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Alois Lageder passa all’Igt, ma senza polemica con il Consorzio Alto Adige Doc

8 Marzo 2021 Jessica Bordoni
Alois Lageder passa all’Igt, ma senza polemica con il Consorzio Alto Adige Doc

Le nuove annate dei vini delle linee Capolavori e Composizioni, in uscita nei prossimi mesi, avranno in etichetta l’Indicazione geografica tipica e non la Doc. Ecco i motivi che hanno spinto la Tenuta Alois Lageder a questa decisione. E la replica del Consorzio Vini Alto Adige Doc.

Per la Cantina altoatesina Alois Lageder il 2021 è un anno di grandi cambiamenti, a cominciare dal passaggio di testimone alla guida aziendale tra lo stesso Alois e il figlio Alois Clemens, affiancato dalle sorelle Helena e Anna. La notizia che sta tenendo banco in questi giorni, però, riguarda la parziale “fuoriuscita” dalla Denominazione Alto Adige.

Le linee Capolavori e Composizioni diventano Igt

Con una nota stampa, infatti, la Cantina ha annunciato che le nuove annate dei vini delle linee premium Capolavori e Composizioni – in commercio nei prossimi mesi – passeranno all’Igt Vigneti delle Dolomiti; mentre le referenze della collezione Vitigni Classici resteranno classificate come Doc. Non si tratta di una decisione estemporanea bensì il frutto di un lungo ragionamento, come ha spiegato Alois Clemens Lageder. «Negli ultimi anni abbiamo avuto molti colloqui costruttivi con il Consorzio Vini Alto Adige e la Camera di Commercio di Bolzano. Ci siamo però resi conto di avere idee divergenti rispetto ad alcuni punti essenziali, sia sul fronte agronomico sia riguardo alle fasi di vinificazione». Da qui la decisione di prendere un’altra strada.

Nuove esigenze dettate dal riscaldamento climatico

Paladina della biodinamica, la Tenuta Alois Lageder produce vini dalla forte personalità privilegiando freschezza, tensione e finezza aromatica. L’approccio olistico è sintetizzato nel motto “Coltivare la natura come un habitat di vita”. «Negli ultimi anni, anche e soprattutto a causa global warming, le nostre uve hanno raggiunto una maturazione aromatica precoce mantenendo livelli di zucchero bassi e una buona acidità», ha continuato Alois Clemens Lageder. «Questo ci permette di vendemmiare prima e di produrre vini caratterizzati da una notevole complessità a fronte di livelli alcolici decisamente più bassi».

Richiesta di maggiore libertà in vigna e cantina

E proprio qui sta il punto, perché tale impostazione si scontra con i parametri definiti dal Consorzio per l’ottenimento della Doc. «Alle condizioni attuali ci manca un margine di manovra per quanto riguarda il limite alcolico inferiore. Se è ammessa la produzione di vini con 15,5% vol., allora dovrebbe essere consentito produrre anche vini con bassi valori alcolici, soprattutto alla luce della mutevolezza climatica». Le richieste di apertura da parte dei Lageder non riguardano solo i livelli alcolometrici; comprendono la possibilità di piantare vigneti ad altitudini più elevate, utilizzando vitigni “altri” rispetto a quelli attualmente autorizzati e sperimentando metodi di vinificazione alternativi. Insomma, più libertà di azione sia in campo che in cantina.

Clima di collaborazione, senza polemiche

Il clima, va però detto, non è di contrapposizione né tantomeno di polemica con il Consorzio (lo stesso Alois Clemens Lageder siede nell’attuale consiglio di amministrazione, eletto a inizio anno). La famiglia Lageder intende continuare a dialogare costruttivamente con i rappresentanti consortili e dare il proprio contributo in un’ottica di modifica e adeguamento del disciplinare di produzione della Doc.

La risposta del Consorzio Vini Alto Adige

Anche la replica del direttore del Consorzio Eduard Bernhart va in questa direzione. «Per il Consorzio Vini Alto Adige, la protezione della Doc ha la massima priorità, poiché si tratta di tradizione, origine, tipicità e qualità dei nostri vini. Come associazione che riunisce tutti gli attori principali dell’industria vinicola altoatesina, seguiamo con grande attenzione le tendenze, i processi e altri temi, come appunto quello dell’abbassamento dei valori alcolici. Tuttavia, è chiaro che il Consorzio è anche l’interfaccia delle istituzioni; deve quindi tenere d’occhio i tempi tecnici così come le condizioni legali, per esempio quando si tratta della revisione dei regolamenti di produzione».

Una mossa per velocizzare i tempi

Toni distesi anche da parte del presidente del Consorzio Andreas Kofler, che a mezzo stampa ricorda che le richieste di modifica del disciplinare sono sul tavolo del Ministero a Roma ormai da tre anni. Per lui la scelta di Lageder va interpretata come una legittima presa di posizione volta ad accelerare i tempi del cambiamento.

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