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Ciak Irpinia, in gran spolvero Fiano 2016 e Taurasi 2013

Ciak Irpinia, in gran spolvero Fiano 2016 e Taurasi 2013

Ciak Irpinia, buona la prima. Questo il titolo dell’anteprima organizzata dal Consorzio di tutela vini d’Irpinia, presidente Stefano Di Marzo. Forse, però, serviranno altre edizioni, come è naturale, per assestare del tutto questo appuntamento, che vuole comprensibilmente puntare i riflettori su questa zona di eccellenze campane. Intanto sono state poste basi solide, con tanto di Commissione Tecnica Territoriale presieduta dal prof. Luigi Moio e composta da enologi esperti dell’area. La commissione ha selezionato i campioni che sono stati assaggiati alla cieca la mattina del 24 maggio da giornalisti e operatori di settore.

45 vini al vaglio del panel tasting

Non molti, in fondo, i vini giunti al vaglio degli esperti: 18 Fiano 2016, 15 Greco 2016, 5 Falanghina 2016 e 7 Taurasi 2013, tutti vini scelti con l’dea di tipicità e di rappresentatività delle due annate in osservazione. Forse troppo pochi, e qualcuno ha fatto notare che (il pur eccellente) Moio – essendo anche produttore e consulente di aziende irpine – non sia il candidato più adatto alla presidenza della commissione. Noi non abbiamo motivo di dubitare di degustazioni che si sono svolte all’Università di Napoli (sede di Avellino, sezione Scienza della Vigna e del Vino) nella sala di analisi sensoriale con utilizzo di metodologia scientifica. La questione semmai è più complessa e ampia, e coinvolge i criteri di giudizio di tutte le commissioni che devono vigilare sulla tipicità dei vini Doc.

 

Il prof. Luigi Moio con il presidente del Consorzio Tutela Vini d’Irpinia Stefano Di Marzo

 

Fiano 2016 in vetta, Greco 2016 meno deciso

Le impressioni, alla fine dei giochi, sono state di un Fiano di Avellino in gran spolvero, di coerenza stilistica, tra note di mela, maggese, muschio, biancospino e pietra focaia; ottimi gli equilibri con buone concentrazioni accanto a una freschezza stuzzicante. Alcuni di lunga prospettiva. Il giudizio sul Greco 2016 è meno deciso: alcuni avevano carattere erbaceo, semi aromatico, con note di salvia e pompelmo, altri si mostravano intensamente floreali, alcuni speziati, con punte di zenzero. Anche al palato, una varietà tra vini giocati sulla leggerezza e magrezza, altri sulla morbidezza e densità. Il prof. Moio spiega che, trattandosi di “vitigno orchestrale” (contro il “solista” Fiano) il Greco ha un profilo aromatico meno pronunciato, che risente maggiormente delle scelte in campo e in cantina.

Taurasi 2013, estremamente fruttato e comunicativo

Pochi i campioni di Falanghina 2016 (5) per poter azzardare una sintesi. Come c’era da attendersi, erano vini più semplici e disegnati per un pronto, immediato e piacevole consumo. Bene i Taurasi 2013 (3 su 7 prelevati da botte). Riportiamo una nostra nota per tutte, nella speranza che possa essere il manifesto dell’annata: naso intenso di amarena matura, con tonalità brillanti, estremamente fruttato e comunicativo, con tocchi complessi di spezie, cannella, evocativo di una notte orientale baciata da un alito di frescura. Il palato è fitto, il tannino pronunciato ma ben levigato per guardare al futuro, notevole persistenza.

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© Riproduzione riservata - 26/05/2017

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