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Spazio al Pinot bianco in Alto Adige!

2 Settembre 2014 Elena Erlicher
Investire sulla qualità del prodotto con progetti mirati, sia in vigneto sia in cantina, e portare il nome del Pinot bianco nel mondo: sono questi i progetti a breve termine di alcune aziende dell’AltoAdige, che vogliono fare di questa varietà il cavallo di battaglia dell’intera area, a fianco ai già rinomati Gewurztraminer e Sauvignon. Questo è ciò che è emerso durante il primo Spatium Pinot blanc, una due giorni di convegni, degustazioni e visite ai vigneti, che si è svolta venerdì e sabato scorsi a San Michele Appiano (Bolzano). LE ORIGINI IN BORGOGNA E LA RICERCA - Durante il convegno di esperti, che ha riunito, venerdì 29 agosto, nella sala culturale di San Michele, 250 persone tra produttori, giornalisti e appassionati, si è parlato delle origini della varietà, «che si collocherebbero con probabilità in Borgogna», come ha affermato Erika Maul dell’Istituto per la viticoltura di Geilweilerhof (Germania), «e che sono da ascrivere a una mutazione genetica diretta dal Pinot nero (e non dal Pinot grigio, come si riteneva in passato)». È stato anche presentato il Progetto di ricerca sul Pinot bianco del Centro Laimburg di Ora (Bolzano), che durerà 4-5 anni e che «si trova ancora in una fase preliminare», ha detto il ricercatore Florian Haas, «durante la quale abbiamo identificato gli impianti sperimentali più significativi nelle zone di Termeno, San Michele Appiano, Terlano e Cornaiano)». IL TASTING E LA MASTER CLASS - Nel pomeriggio, dopo la visita ai vigneti di Appiano Monte, zona particolarmente vocata al Pinot bianco, la Cantina di San Michele Appiano ha ospitato un walking-around tasting di 120 etichette provenienti da Italia, Austria, Germania, Francia, Lussemburgo e Svizzera, e una masterclass, dove i partecipanti hanno potuto assaggiare alla cieca 3 batterie (o fligth) di 4 Pinot bianchi l’una, con annate che arrivavano fino al 2002, a dimostrazione delle potenzialità da invecchiamento che possiedono questi vini. Il prossimo appuntamento con la manifestazione, in base alle intenzioni degli organizzatori, sarà tra due anni. IL VITIGNO IN NUMERI - Oggi il Pinot bianco è allevato in 16.000 ettari in tutto il mondo. L’Italia è al secondo posto per superficie con 3.300 ettari, dopo la Germania (prima con ben 4.700) e prima dell’Austria (terza con 1.400). Dei 3.300 ettari, 500 circa sono coltivati in Alto Adige nelle zone di Appiano, Caldaro, Terlano, Salorno, Termeno, Cortaccia, ecc. (nell’ordine di diffusione). Le altre aree del Paese dove si alleva prevalentemente il vitigno sono: Trentino, Friuli e Veneto. «Gli impianti altoatesini sono prevalentemente a Guyot e variano tra i 250 e i 750 metri d’altezza», ha dichiarato Hans Terzer, direttore della Cantina San Michele Appiano. «Il Pinot bianco, infatti, predilige le quote più alte, dove è minore il rischio del marciume al quale la varietà è soggetta. Le rese si aggirano sui 60-120 quintali per ettaro e le uve danno vita a circa un centinaio di etichette in tutto l’Alto Adige».  

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