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La Doc Friuli è quasi realtà

23 Marzo 2016 Civiltà del bere
«Un risultato storico. Finalmente». Le battute a caldo di Cristiano Shaurli, assessore regionale alle risorse agricole, al termine della pubblica audizione che ha portato in dirittura d'arrivo la Doc regionale "Friuli" o "Friuli Venezia Giulia", potrebbero sembrare scontate. Ma non lo sono, se solo si considera che di Doc Friuli se ne parla sin dagli anni Settanta... più o meno da quando l'assessore Shaurli (classe 1972) andava all'asilo. Oggi a Udine, nell'auditorium del Palazzo della Regione, si è presentato pubblicamente il disciplinare. Fuor di battuta, legittima comunque la sua soddisfazione: «La filiera vitivinicola regionale ha dimostrato che questo territorio può contare di più, operando in maniera lungimirante».

Friuli Doc: la scelta del nome

È toccato a Francesco Miniussi, direttore delle risorse agricole del Friuli Venezia Giulia, il compito di dare lettura integrale del disciplinare (leggi), dando spazio, dopo ciascun articolo, alle osservazioni del pubblico. Il Disciplinare prevede l'utilizzo, a scelta del singolo produttore, della denominazione "Friuli" o "Friuli Venezia Giulia", che per i produttori di lingua slovena potranno diventare "Furlanija" o "Furlanija Julijska Krajina". La nuova Doc "a ombrello" copre il territorio di tutti i comuni ricompresi nei disciplinari delle Doc territoriali esistenti. La novità più importante (e attesa) è l'introduzione della Ribolla Gialla spumante, anche nella versione metodo classico. Sarà possibile produrla in tutto il territorio, mentre la tradizionale versione ferma rimane (almeno per ora) appannaggio delle Doc di collina - Colli orientali e Collio.

Le critiche tecniche e territoriali

La dottoressa Palma Esposito del MIPAAF, referente per il territorio del Comitato Nazionale Vini, ha definito l'audizione "serena", malgrado alcune schermaglie dialettiche che hanno riguardato gli aspetti territoriali (con le critiche dei produttori carsolini, contrari comunque alla Doc) e alcuni aspetti tecnici (il nuovo disciplinare prevede l'utilizzo di contenitori alternativi al vetro, che i più tradizionalisti non vedono di buon occhio). Alle richieste di modifiche ha ribattuto pacatamente Pietro Biscontin, presidente del Consorzio delle Doc del Friuli Venezia Giulia (giuridicamente il soggetto proponente), sottolineando le innumerevoli riunioni e la paziente opera di mediazione che ha richiesto la stesura del disciplinare.

Verso l'approvazione definitiva

Prossima tappa, la valutazione del disciplinare e degli esiti dell'audizione nella seduta plenaria del Comitato nazionale vini, già fissata per il prossimo 7 aprile. Da quella data, scatteranno i 60 giorni utili per chi vorrà presentare osservazioni scritte “motivate e documentate”; trascorso tale termine, ci sarà l'approvazione definitiva, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e la trasmissione della richiesta a Bruxelles. Nel frattempo però (e quindi già dalla vendemmia 2016) su richiesta dei proponenti potrà essere autorizzata l'etichettatura transitoria. E la Doc Friuli - o Friuli Venezia Giulia, in versione italiana o slovena - sarà, finalmente, una realtà.

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