Argentina Wine Awards – I miei 99 assaggi

Argentina Wine Awards – I miei 99 assaggi

19 febbraio – La seconda giornata di assaggi è stata impegnativa quanto la prima. 99 vini: Chardonnay, Malbec, Cabernet Sauvignon, Tempranillo e alcuni blend per lo più di Malbec con internazionali (o Bonarda, ad esempio). Abbiamo spezzato il tempo con un pranzo al ristorante Maria Antonieta, accanto all’hotel Diplomatic, dove alloggiamo e lavoriamo. A tavola gli enologi locali coinvolti nei panel fanno a gara per esibire i loro vini e, ciò che conta, per raccontarci gusti e tendenze.

Un panel di giurati. Da sinistra il brasiliano Eduardo Milan, l'argentino Sebastian Zuccardi e l'inglese Laura Rhys, sommelier al fianco di Gerard Basset MW & MS

PILLOLE DI ENOLOGIA – Matías Riccitelli, il cui padre nel 2012 è stato premiato winemaker dell’anno da The Wine Enthusiast, ci spiega perché, anche qui in un clima caldo, con eccesso di sole, abbiamo trovato alcuni vini con tannini verdi, immaturi. La nuova tendenza è di raccogliere le uve in anticipo, per mantenere l’acidità, ed è rischioso perché nonostante la luce e il calore, spesso la maturità fenolica, quella dei vinaccioli, giunge molto dopo quella fisiologica. Ma non è possibile aspettare oltre una certa soglia, perché la concentrazione di zuccheri procurerebbe sempre vini sopra i 15% vol. Capita però spesso che in attesa della maturità fenolica si raccolgano le uve leggermente in ritardo, quando comincia  a crollare l’acidità e allora si compensa con l’acido tartarico, per mantenere la freschezza. Pillole di enologia, su questioni piuttosto note, che però nel contesto del deserto mendocino hanno un peso particolare.

Pranzo di gruppo al ristorante Maria Antonieta (le degustazioni non si sospendono...)

TRA I BLEND L’OUTSIDER CORVINA – I flights odierni hanno avuto poco successo. Abbiamo suggerito qualche oro per i Malbec, per un paio di Chardonnay e un paio di blend. Tra i vitigni meno usati, esempi convincenti sono arrivati dal Tempranillo e dal Carmenere. Nel gruppo misto troviamo anche la Corvina (al 70% con un 30% di Malbec) e si tratta certamente del vino che la veronese Masi produce a Tupungato. La giuria lo accoglie bene, ma senza troppi entusiasmi perché non ne viene apprezzata quella che invece è la caratteristica principale: l’uso di uve appassite, “Amarone style”. Ma è comprensibile: abbiamo passato la mattinata a ripeterci che cercavamo soprattutto freschezza, dato che è il punto debole dei vini argentini.

L'ingresso della Bodega Navarro Correas

VISITA IN CANTINA – La giornata si chiude in una Cantina molto curata, elegante, con lounge bar e mostra d’arte contemporanea: la Bodega Navarro Correas. Una cattedrale sotteranea di barrique, per vini di ottimo livello. Partiamo dallo Spumante, fruttato non particolarmente intrigante. Lo Chardonnay è piacevole, rotondo, fine nei canoni del nuovo mondo. Tra i rossi, ottimo il Malbec 2010, immediato l’Alegoria, Cabernet Sauvignon del 2008, ma sarà il blend “Structura” (Malbec, Cabernet e Merlot) a convicermi, finalmente un campione di struttura e di eleganza, con un finale, finalmente, secco.

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© Riproduzione riservata - 20/02/2013

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