Frutto di un lavoro di zonazione, la nuova mappa della vallata che si estende nell’Est Veronese permette di capire in modo immediato dislocazione, altitudine ed esposizione dei vigneti. L’associazione che l’ha voluta riunisce 12 piccoli produttori a conduzione familiare. Gli obiettivi sono la caratterizzazione territoriale e il miglioramento qualitativo dei loro vini
Valle di Mezzane individua un luogo – una vallata che si estende nell’Est Veronese tra le denominazioni dei vini Valpolicella e Soave – ma anche un’associazione, Vignaioli Valle di Mezzane, che riunisce 12 produttori con l’obiettivo di fare rete a partire dalle caratteristiche identitarie del territorio, condividendo esperienze e conoscenze. Martedì 11 novembre i produttori si sono dati appuntamento a Milano all’Enoluogo di Civiltà del bere per l’evento “La Val di Mezzane da bere”. Per l’occasione, oltre alla degustazione dei loro Valpolicella Superiore e Amarone (qui la lista), è stata presentata la Carta dei suoli in 3D, nata dal lavoro di zonazione del pedologo Giuseppe Benciolini, esperto di aree vinicole come Valpolicella, Soave, Prosecco e Cartizze, Lambrusco Reggiano. Lo studio, ben riassunto dal nuovo claim dell’associazione “Nero su bianco”, analizza le due componenti peculiari dei terreni della Valle di Mezzane: vulcanica (nera) e calcarea (bianca).
L’associazione e gli obiettivi
La nuova Carta dei suoli si inserisce in un più ampio progetto dell’associazione (nata nel 2023) che mira, oltre alla caratterizzazione dei terreni e delle sue espressioni enologiche, a sostenere e sollecitare il Consorzio di Tutela Vini Valpolicella nella definizione di una sottozona per la Valle di Mezzane. Le 12 aziende dell’associazione sono Benini Alessandro, Carlo Alberto Negri, Falezze di Luca Anselmi, Grotta del Ninfeo, Il Monte Caro, Ilatium Morini, I Tamasotti, Le Cesete di Giovanni Ruffo, Le Guaite di Noemi, Massimago, Roccolo Grassi e Talestri (la tredicesima, Corte Sant’Alda, è uscita a febbraio). Insieme possiedono circa 80 ettari vitati in Valle di Mezzane (la metà di loro ha vigneti anche nella zona di Soave), producono e vinificano le proprie uve, chiudendo la filiera dalla vigna alla bottiglia (200.000 l’anno) e sono tutte a conduzione familiare di prima o seconda generazione.


La composizione dei suoli
Nel suo complesso la vallata rappresenta le caratteristiche del più ampio areale dei bassi Lessini, ma è anche portatrice di una propria specificità. «La Valle di Mezzane, che ha un andamento nord-sud, fa da cerniera tra la Valpolicella e l’area del Soave», spiega il pedologo Benciolini. «Qui si trovano suoli moderatamente profondi ed estremamente o molto calcarei in corrispondenza delle formazioni geologiche calcaree dominanti, suoli argillosi e non calcarei dove affiorano i basalti vulcanici, terreni molto profondi a granulometria variabile in pianura». Gli affioramenti basaltici possono essere più estesi come sul Colle San Briccio o molto piccoli, come quelli che coprono 7-8 filari dei vigneti de Le Guaite di Noemi, e sono assai numerosi. La tridimensionalità della Carta evidenzia alture e dettagli paesaggistici con maggiore realismo rispetto alle mappe tradizionali, offrendo una comprensione più profonda e facile per capire in modo immediato la dislocazione dei vigneti quanto ad altitudine ed esposizione (prevalente a est).
La “piccantezza” nei vini della Valle di Mezzane
L’obiettivo di questa esperienza di zonazione, oltre alla conoscenza delle peculiarità del territorio, è quello di migliorare la gestione del vigneto, orientandola sempre più all’alta qualità delle uve e di conseguenza dei vini. Al termine dello studio, infatti, si è tenuto un panel di degustazione di campioni degli associati nel quale la “piccantezza” è risultato il marcatore predominante dei vini della Valle di Mezzane. «Ci piacerebbe in futuro poter dare basi scientifiche a quanto osservato», conclude Luca Fraccaroli di Grotta del Ninfetto, «e per far questo abbiamo preso contatti con l’Università di Verona. Intanto continuiamo a portare avanti il nostro progetto identitario organizzando incontri di formazione interna, in un continuo confronto che ci permette di crescere come realtà associativa e anche come persone».