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Vinitaly 2017. La fiera in numeri

14 Aprile 2017 Elena Erlicher
Vinitaly 2017 chiude la 51ª edizione con un bilancio di 128.000 partecipanti in arrivo da 142 Paesi. Tra questi 48.000 sono stati i visitatori stranieri, di cui 30.200 buyer con un aumento del +8% rispetto al 2016. Le aziende espositrici, per amor di completezza numerica, sono state 4.270 da 30 nazioni, il 4% in più del 2016. Infine Vinitaly and the City, l’altra faccia della fiera nel centro storico di Verona e a Bardolino, ha registrato da parte sua oltre 35.000 presenze di wine lovers.

Tutti i numeri di Vinitaly 2017

«I numeri di questa edizione», dice il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani, «testimoniano la crescita del ruolo b2b di Vinitaly a livello internazionale, con buyer sempre più qualificati da tutto il mondo. Basta guardare alla top ten delle presenze degli operatori stranieri che mostrano incrementi da quasi tutte le nazioni: Stati Uniti (+6%), Germania (+3%), Regno Unito (+4%), Cina (+12%), Francia e Canada (stabili), Russia (+42%), Giappone (+2%), Paesi del Nord Europa (+2%), Olanda e Belgio (+6%). A questa lista si aggiunge la buona performance del Brasile (+29%), senza dimenticare il debutto assoluto a Vinitaly di Panama e Senegal. Per quanto riguarda invece l’Italia, assistiamo a un consolidamento degli arrivi da tutte le regioni del Paese».

Income (e welcome) Asia

Veronafiere anche quest’anno ha investito risorse importanti per l’aumento dell’incoming dall’estero, concentrandosi soprattutto sui mercati che considera strategici per l’Italia, come gli Stati Uniti (anche quest’anno la nostra prima piazza) e la Cina, che pur vedendo il Belpaese solo in sesta posizione tra i Paesi esportatori, è considerata proprio per questo interessante per le sue potenzialità di sviluppo. Alcuni produttori hanno constatato un aumento delle presenze dall’Asia e da Paesi che fino ad ora non avevano mai incontrato nei giorni della fiera, come Vietnam, Malesia, Taiwan e Maldive. Altri, pur avendo giornate scandite prevalentemente da appuntamenti già concordati, sono riusciti ad avere nuove occasioni d’incontro b2b e in qualche caso anche a concludere accordi direttamente in fiera. Sempre interessante e foriera di nuovi sviluppi commerciali è stata giudicata l’area Vip Lounge, dove espositori e buyer possono incontrarsi in un ambiente dedicato, lontano dai ritmi frenetici dei padiglioni regionali.

Occhio al traffico

Certo si sono registrati sempre i soliti problemi di logistica, più che altro esterna, dovuta alle migliaia di persone che affluiscono ogni mattina verso i padiglioni fieristici. Un importatore dell’Est Europa, per esempio, che già si trovava a Trento per lavoro, a causa del traffico congestionato ci ha impiegato più di 4 ore solo per raggiungere l’ingresso della fiera.

In fiera 1919 e gli altri colossi cinesi

A Oriente si è guardato anche con la partecipazione di 1919, colosso cinese della distribuzione online e offline di wine and spirits. Il fondatore Robert Yang ha stretto un accordo con Via-Vinitaly International Academy e ha promesso di aumentare entro il 2020 le vendite italiane in Cina, arrivando a oltre 2 milioni di bottiglie per almeno 68 milioni di euro di fatturato. Ma non finisce qui, tra le presenze del Sol Levante anche Alibaba, Cofco, Winehoo e Suning. Nei quattro giorni della fiera l’offerta è stata ampia, oltre agli incontri b2b, si sono tenuti quasi 400 convegni, seminari, incontri di formazione sul mondo del vino e 250 degustazioni.

Appuntamento al 2018

Ma Veronafiere sta già guardando avanti al futuro e ha cominciato a lavorare alla prossima edizione, la numero 52. Vinitaly 2018 si svolgerà dal 15 al 18 aprile.   Foto: Ennevi

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