In Italia In Italia Matteo Forlì

Campania Stories 2023: i nostri migliori assaggi

Campania Stories 2023: i nostri migliori assaggi

Campania Stories è stata un’anteprima “allargata” dei nuovi millesimi in commercio: oltre 300 vini di 90 aziende. La nostra selezione delle 15 etichette più interessanti provenienti dall’Irpinia.

Non una vera e propria anteprima. O meglio, non solo. Coi suoi 176 assaggi in bianco e 131 sfumature di rosso, anticipazioni d’annata e nuovi sorsi di millesimi vintage, oltre 90 aziende aderenti e campioni da ogni distretto vinicolo, Campania Stories 2023 assomiglia più a un termometro della produzione regionale: tacche che esprimono un buono stato di salute generale. Boccate d’aria fresca, specie dalle zone meno reclamizzate, come Sannio e Campi Flegrei, e dai vitigni meno blasonati, su tutti Falanghina e Piedirosso. E poi naturalmente l’Irpinia coi suoi dicotomici Greco e Fiano, declinati per una pronta beva o fatti maturare in bottiglia prima dell’uscita in commercio, sempre più interpreti di splendide evoluzioni nel tempo. E le sue sfumature di Aglianico che sorprendono quasi di più nelle versioni asciutte e piacevoli piuttosto che nei vini delle lunghissime soste in legno.

La 2022 annata capricciosa

Aprendo una parentesi sulla stagionalità, la 2022 – dicono le rilevazioni degli esperti e lo conferma il polso dei produttori – è stata un’annata ribelle. Calda ed estremamente siccitosa nel primo semestre, con un deficit pluviometrico di circa il -55%, a partire dall’inizio di agosto ha vissuto una fase di instabilità climatica: temporali pomeridiani, talvolta accompagnati da tempeste di vento, grandinate e bombe d’acqua. Bizzarrie che certo non hanno giovato ai vigneti, scombinando le maturazioni. Anche se le piogge hanno mitigato la calura, facendo così superare ai vigneti lo stress termico e idrico e accentuando le escursioni termiche tra giorno e notte.
Bianchi e rossi di questo millesimo risultano qualitativamente piuttosto disomogenei. Meno concentrati e profondi, soprattutto in comparazione con gli omologhi del 2021, una delle annate più piovose che ha dato vini con punte di colore ed estratti maggiori (e produzione più ridotta) rispetto al recente passato. Espressioni, queste ultime, che regalano attualmente un senso di compiutezza maggiore rispetto ai neonati.

Gli assaggi

Nelle degustazioni diffuse – un’antologia delle ultime annate in commercio, dalla 2012 alla 2022, di tutte le zone campane dal Sannio al Vesuvio, dalla Costiera Amalfitana al Cilento – abbiamo ristretto il campo della scelta alle referenze irpine, rappresentanti della zona ospitante della manifestazione. La selezione – prima bianchi e poi rossi – segue un ordine squisitamente alfabetico.

Colli di Lapio – Fiano di Avellino Docg 2022

Ad Aiello, minuscola frazione nella vocata zona del Comune di Lapio, Clelia Romano è da anni nel gotha del Fiano grazie alle sue impeccabili interpretazioni. I vigneti, di circa 40 anni, si trovano su suoli calcarei e argillosi a circa 600 metri di quota e sono condotti coi principi della lotta integrata. Il vino fermenta in acciaio e resta in bottiglia 4 mesi. Ha sentori di pesca gialla, albicocca e fiori di tiglio, ricordi di nocciola e note affumicate. In bocca è scattante ma vellutato, di notevole equilibrio con una chiusura sapida e agrumata.

Laura De Vito – Elle, Fiano di Avellino Docg 2020

L’azienda coltiva 10 ettari di Fiano nel comune di Lapio (Avellino), in tre diverse contrade: Arianiello, Verzare e Sauroni, dalle quali prendono il nome i tre cru aziendali. Elle (che sta per Lapio) ne rappresenta la sintesi: un Fiano giocato sulla magnificenza che racchiude le sfaccettate espressioni dei diversi versanti. Fermentazione in serbatoio di acciaio termoregolati e una maturazione per 9 mesi sempre in acciaio e per i successivi 15 in vetro. Il naso è un affascinante mosaico di timo e origano, acacia e tiglio, frutta esotica e zenzero. Trova sulla lingua una sintesi perfetta tra opulenza ed eleganza.

Cantine Di MarzoVigna Serrone, Greco di Tufo Docg 2021

Storica cantina di Tufo. Dalle grotte e cunicoli medievali scavati nel sottosuolo roccioso del paese emergono quintessenziali espressioni di Greco. Il Vigna Serrone è uno dei cru aziendali contraddistinto da terreni argilloso-calcarei con una ricca presenza di zolfo. Fermentato in acciaio, il vino riposa sulle fecce per 9 mesi per acquisire complessità e struttura. Ha tocchi iodati, di pietra focaia, percezioni di frutta matura a polpa gialla. In bocca è avvolgente, minerale, sapido.

Di Meo – Greco di Tufo Docg 2022

Roberto e Generoso Di Meo gestiscono la tenuta di famiglia sui monti Picentini e il Partenio, nel cuore dell’Irpinia, tra i piccoli borghi di Salza Irpina e Parolise. La gamma di vini sonda le potenzialità evolutive di Fiano e Greco e comprende selezioni da lungo invecchiamento in cantina. Ma anche eccellenti espressioni giovani. Le uve del Greco provengono dai comuni di Santa Paolina e Montefusco, a 480 metri sul livello del mare. Al naso si schiudono aromi di pesca, mandorla, zagara e cedro con sfumature sottili di pepe bianco e timo. Il sorso è pulito, bilanciato, fresco, già godibilissimo.

Di Prisco – Vigna Rotole, Irpinia Doc 2020

Era il 1994 quando “un po’ per scherzo un po’ per necessità” Pasqualino Di Prisco fondò ufficialmente la propria cantina a Fontanarosa, nella zona nordest dell’areale d’elezione del Taurasi. La piccola vigna proprietaria di Fiano, Vigna Rotole, confina coi muretti in tufo della cantina, fuori dall’areale consentito dalla denominazione, su suoli sabbiosi a circa 420 metri di altitudine. Regala un vino dai tratti originali, sbuffi ossidativi e ricordi iodati che incorniciano la paradigmatica pesca gialla. Il sorso ha consistenza aromatica, nerbo, freschezza, persistenza.

Benito Ferrara – Vigna Cicogna, Greco di Tufo Docg 2022

Gabriella Ferrara gestisce la piccola azienda, che è stata nella sua famiglia per molte generazioni, insieme al marito Sergio. I 25 ettari di proprietà si trovano nella frazione San Paolo del comune di Tufo, zona d’elezione del Greco. Il Vigna Cicogna viene dall’omonimo vigneto su suolo mistoargilloso/sabbioso/calcareo con venature sulfuree sottostanti. Un vino che interpreta l’annata con profumi esuberanti di albicocca, fiore d’arancio, agrumi, erbe spontanee. In bocca è ampio, armonico e fruttato, ricco di aromi salini, ammandorlati e agrumati.

Pietracupa – Campania Greco Igt 2020

Poco più di sette ettari a vigneto nel territorio del comune di Montefredane, su terreni vulcanici. È il regno di Sabino Loffredo, interprete capace di imprimere ai suoi Greco e Fiano, vinificati in acciaio, una grande personalità e riconoscibilità. Il Greco viene prodotto dai vigneti in affitto nella vicina Santa Paolina, una zona di grande vocazione. Gli afrori di pesca bianca, che si sposano con sentori agrumati e delicate sfumature erbacee, sono raggiunti da netti e ammalianti sbuffi minerali. In bocca è materico, profondo ma anche fresco e persistente.

Tenuta Sarno 1860 – Emme, Fiano D’Avellino Docg 2021

Dal 2004 i vini di Maura Sarno sono spot liquidi della vocazione dell’antico comune irpino di Candida per il Fiano. Emme è l’ultimo nato di casa: un nome che indica la macerazione cui è sottoposta metà massa di pigiato, che resta a contatto con le bucce in vasca di acciaio per un mese. Le viti si trovano a oltre 600 metri di altitudine su terreni argillosi e calcarei con residui vulcanici. Il vino affina in acciaio per altri 12 mesi sulle fecce fini e 6 mesi in bottiglia. Agrumato, floreale, con nuance di pesca noce, spezie dolci, eleganti note iodate. Morbidezza e freschezza sulla bilancia al sorso, che è complesso sapido e sottolinea l’impronta minerale.

Tenuta Madre – I sognatori, Fiano di Avellino Docg 2021

I “sognatori” sono Marianna Mazzariello e il marito Adriano Tartaglia. Producono Fiano dall’annata 2019 in un francobollo di vigna di appena 1,2 ettari (ne hanno un altro piantato ad Aglianico) nell’areale di Montefalcione, a circa 560 metri sul livello del mare. Il vigneto trentennale ha forma di esagono e dà forma al simbolo in etichetta. La fermentazione è svolta per l’80% in acciaio e per il 20% in barrique e negli stessi serbatoi il vino affina per otto mesi sui lieviti con batonnage periodici prima di rimanere in bottiglia per altri 8 mesi. Ha sentori di camomilla, cedro, salvia, erbe di campo, pietra bagnata. Un quadro che ritorna in un sorso incasellato da una bella sapidità e adeguata freschezza. Appena 7 mila bottiglie prodotte.

Villa Raiano – Alimata, Fiano di Avellino Docg 2021

Nata nella frazione di Raiano nel 1996, Villa Raiano è ora una moderna cattedrale circolare in cima a una collina nel territorio del comune di San Michele di Serino (Avellino). I Fiano Ventidue e Alimata sono espressione di due cru aziendali. Il secondo, che prende il nome dalla contrada del comune di Montefredane, è una vigna di due ettari su suoli composti da argille molto tenaci su basi marnose. La vinificazione avviene in tini di acciaio dove il vino affina sulle fecce fini per 12 mesi; seguono ulteriori 12 mesi di affinamento in bottiglia. L’annata 2021 ha note olfattive verdi, di erba tagliata e mela verde, ma anche rimandi gessosi. Gli assaggi in verticale testimoniano la sua splendida forma nel tempo in particolare nei millesimi 2015, 2016 e 2019.

Stefania Barbot – Irpinia Campi Taurasini Doc 2019

A Paternopoli, un piccolo borgo preromano adagiato sulle colline dell’appennino meridionale, Stefania Barbot e suo marito sondano le virtù di un Aglianico meno estratto e legnoso. “Ion”, letteralmente “viola” in greco, vuole richiamare il colore e il sapore del vino espressione senza filtri del territorio da cui viene. Un anno in acciaio e 6 mesi in bottiglia regalano complessi profumi di ciliegia matura e piccoli frutti neri. Il sorso è fresco, morbido e persistente.

Contrade di Taurasi – Irpinia Doc 2018

Contrade di Taurasi nasce a Taurasi nel 1998 grazie alla ferma volontà di Sandro Lonardo, professore di latino in pensione. Il vigneto, complessivamente 5 ettari ha esempi di impianto a starseto o pergola avellinese, metodo ancestrale che richiama il tendone trentino. Alcune delle viti, Aglianico e il raro bianco Rovello, sono vecchie anche di oltre un secolo e in buona parte a piede franco. Oltre agli eccellenti Taurasi dai cru aziendali di Coste e Vigne d’Alto, degno di nota è l’Aglianico “base” che affina per il 50% in botti di rovere di 25 hl e per il 50% in acciaio. Un vino elegante, con leggeri accenti balsamici/speziati che si fondono alle note fruttate e un sorso vagamente sulfureo, corposo e fresco.

Di Prisco – Taurasi Docg 2019

Solo legni grandi per gli affinamenti “esaltare gli attributi varietali e non mascherarli”: è la filosofia di Pasqualino Di Prisco per il suo Taurasi. Questo 2019 è una virtuosa eccezione, frutto di un esperimento: anziché nell’abituale acciaio, la fermentazione è stata svolta in tini di legno da 50 ettolitri, gli stessi contenitori dove si trova tutt’ora. Assaggiato in cantina direttamente dalla botte, non era tra i campioni in degustazione ma colpisce per freschezza, personalità e bilanciamento.

Perillo – Taurasi Docg 2012

Vigneron d’altri tempi Michele Perillo è un fine “addomesticatore” di Taurasi col mantra dell’attesa. I 5 ettari di vigna si trovano tra i territori di Castelfranci e Montemarano, dove si sfiorano i 600 metri di altitudine su un’argilla che qui si fa chiara e lascia spazio a sabbia silicea, calcare polverizzato, con significativa presenza di fossili marini e conchiglie. Alcuni appezzamenti risalgono addirittura agli anni Trenta. L’Aglianico, dimenticato in cantina (24 mesi di botte grande da 20 hl in rovere sloveno, cui seguono ben 6 anni di bottiglia) plasma un Taurasi dal tannino cesellato e elegante con profumi di frutta rossa, arancia, cedro candito e menta.

Villa Raiano – Costa Baiano, Campi Taurasini 2019

Le uve di Aglianico provengono dalla parte centrale dei 9 ettari di vigneto di proprietà, unico corpo a forma di anfiteatro, situati nel comune di Castelfranci a 500 metri di altitudine. Dopo la fermentazione in acciaio il vino affina per il 50% in vasche di cemento e per la restate parte in anfore di terracotta per almeno 12 mesi. Sensazioni olfattive di frutti di bosco, pepe, garofano e liquirizia. Fresco, sapido, succoso e lungo con una trama tannica risolta.

Foto di apertura: a Campania stories c’erano 176 vini bianchi e 131 rossi in degustazione © Miriade & Partners

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© Riproduzione riservata - 07/06/2023

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