Affaire Moncaro, tempi strettissimi per non fallire

Affaire Moncaro, tempi strettissimi per non fallire

Il tribunale accetta il concordato preventivo e concede, però, solo 30 giorni di tempo per presentare il piano di risanamento. Oltre al custode giudiziale, nominati anche due commissari di Milano.

Dopo l’udienza dello scorso 5 settembre presso il Tribunale di Ancona è possibile provare a vedere il bicchiere, in questo caso di Verdicchio, mezzo pieno, anche se forse, per la cooperativa vinicola più importante delle Marche, poteva probabilmente andare meglio.

Le decisioni del Tribunale di Ancona

La notizia positiva è che il Tribunale di Ancona ha accettato la domanda di ammissione al concordato preventivo con riserva presentata dal cda di Terre Cortesi Moncaro. Quella negativa, anche se secondo alcuni prevedibile, è che sono stati concessi non 60 giorni, come solitamente è prassi, ma solo 30, per mettere in atto le misure protettive atte a garantire la continuità operativa e per presentare un piano di risanamento e rilancio credibile. Piano che consenta di ripianare i debiti nei confronti dei creditori, a partire da coloro che hanno presentato istanza di fallimento (un produttore dell’Emilia-Romagna e uno scatolificio marchigiano) per un totale di 1,3 milioni di euro, ma che complessivamente è stimata ammontare tra i 40 e i 50 milioni di euro.

Due commissari oltre al custode giudiziario

Un compito non facile e per raggiungere il quale il Tribunale, oltre a confermare la figura di Marcello Pollio come custode giudiziario, nominato lo scorso 25 luglio dal giudice di Ancona Giuliana Filippello, ha imposto anche due commissari di Milano, il commercialista Fabio Pettinato e l’avvocato Salvatore Sanzio, che devono vigilare e riportare al Collegio dei giudici qualsiasi comportamento interno che possa ostacolare la soluzione di questa delicata crisi. Una decisione, quella di concedere solo 30 giorni, sicuramente molto severa, ma che tiene in considerazione il fatto che a fine luglio il cda della cooperativa di Montecarotto aveva già avviato un piano di risanamento. Al tempo stesso, poiché la domanda di concordato preventiva alla fine è stata comunque accettata, si tratta di un attestato di fiducia nei confronti del lavoro fin qui svolto da Marcello Pollio e dai suoi collaboratori. Insomma, una porta è stata lasciata aperta.

Polemiche e accuse ad agosto

Le cronache locali, non a caso, che ovviamente seguono quasi giornalmente le vicissitudini di Moncaro, riportano la presenza di un clima certamente migliorato e di ritrovata fiducia tra i soci conferitori dopo l’arrivo del custode giudiziale Marcello Pollio, al netto delle tantissime preoccupazioni che ovviamente permangono. Ad agosto, però, polemiche e accuse non sono mancate, a partire dalla decisione della maggioranza dei consiglieri del Cda di uscire da Legacoop Marche, capitanati dalla socia finanziatrice Federica Morricone, proprietaria dell’azienda abruzzese Villa Medoro, con l’accusa di omessi controlli, che non è stata poi ratificata da Marcello Pollio. La stessa decisione di presentare domanda di concordato preventivo, ultima mossa per cercare di salvare la cooperativa dal fallimento, è stata un percorso a ostacoli, con la prima seduta del Cda del 12 agosto andata deserta e la seconda, il 19 via remoto, che finalmente ha dato il via libera.

Le incognite a vendemmia in corso

E la vendemmia? Aspetto non di poco conto, perché contemporaneamente alla presentazione di un piano di risanamento credibile che possa dare speranza a Moncaro, la continuità aziendale deve essere mantenuta, con quello che rimane in questo momento a disposizione. I primi conferimenti di uve sono iniziati il 28 agosto con i primi 100 quintali e poi sono proseguiti nei giorni successivi a ritmi giornalieri più sostenuti. L’enologo Giuliano D’Ignazi, come riportano sempre le cronache locali, sottolinea la precocità della raccolta a causa del clima secco e si dice soddisfatto della qualità. Nella zona del Piceno, la cantina di Acquaviva non è operativa e sono stati presi accordi con quella di Castignano, mentre nell’Anconetano ci si è concentrati solo su quella centrale di Montecarotto.
Il tempo stringe, così come i conti: il blocco dell’operatività dei mesi scorsi ha portato in dote una perdita di fatturato importante, a parità di periodo rispetto all’anno scorso, stimata intorno ai 19 milioni di euro. Sembrano, però, essere arrivati ordini dalla Svezia, dall’Olanda e dalla Gdo italiana.

Foto di apertura: © Terre Cortesi – Moncaro

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© Riproduzione riservata - 12/09/2024

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