In Italia In Italia Jessica Bordoni

Cantina Tollo celebra i 30 anni di Cagiòlo, iconica Riserva di Montepulciano

Cantina Tollo celebra i 30 anni di Cagiòlo, iconica Riserva di Montepulciano

Una verticale di nove annate (dalla 2000 alla 2017) del Cagiòlo di Cantina Tollo ci permette di cogliere lo stile e l’evoluzione di questo vino ambasciatore dell’enologia abruzzese.

Trent’anni sono un traguardo considerevole per un vino, soprattutto se si pensa ai cambiamenti che hanno caratterizzato l’enologia negli ultimi tre decenni. La storia di Cagiòlo, fiore all’occhiello della teatina Cantina Tollo, comincia con la vendemmia 1992 ed è subito una storia di successo, sia di critica che di pubblico.
«Questa Riserva di Montepulciano d’Abruzzo racchiude lo spirito della nostra cooperativa e del nostro straordinario territorio, dove il mare incontra le montagne e l’uva Montepulciano crea un vino che ha superato la prova del tempo, regalandoci emozioni uniche», racconta il direttore generale Andrea Di Fabio. Per festeggiare il trentennale di Cagiòlo è nato un cofanetto in edizione limitata e sono state organizzate una serie di verticali riservate alla stampa.

Cantina Tollo Cagiòlo
Andrea Di Fabio, direttore generale di Cantina Tollo, e Cristina Mercuri, DipWSET wine educator

La verticale condotta da Cristina Mercuri

Al Ceresio 7 Pool & Restaurant di Milano, lo scorso 11 ottobre Cristina Mercuri, wine educator DipWSET e Master of Wine candidate, ha condotto gli ospiti alla scoperta di nove millesimi particolarmente significativi. La degustazione si è svolta in modalità blind tasting e i giornalisti sono stati invitati a “giocare”, confrontandosi fra loro per provare ad abbinare i calici alle annate 2000, ‘06, ‘07, ‘08, ‘10, ‘11, ‘14, ‘15 e ’17.
«L’idea era quella di classificare gli assaggi in tre macro categorie», ha spiegato Cristina Mercuri. «Le vendemmie dalla 2007 alla 2012, che hanno dai 7 ai 10 anni sulle spalle, rappresentano i “vintage dello slancio”; mentre i millesimi dal 2011 al 2008 li ho definiti “epoca della ricchezza”. L’ultima classificazione riguarda i “vini di grazia e di maturità” ed è pensata per i Cagiòlo che hanno dai 15 ai 22 anni».

Un vino nato per mostrare l’eccellenza del terroir

Il termine Cagiòlo deriva da casciòle, che in dialetto abruzzese indica la terra calcarea delle colline dove sono ubicati gli appezzamenti selezionati per produrre questa iconica Riserva. In tutto una settantina di ettari allevati a pergola da cui nascono circa 13 mila bottiglie all’anno (il prezzo medio in enoteca supera di poco i 30 euro). «L’etichetta è stata concepita fin dalla sua nascita come un progetto di eccellenza con l’obbiettivo di portare Cantina Tollo ai vertici qualitativi abruzzesi e nazionali», precisa Di Fabio. «Per questo sono stati identificati i vigneti migliori dei nostri soci, che li coltivano seguendo un protocollo ad hoc e vengono remunerati in base alla qualità delle uve che conferiscono».

Vinificazione e affinamento

Le vecchie viti si trovano in condizioni di grande equilibrio vegetativo e godono di un microclima particolarmente favorevole, con forti escursioni termiche giorno-notte. La vendemmia si svolge intorno alla metà di ottobre, seguita da una fermentazione con lunga macerazione a temperatura controllata in serbatoi di acciaio inox, mentre la malolattica si svolge in vasca. L’affinamento avviene in legno: «Fino all’annata 2014 abbiamo utilizzato barrique per il 70% di primo passaggio; con la 2015 abbiamo introdotto i tonneau sia nuovi che non. Qui il vino resta almeno 9 mesi prima di sostare altri 2 anni in bottiglia».

Le annate in degustazione

Cagiòlo è un’interpretazione aggraziata e intensa del Montepulciano d’Abruzzo, lontana dagli stereotipi che vogliono questo vino un po’ ombroso e pesante. Qui al contrario ci sono dinamismo, finezza, armonia: tratti che accomunano tutte le vendemmie in assaggio, di cui vi riportiamo le principali tasting notes.

2000

Colpisce per freschezza, apertura e vitalità. Note di frutta rossa matura, china, menta piperita, poi tabacco biondo, cannella e sottobosco. Un vino che sfida brillantemente il tempo.

2006

Figlio di un’annata equilibrata, ha un carattere piacevolmente speziato e terroso. La terzializzazione è ben integrata in un sorso che si mantiene fresco e vibrante. Tra i migliori assaggi della batteria.

2007

L’annata calda si fa sentire, ma non troppo. Confettura di amarena e richiami balsamici. L’acidità non viene scalfita da una certa opulenza e ricchezza aromatica. Buona evoluzione.

2008

Cambio di passo con un’annata fresca e asciutta che regala acidità e slancio. In bocca i tannini sono ben integrati. Concentrazione e freschezza giocano la stessa partita e la vincono. Ma c’è ancora margine di crescita in futuro.

2010

Mora, amarena, liquirizia, cacao sono i descrittori principali di un bouquet intrigante e sussurrato. Al palato grande pulizia e un fruttato che appaga la beva. Tannini dolci e bella persistenza.

2011

Un Cagiòlo fuori dagli schemi, con un naso più agrumato e vegetale. In bocca si allarga e impone la sua presenza. Da riassaggiare anche tra 5 anni per coglierne la direzione evolutiva.

2014

Annata difficile che ha condotto ad un’espressività più immediata, forse meno ricca di sfumature ma non meno avvincente. Morbidezza, piacevolezza di beva e una speziatura dolce sono dalla sua parte. 

2015

Certamente una delle migliori annate del decennio. Ne è nato un Cagiòlo archetipico in cui si ritrovano sapidità, struttura, integrità di frutto, spezie sempre in sottofondo. È il millesimo che segna il passaggio al tonneau, che gli regala una spinta maggiore in termini di vitalità ed energia.

2017

Annata che non ha bisogno di molte presentazioni: calda e siccitosa. In cantina volumi inferiori, ma uve perfettamente sane e di altissima qualità. Il calice rivela la gioventù e in bocca i tannini sono ancora un po’ aggressivi. La concentrazione e l’acidità assicurano un grande fascino in prospettiva.

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© Riproduzione riservata - 06/12/2022

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