Tre cru d’alta quota per Cantina Bolzano
Si chiamano Stegher, Greel e Thalman e provengono da vigneti unici di tre masi diversi, che condividono però posizioni e condizioni pedoclimatiche straordinarie. Fanno parte della linea Riserva: Chardonnay, Sauvignon e Pinot nero, da vitigni internazionali ma super tipici dell’Alto Adige
Poter contare sulle uve migliori dalle zone più vocate dell’Alto Adige è un privilegio per pochi. Cantina Bolzano, con i suoi 340 ettari e 224 soci, ha la fortuna di poter scegliere quelle coltivate nei masi che si trovano sulle colline intorno al capoluogo altoatesino. È qui che nascono le Riserve Stegher, Greel e Thalmann, tre cru che provengono da vigneti unici di tre masi diversi, ma che hanno molto in comune.
Tre internazionali tipicamente altoatesini
Tutti e tre i vini nascono da vitigni internazionali ma super tipici dell’Alto Adige: cioè Chardonnay, Sauvignon e Pinot nero. Le loro uve sono coltivate tra i 400 e i 700 metri d’altezza in zone caratterizzate da una notevole escursione termica. Bolzano è tra le città più calde d’Italia e questi cru di collina si distinguono soprattutto nella fase di maturazione dell’uva, quando le notti fresche donano croccantezza agli acini e acidità più alte. Il vento, il freddo föhn del Nord, che attraversa da nord a sud le Valli Isarco e Sarentino, e l’esposizione ottimale est-sud-est completano i fattori ambientali che condividono questi tre vini.
Lo Chardonnay di Maso Steger
Lungo la vecchia strada che da Bolzano conduce a San Genesio si incontrano i vigneti dalle pendenze estreme di Maso Steger (originariamente Stegher), gestito da oltre 400 anni dalla famiglia Pircher. Chi lavora qui deve dimostrare determinazione e risolutezza. «I muretti dei terrazzamenti li ho realizzati io», spiega con orgoglio Heinrich Pircher, che porta avanti con successo una tradizione di coltivazione dei vitigni a bacca bianca. Le uve Chardonnay di Stegher beneficiano anche dei suoli porfirici argillosi.
La vocazione territoriale di maso Greel
Il Sauvignon Greel ha la sua casa in località Costa di sopra sulle colline a nord di Bolzano. Hermann Wenter è stato tra i primi a comprendere la vocazione della zona per questa varietà. Le sue piante hanno più di 30 anni. «Quando a metà settembre assaggiamo gli acini per valutarne il potenziale enologico», dice Wenter, «i chicchi scoppiano croccanti tra i denti e il loro succo ricorda i fiori di sambuco, l’uva spina, il pompelmo e i frutti esotici».
Thalman, dove la viticoltura risale al medioevo
L’ingresso a Thalman, poco sotto la stradina che da Bolzano s’inerpica sul Renon, è custodito da un leone rampante con un grappolo tra le zampe, stemma del maso della famiglia Lun, che lo possiede dal 1893. Ma la viticoltura qui risale al Medioevo. Gottfried Lun più di 30 anni fa ha investito con tenacia nella coltivazione di un’uva non semplice come il Pinot nero. «Non ci siamo mai arresi», ricorda il viticoltore, «e abbiamo trovato qui le condizioni ideali nel profondo terreno disgregato, più pesante che altrove».
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Tag: Alto Adige, Cantina Bolzano, Chardonnay, Pinot nero, SauvignonRealizzato in collaborazione con Cantina Bolzano.
Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 1/2021. AcquistaSei abbonato digitale o premium? Sfoglia la rivista o scarica il pdf
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© Riproduzione riservata - 25/06/2021