In Italia

In Italia

Annate storiche di vini mitici (19): Campania

28 Novembre 2012 Roger Sesto
Scrivere di enografia avellinese, significa raccontare prettamente di tre Docg e di altrettanti vitigni: Greco di Tufo, Fiano di Avellino e Taurasi (Aglianico). Sia Greco di Tufo sia Fiano di Avellino sono coltivati in un territorio di confine sito in provincia di Avellino che, idealmente, divideva la Magna-Grecia, con i suoi allevamenti ad alberello, dal mondo etrusco, con le “alberate”. Il nome “Greco” corrisponde all’Aminea Gemina descritta dai latini, importata dalla Tessaglia prima dell’era cristiana; “Tufo”, a parte l’ovvio riferimento alla località, indica la componente principale del suolo sul quale viene vitato il vitigno in questione. L’etimo “Fiano” nasce invece dal latino Vitis Apiana, deformazione del nome derivato dalle api avide dell’uva. Le sue origini lo fanno apparentare con l’antico Falerno. In ogni caso, nella cosiddetta Campania Felix, in alta collina (sui 500 metri sul livello del mare), tra le province di Avellino e Caserta, hanno attecchito al meglio i più pregiati vitigni rossi e bianchi dell’intera regione. Taurasi è un comune irpino posto su uno sperone che domina la valle del Calore, in un’area a nordest di Avellino. Il vino è risorsa nobile e antica di questo territorio, già ritenuta dai Romani zona d’eccellente vocazione. I suoli sono qui calcarei e minerali, frammisti a tufo e ceneri vulcaniche: una condizione vantaggiosa per la qualità delle uve, accentuata dall’altitudine dei vigneti: tra i 300 e i 600 metri, perciò interessati da forti escursioni termiche, specie quando le brezze rinfrescanti giungono direttamente dal mare senza incontrare catene montuose che ne ostacolino il cammino. Il prestigio del Taurasi proviene inoltre dal vitigno con il quale è da sempre prodotto, l’Aglianico, anch’esso di origine ellenica. Data la vastità di materiale raccolto, anche la Campania, storica regione vitivinicola, è stata divisa in due parti. In questa sede si parlerà di Avellinese (Irpinia), mentre nella prossima puntata approfondiremo le restanti aree viticole campane. Nei prossimi giorni saranno pubblicati i focus aziendali: - Benito Ferrara: l'uva governa le scelte - Villa Raiano: la sfida, bianchi durevoli - Terredora: virtù di una raccolta tardiva - I Favati: la regola delle tre vendemmie - Villa Diamante: ribaltamento delle abitudini - Mastroberardino: ancora freschi a novant'anni - Quintodecimo: serve una lenta, lenta evoluzione - Cantine Antonio Caggiano: boutique d'antan - Feudi di San Gregorio: protocolli precisi

In Italia

Cantine Lvnae lancia il progetto artistico dedicato a Numero Chiuso

In tutto 20 Jeroboam-sculture firmate dal designer Andrea Del Sere per celebrare […]

Leggi tutto

Il talk show di VinoVip al Forte ha acceso i riflettori sui giovani

Al centro dell’incontro tenutosi a Villa Bertelli lo scorso 9 giugno c’erano […]

Leggi tutto

Storia (e la prima verticale) del Carménère San Leonardo

Mai sino ad oggi erano state messe in fila diverse annate (due […]

Leggi tutto

Il “vino naturale”, corsi e ricorsi storici di un movimento che non sa fare sistema

Le polemiche emerse durante l’ultima edizione del Vinitaly hanno radici antiche, se […]

Leggi tutto

Dalla sala degli antenati entriamo nella galassia Frescobaldi

A Nipozzano, negli ambienti dell’affascinante castello medievale, accompagnati dai responsabili delle singole […]

Leggi tutto

VinoVip al Forte: ripensiamo i concetti base dei grandi bianchi italiani

Termini come longevità, esclusività, artigianalità e biodiversità, un tempo fondamentali nella definizione […]

Leggi tutto

Vini di Montagna (11): la Val di Non

Questo contenuto è riservato agli abbonati digitali e Premium Abbonati ora! €20 […]

Leggi tutto

Cadgal, l’altra faccia del Moscato d’Asti

Alessandro Varagnolo, che guida la Cantina piemontese dal 2023, mira a dare […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati