Una siccità senza precedenti minaccia la produzione di Cava

Una siccità senza precedenti minaccia la produzione di Cava

Freixenet, uno dei maggiori produttori di bollicine catalane, licenzia l’80% dei dipendenti. La regione del Penedès è particolarmente colpita dal clima torrido e dalla mancanza di acqua. E la Denominazione corre ai ripari con misure straordinarie per difendere le vendite. Il caso sulla stampa internazionale.

Per approfondimenti: The Drinks Business, WeinPlus, Nature Geoscience, Decanter, The Guardian, Wine-Searcher

Il gigante spagnolo-tedesco Freixenet, il più grande produttore di Cava e leader mondiale nelle esportazioni della tipologia, ha annunciato il licenziamento dell’80% dei suoi dipendenti in Catalogna (The Drinks Business). Il provvedimento “temporaneo” (ma anche senza data di scadenza) è una sorta di cassa integrazione che tocca 615 delle 778 persone impiegate dall’azienda e una misura estrema per fare fronte a un periodo di siccità senza precedenti che negli ultimi anni ha colpito la Spagna e in particolare la regione del Penedès, culla d’elezione per la produzione delle bollicine catalane.

Crisi di materie prime

Si tratta di una misura «presa per cause di forza maggiore», hanno fatto sapere i vertici Freixenet in una nota ufficiale, sottolineando «l’attuale contesto di crisi climatica che ha interessato il settore a partire dal 2021 e in particolare la zona del Penedès dal 2023 e che ha portato a una grave mancanza di materie prime».
La scarsa produttività della vendemmia del 2023 – con un calo quantitativo fino al 55% per la Do Cava – ha convinto la stessa Freixenet a lanciare anche uno spumante declassificato con uve provenienti da altre regioni che dall’agosto 2024 sarà venduto nei mercati di Germania, Austria e Svizzera (i principali importatori di Cava). Il Freixenet Premium Sparkling Wine – Cuvée de España sarà anche prodotto con il Metodo Charmat anziché con il tradizionale metodo di rifermentazione in bottiglia (WeinPlus).

La siccità più grave degli ultimi 1.200 anni

Gli effetti dell’emergenza climatica sono diventati sempre più evidenti in tutta la Spagna negli ultimi anni, portando incendi mortali, colpendo le produzioni tradizionali come l’olio d’oliva e vino e portando all’inaridimento delle zone più meridionali. Secondo uno studio pubblicato su Nature Geoscience, si tratta del più grave periodo senza acqua che la penisola iberica abbia mai vissuto addirittura negli ultimi 1.200 anni. E in particolare la mancanza di precipitazioni sta causando una crisi mai vista prima nella regione del Penedès, dove si produce circa il 95% della Do Cava. Tanto che nel 2023, secondo quanto riportato su Decanter alcuni coltivatori hanno perso quasi il 70% del loro raccolto e anche quest’anno più viti che mai rischiano di morire di sete.

Misure straordinarie in Catalogna

Nel maggio dello scorso anno, ricorda il quotidiano inglese The Guardian il governo spagnolo aveva approvato un piano senza precedenti di 2,2 miliardi di euro per aiutare gli agricoltori e i consumatori a far fronte alla perdurante siccità. Tra le sue disposizioni c’erano 1,4 miliardi di euro di fondi del ministero dell’Ambiente per affrontare la siccità e aumentare la disponibilità di acqua, e 784 milioni di euro del ministero dell’Agricoltura per aiutare gli agricoltori a mantenere la produzione ed evitare la carenza di cibo.
In Catalogna, che si trova al quarto anno consecutivo di siccità, il governo regionale ha dichiarato lo stato di emergenza e ha introdotto una serie di limiti al consumo di acqua che interesseranno 6 milioni di persone. Le restrizioni – scattate dopo che le riserve sono scese al di sotto del 16% – comprendono un limite di 200 litri per abitante al giorno, la fine delle docce in spiaggia e il divieto di eventi pubblici o privati che utilizzano acqua adatta al consumo umano, come piste di ghiaccio temporanee, schiuma party o giochi d’acqua (Wine-Searcher).

Foto di apertura: la zona del Penedès dal 2023 soffre per una grave siccità © J. Carles – Unsplash

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© Riproduzione riservata - 02/05/2024

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