, inoltre, dettagli sulla vicenda non emersi in altre testate internazionali. A infastidire ulteriormente gli storici Châteaux bordolesi sarebbe stata la nuova composizione di una giuria di esperti degustatori reclutata tramite annunci sul sito specializzato Vitijob e sul sito dell’Union de la sommellerie française.
«Ci sono abbastanza assaggiatori professionisti indipendenti nel mondo senza la necessità di reclutare attraverso annunci on line», afferma il titolare de La Gaffelière, Alexandre de Malet Roquefort intervistato da La Revue du Vin de France. Anche Le Figaro si sofferma su questo aspetto e scrive: «Per molti Châteaux, questo processo di reclutamento è stato di difficile comprensione. Tutti conoscono i 30 degustatori professionisti in grado di valutare con una vera e propria competenza i cru di Saint-Émilion avendo una visione d’insieme delle ultime 20 annate».

Ci saranno altre fughe?

Probabilmente sì. Lo stesso quotidiano francese afferma che, sebbene l’uscita dalla classificazione possa sembrare un passo rischioso, è allo stesso tempo un modo per entrare in una nuova era del vino. Anche il magazine in lingua tedesca Falstaff scrive che, nonostante quella di La Gaffelière sia stata una decisione strategica (è meglio uscire dalla classificazione di Saint-Émilion a testa alta e come Premier Grand Cru, che declassati a Grand Cru Classé), sarà interessante vedere come reagiranno le altre aziende, prevedendo altre fughe. “Alla luce di quest’ultimo sviluppo, siamo curiosi di sapere quale nota azienda sarà la prossima a girare i tacchi; ma la storia è molto imbarazzante e la classificazione di Saint-Émilion è sulla buona strada per rovinare completamente questo sistema”, conclude l’articolo.

Uno sguardo alle altre classificazioni dei vini di Bordeaux

Nell’ampia regione francese di Bordeaux, il concetto di classificazione come sinonimo di vini di qualità e prestigio in tutto il mondo esiste fin dal 1855. Ma i cinque diversi sistemi di classement attivi sul territorio agiscono in maniera indipendente e secondo diverse regole. Il primo, istituito ben 167 anni fa, sotto Napoleone III, contrariamente a quello di Saint-Émilion, è un sistema statico e non prevede aggiornamenti (a eccezione della promozione a Premier Cru di Château Mouton Rothschild avvenuta nel 1973).
Ma questa classificazione include solamente i vini della riva sinistra, ovvero i rossi del Médoc e delle Graves e i bianchi dolci di Sauternes e Barsac. In tutto 60 cru nel Médoc e 1 cru a Pessac-Léognan suddivisi in cinque categorie: 5 Premiers Cru (Château Lafite-Rothschild, Château Latour, Château Margaux, Château Mouton Rothschild e Château Haut-Brion); 14 Deuxièmes Cru; 14 Troisièmes Cru; 10 Quatrièmes Cru; 18 Cinquièmes Cru. Per i bianchi dolci, 27 cru delle denominazioni Sauternes e Barsac suddivisi in: 1 Premier Cru Supérieur (Château d’Yquem, Sauternes); 11 Premiers Cru; 15 Deuxièmes Cru.

Riva sinistra vs riva destra: una questione culturale

Oltre a quella storica del 1855, la riva sinistra ospita altre classificazioni (delle Graves, con solo un livello di classificazione senza gerarchia; Crus Bourgeois du Médoc e Crus Artisans). In questa sponda è storicamente tutto classificato secondo regole praticamente scolpite nella pietra. Sulla riva destra, invece, i produttori sono rimasti per altri 100 anni senza questo tipo di divisioni. Le due aree non sono, dunque, separate solamente dalla Gironda e i suoi affluenti, ma anche da una serie di fattori geologici, storici e culturali che anche le classificazioni riflettono. O, nel caso di Saint-Émilion, cercano di riflettere.

Foto di apertura: vigneti a Saint-Émilion © blancalml – Pixabay

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© Riproduzione riservata - 09/06/2022

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