In Italia In Italia Emanuele Pellucci

Firenze festeggia 300 anni di Chianti

Firenze festeggia 300 anni di Chianti

Il 24 settembre 2016 segna una data storica per il vino toscano. Per la prima volta è stata celebrata ufficialmente la nascita delle prime denominazioni di origine italiane, quelle del Chianti, Pomino, Carmignano e Valdarno di Sopra. Seconde nel mondo dopo la regione ungherese del Tokaj-Hegyalia (i cui vigneti furono classificati per la prima volta dal principe Rákóczi nel 1700), ma antecedenti a quella del Porto (1756). Esattamente 300 anni dopo, il mondo produttivo di queste aree non si è fatto sfuggire l’occasione. A cominciare dal Consorzio del Chianti Classico, che se n’è fatto promotore con i Consorzi di tutela delle altre tre denominazioni organizzando una “due giorni” di celebrazioni a Firenze.

Fu il Granduca Cosimo III de’ Medici ad emettere due bandi nel 1716 rivolti a regolamentare, da un lato, il commercio del vino delle zone di produzione di Chianti, Pomino, Carmignano e Valdarno di Sopra all’esportazione via nave (18 luglio), e dall’altro la delimitazione territoriale di queste stesse zone (24 settembre). Proprio quest’ultima data è stata scelta, nel 2016, per celebrare ufficialmente le denominazioni del Chianti.

La corona deposta sulla tomba di Cosimo III de Medici, in San Lorenzo

La corona deposta sulla tomba di Cosimo III de’ Medici, in San Lorenzo a Firenze

Quattro Consorzi a confronto

Sfondo dell’ufficialità era la splendida cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, dove il professor Zeffiro Ciuffoletti dell’Accademia dei Georgofili ha fatto un breve excursus storico su “Terre, Uve e Vini di Toscana”, seguito da un talk show, condotto dal giornalista Nicola Porro, con l’intervento dei presidenti dei quattro Consorzi: Sergio Zingarelli (Chianti Classico), Federico Giuntini Antinori (Pomino-Rufina), Fabrizio Pratesi (Carmignano) e Luca Sanjust (Valdarno di Sopra). Con loro anche esperti come la canadese Barbara Philip MW del Monopolio della British Columbia, Jeff Porter, direttore Gruppo Bastianich Usa, Manfredi Minutelli di Alibaba Italia e Lorenzo Bini Smaghi, presidente Chianti Banca

Il bando granducale anti-contraffazione

L’origine dei bandi granducali nasce dal fatto che già a quel tempo la Toscana vantava zone con uno stile di vino ben definito, grazie a caratteristiche diverse del terroir, e di ottima qualità molto apprezzati anche all’estero, il che poteva dare adito a frodi o all’usurpazione dei nomi di provenienza. Il bando del 18 luglio 1716 sul commercio del vino stabiliva perciò l’istituzione di una nuova “Congregazione quale invigili, che i Vini, che sono Commessi per Navigare, siano muniti alla Spedizione con la maggior sicurezza per le qualità loro, e tutto per ovviare alle Fraudi, che ne potrebbe nascere”. Per i trasgressori le conseguenze erano la perdita della merce e pene varie.

Solo le migliori zone della Toscana

Il successivo bando del 24 settembre marcava ancora di più la volontà di Cosimo III de’ Medici di tutelare ulteriormente le produzioni vinicole delle migliori zone della Toscana, fissando i confini delle aree del Chianti, Pomino, Carmignano e Valdarno di Sopra. “E tutti quei Vini, che non saranno prodotti, e fatti nelle Regioni come sopra Confinato” conclude il documento “non si possano, né devano sotto qualsiasi pretesto, o quesito colore Contrattare per Navigare, per vino del Chianti, Pomino, Carmignano, e Vald’Arno di Sopra, sotto le Pene contenute nell’enunciato Bando”.

Il pubblico alla cerimonia ufficiale dei 300 anni di Chianti

Il pubblico alla cerimonia ufficiale dei 300 anni di Chianti

Il Chianti si candida Patrimonio Unesco

Il trecentesimo anniversario del territorio è stata anche l’occasione per annunciare l’avvio della candidatura del Chianti, inteso come regione, a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco su iniziativa della Fondazione per la tutela del territorio del Chianti. «Siamo convinti che il riconoscimento, il cui iter non sarà comunque breve», ha spiegato il direttore del Chianti Classico Giuseppe Liberatore, «porterà un’ulteriore notorietà internazionale al nostro territorio e di conseguenza alla sua economia». La firma da parte del presidente del Consorzio, Sergio Zingarelli, e dei sindaci dei Comuni interessati è avvenuta nel pomeriggio di sabato al Teatro dell’Opera, con la benedizione del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

Renzi: 7,5 miliardi in export entro il 2020

Anche il premier non ha voluto mancare a un appuntamento così importante per l’economia vitivinicola toscana, e non solo. «L’Italia esporta al momento vino per 5,5 miliardi di euro», ha detto Renzi. «Il nostro obiettivo è di arrivare a 7,5 miliardi entro il 2020. Purtroppo non abbiamo finora saputo fare squadra come i francesi, ma sono sempre più convinto che andare verso la qualità significa andare verso l’Italia. Ecco perché il Chianti Classico deve essere capace di essere protagonista, perché qui c’è un pezzo dell’economia del nostro Paese».

L'intervento di Matteo Renzi

L’intervento di Matteo Renzi

Chianti Classico e Champagne alleati contro le frodi

E proprio la Francia si è ritagliata una fetta all’interno delle celebrazioni, perché Chianti Classico e Champagne hanno annunciato una prossima alleanza a tutela dei rispettivi marchi contro le frodi. Un accordo che trae spunto dal gemellaggio tra le città di Firenze e Reims voluto dal sindaco Giorgio La Pira nel 1954, che l’attuale sindaco Dario Nardella ha voluto rinnovare sul fronte vitivinicolo. A metà dicembre verrà perciò presentato un protocollo d’intesa con una serie di obiettivi comuni. In rappresentanza del marchio francese era presente in palazzo Vecchio il direttore generale del Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne, Vincent Perrin.

La degustazione in San Lorenzo

La due giorni nel capoluogo toscano si è conclusa con un concerto di musiche d’ispirazione vinicola tenuto dal coro del Maggio Musicale Fiorentino, una cena di gala per oltre 600 invitati e una degustazione aperta al pubblico nella basilica di San Lorenzo, con una selezione di vini delle quattro denominazioni. In quest’ultima occasione, i Consorzi hanno deposto un cuscino di fiori sulla tomba del granduca Cosimo III de’ Medici, nella cripta della basilica stessa. I festeggiamenti, comunque, continueranno autonomamente fino al 2017 nelle aree di produzione interessate.

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© Riproduzione riservata - 26/09/2016

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