Birra artigianale in Calabria e Basilicata. Rivoluzione culturale dal Vulture all’Aspromonte

Birra artigianale in Calabria e Basilicata. Rivoluzione culturale dal Vulture all’Aspromonte

di Manuela Laiacona

Una storia brassicola che si sta scrivendo adesso e che già dai primi capitoli si prospetta con una trama avvincente. La Calabria e la Basilicata sono state toccate dall’onda lunga del fermento birraio artigianale italiano solo negli ultimi anni e hanno saputo rispondere con progetti competitivi, avviando nel territorio di riferimento una rivoluzione culturale, ancora di nicchia, nel consumo e nella conoscenza della birra che sta facendo proseliti, non solo a livello locale. Il Sud in grado di cavalcare il fenomeno contemporaneo del settore del beverage, con punte di eccellenza, sino a qualche tempo vedeva schierate Puglia, Campania e Sicilia. Adesso il quadro meridionale si completa con due realtà regionali decise a mettersi al pari e a proporre un proprio modello.

Una biologa al Birrificio del Vulture

In Basilicata a Rionero in Vulture, lungo la strada che porta ai laghi di Monticchio, sta facendo la sua parte Ersilia d’Amico, tra le pochissime birraie nel nostro Paese, che si è buttata a capofitto nella produzione per seguire una passione coltivata con l’homebrewing. Il suo regno, che le consente di fare in media 500 litri al giorno con doppia cotta (produzione del mosto che nelle settimane successive diventerà birra, ndr), è anche il traguardo di un nuovo percorso di vita iniziato quattro anni fa e su cui ha investito subito dopo essersi tolta i panni di biologa e informatrice scientifica. Birrificio del Vulture – così ha chiamato la sua azienda per aprire una breccia nell’immaginario comune che lega il territorio all’Aglianico del Vulture – potrebbe essere la prima tappa di un itinerario nel profondo Sud alla scoperta delle ultime rivelazioni.

Un angolo per beer lover nel regno dell’Aglianico

Braccio destro di Ersilia è il marito Donatello Pietragalla a cui spetta seguire la parte commerciale e il piccolo punto vendita annesso al birrificio. Quella dei due coniugi ha tutti i tratti dell’avventura pioneristica. Nell’areale in cui è fortemente radicata la cultura vinicola, hanno dovuto conquistare un piccolo spazio dedicato alla birra, e continuano a farlo tutt’ora, scontrandosi con la diffidenza del consumatore e una certa resistenza ad approcciarsi a un prodotto che nulla ha da condividere con la birra industriale. Più che seguire uno stile di riferimento, Ersilia spazia sulle tipologie che più le piacciono dando un’impronta di grande bevibilità e un carattere molto territoriale nel nome con cui le battezza. Ne produce sette oltre a oneshot e birre stagionali come quella di Natale o alla castagna che le piace proporre quando è il periodo di raccolta.

De Alchemia, spirito “schizofrenico”

Per certi versi speculare alla missione di Ersilia, è De Alchemia, l’impresa di due giovani ragazzi, e fratelli, Guido e Biagio Gagliardi a Saracena, piccolo centro di 3.000 anime dell’alto cosentino ai piedi del massiccio del Pollino calabrese. Anche loro hanno realizzato un sogno nel cassetto in un contesto agricolo da sempre fortemente caratterizzato da viticoltura e olivicoltura e celebre per il Moscato di Saracena, vino passito dalla storia antichissima molto apprezzato dai Papi e, in particolare, amato da Pio VI. Come Ersilia anche i Gagliardi sono impegnati in prima linea per divulgare la cultura brassicola e introdurre una nuova abitudine di consumo in una comunità, come quella rionerese, ancora molto legata al vino e alla birra industriale. Il birrificio è stato ricavato in una ex conceria da cui si gode la vista di parte del Pollino e in tutta la loro vastità e bellezza del golfo e della piana di Sibari, sito dove prosperò una delle colonie magnogreche più potenti passata alla storia per gli usi e i costumi lussuosi e dissoluti.

Emigrazione al contrario

Proprio nel rispetto dello scenario naturale circostante, i Gagliardi hanno scelto di alimentare il birrificio con energia alternativa attraverso un impianto solare termico. De Alchemia è una storia di emigrazione al contrario, di un ritorno a casa. Andati a studiare fuori, al Nord, come tanti coetanei calabresi, i fratelli hanno deciso di puntare sul loro paese di origine per aprire una parentesi innovativa, accodandosi così a un movimento produttivo che già cominciava a essere particolarmente vivace nella regione. Guido è il mastro birraio. La sua impronta è la trasversalità. Spazia tra gli stili birrai con disinvoltura.

Gli altri birrifici: ‘A Magara e Limen Brewery.

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© Riproduzione riservata - 22/08/2018

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