In Italia

In Italia

Erbamat e Franciacorta: a che punto siamo?

29 Settembre 2025 Elena Erlicher Lombardia
Erbamat e Franciacorta: a che punto siamo?
Il vigneto Castello di Borgonato (Brescia) dove sono impiantati 2 dei 3 ettari ad Erbamat che possiede Guido Berlucchi

Compie 15 anni la sperimentazione con questa antica varietà locale, che già oggi può dare il suo contributo (max del 10%) al Metodo Classico Docg. L’obiettivo è fornire una risposta al cambiamento climatico e rafforzare l’identità di territorio. Abbiamo assaggiato i risultati fin qui ottenuti dalla storica Cantina Guido Berlucchi

Dal 2017 l’Erbamat, antica varietà autoctona di Franciacorta, è ammessa al massimo al 10% nel disciplinare della Docg come quarta uva, oltre a Chardonnay, Pinot nero e Pinot bianco (Satèn escluso). E dal 2011 il Consorzio di tutela, con alcune altre aziende del territorio, ha avviato un percorso di ricerca proprio sull’Erbamat per dare una risposta concreta alle sfide del cambiamento climatico e per rafforzare l’identità territoriale, recuperando un patrimonio varietale locale. Il 16 settembre siamo stati invitati da Guido Berlucchi, tra le realtà che seguono il progetto, per vedere il lavoro in vigna e in cantina fin qui svolto da loro e testare nel calice i risultati raggiunti.

Erbamat, una varietà più utile che “buona”

Resistente alle alte temperature, tardiva nella maturazione e naturalmente ricca di acidità, Erbamat è una varietà che potrebbe rivelarsi molto utile per una zona, come la Franciacorta, dove la produzione spumantistica deve confrontarsi tutti gli anni con stagioni sempre più calde, siccitose e dall’andamento altalenante. Ma quest’uva ha anche un’altra caratteristica: è povera di polifenoli. Significa che fa invecchiare più lentamente il vino; quindi più la sua percentuale nelle cuvée si alza, più il Metodo Classico che si ottiene ha bisogno di tempo per essere equilibrato. «L’obiettivo in questa fase della nostra sperimentazione», conferma Arturo Ziliani, Ceo di Guido Berlucchi, «è capire se l’Erbamat può essere utile, piuttosto che se è “buono”». Qualche altro produttore ci ha creduto e già lo utilizza nei suoi Franciacorta (per esempio, Barone Pizzini, Castello Bonomi e Lantieri). Qui si procede con cautela, ma si testano le sue potenzialità vinificandolo in purezza: Erbamat 100%.

Il lavoro comincia in vigneto

Facciamo un passo indietro e partiamo dal vigneto. Guido Berlucchi oggi possiede 3 degli 11 ettari complessivi coltivati a Erbamat in Franciacorta (il 27% del totale). Stiamo parlando quindi di una piccolissima nicchia, se si pensa che circa 3.400 sono gli ettari a vigneto della denominazione. Ma una nicchia dell’ambito della quale la Cantina di Borgonato (Brescia) vuole far sentire la sua voce. «Il nostro impegno sull’Erbamat», commenta Ziliani, «non è solo una sperimentazione enologica, ma un contributo concreto alla crescita collettiva della denominazione. Siamo convinti che investire in questa varietà significhi investire nel futuro del Franciacorta».

Guido Berlucchi Erbamat
Arturo Ziliani, Ceo di Guido Berlucchi, con il figlio Francesco, tra l’enologo Ferdinando Dell’Aquila, a sinistra, e l’agronomo Diego Cortinvis

La sperimentazione in campo

Al 2015 risale il primo “campo madre” per l’individuazione dei cloni più promettenti, realizzato con sovrainnesti da gemme recuperate da vigneti locali in collaborazione con il Consorzio. Nel 2016 Berlucchi reimpianta completamente il vigneto Castello (2 ettari a Borgonato), che prima era a Chardonnay, con sovrainnesto diretto su piede americano (Kober 5BB), tramite selezione massale. «I suoli qui sono costituiti da roccia di deposito tellurico, particolarmente poveri e adatti a una varietà vigorosa come l’Erbamat», spiega l’agronomo Diego Cortinvis. Questa scelta ha permesso di concentrare la ricerca sulle caratteristiche più favorevoli del vitigno, come la resa più elevata delle gemme distali rispetto a quelle prossimali. Un’osservazione che ha portato a un aggiornamento del disciplinare Franciacorta, con una densità di impianto ridotta a 4.000 piante per ettaro, contro le 4.500 delle altre varietà. L’ettaro del vigneto Eroi viene impiantato nel 2020-21 a Passirano con materiale clonale selezionato nella prima fase del progetto. «E a breve impianteremo un altro ettaro-ettaro e mezzo su un terreno povero ricco di sassi», conclude Cortinvis.

Le vinificazioni in cantina

Insieme al lavoro in vigna, nel 2012 Berlucchi avvia microvinificazioni sperimentali, osservando l’evoluzione dell’Erbamat 100%, prima come vino base e poi come vino riserva. A partire dal 2017, le basi vendemmiali d’annata vengono unite a piccole percentuali di Cuvée Perpétuelle, nata da vini Riserva dal 2012 e che, di anno in anno, aumentano in quota crescente (ora, con la 2024, siamo arrivati a una cuvée composta da 13 annate). Noi abbiamo assaggiato quattro assemblaggi con tiraggio 2018, 2019, 2020 e 2021 (di cui solo la prima “dosata” Extra Brut, mentre le altre erano Erbamat “nudo”), più un vino base del 2025 e la Cuvée Perpétuelle. «L’esperienza delle microvinificazioni ci ha insegnato la necessità di assemblare vini base con vini riserva per ottenere spumanti meno verticali, più equilibrati, smussando l’acidità tagliente e sferzante dell’Erbamat», dice l’enologo Ferdinando Dell’Aquila.

Lo stato dell’arte della sperimentazione

Ogni anno la percentuale di Cuvée Perpétuelle viene aumentata e dal 15% del campione “tiraggio 2018” si arriva a un “tiraggio 2021” al 30%. Ma già dal “tiraggio 2020” si comincia a percepire il maggior apporto di Cuvée Perpétuelle, con una maggior rotondità e concentrazione, pur mantenendo un’alta tensione acida. Dal 2024 si apre una nuova fase sperimentale: la composizione diventa 1/3 vino base vendemmiale, che apporta immediatezza e fragranza, 1/3 Cuvée Perpétuelle, che aggiunge profondità e continuità stilistica, e 1/3 assemblaggio dell’anno precedente non ancora spumantizzato, capace di dare struttura e complessità. Questo equilibrio a tre dimensioni rappresenta l’approccio attuale di Berlucchi per proseguire la sperimentazione, tenendo conto anche di un possibile futuro utilizzo nei Franciacorta, per assicurare longevità e freschezza.

In Italia

WOW! The Italian Wine Competition 2025: tutti i vincitori

Le 239 medaglie d’oro, le 324 d’argento e le 128 di bronzo, […]

Leggi tutto

Terre di Pisa, la visione di tre protagonisti impegnati nella crescita della Denominazione

Questa giovane Doc toscana può contare su un piccolo gruppo di produttori […]

Leggi tutto

Sull’Etna bianchi sempre migliori. Qualche incertezza sui rossi

Il distretto siciliano ha dovuto fare i conti con una pessima vendemmia […]

Leggi tutto

Consorzio Chianti Rufina: il punto sul progetto Terraelectae

Sono 13 le Cantine rufinesi che hanno aderito al marchio collettivo su […]

Leggi tutto

Terre di Pisa, la più giovane Doc toscana ha tanta voglia di crescere

Gli ettari rivendicati sono 350 (su 4.000 vitati potenziali) e le bottiglie […]

Leggi tutto

Nino Franco all’Enoluogo: una storia ultracentenaria che guarda al futuro

Fondata nel 1919, quest’azienda familiare ha contribuito in maniera determinante all’affermazione del […]

Leggi tutto

WOW! The Italian Wine Competition 2025: i 9 Best in Class

Ecco i vini più meritevoli per tipologia, che hanno conquistato la giuria […]

Leggi tutto

Cantina Terlano: l’evoluzione dei grandi bianchi attraverso le annate

Una verticale che abbraccia oltre trent’anni e le etichette di punta aziendali, […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati