In Italia In Italia Anita Franzon

Weekend tra i Colli Euganei al fior d’arancio

Weekend tra i Colli Euganei al fior d’arancio

Coni di origine vulcanica dall’aspetto curioso: sono i Colli Euganei, un centinaio di rilievi che si ergono solitari fino a oltre 600 metri di altitudine interrompendo la pianura padana. Queste colline si formarono tra i 34 e i 33 milioni di anni fa, generate da eruzioni che le fecero emergere dal fondo del mare che occupava tutta l’area padana, ma ciascuna è il risultato di uno specifico spostamento della crosta terrestre. Di conseguenza, ogni colle ha una forma unica e una diversa composizione di suolo e minerali.

Non solo vino

Punto di confine tra flora mediterranea e alpina, che qui convivono, anche il clima varia a seconda del versante e dell’altitudine. Ville, chiese e palazzi di antiche e nobili origini completano l’arredamento di un paesaggio ancora molto intatto. Nelle giornate senza foschia, dalle cime dei Colli si scorge il luccichìo della laguna veneziana, si intravedono i campanili più alti e piazza San Marco, tanto da pensare di poterci arrivare con un immaginifico balzo.

Acqua e vino dai Colli

Il mare vicino e le acque termali che sgorgano calde e numerose sotto eleganti hotel d’antan, i canali ancora navigabili che attraversano paesi, antiche e maestose ville o tenute di campagna, sono caratteristiche che basterebbero da sole a rendere speciali i Colli Euganei. Qui, però, anche il vino ha segnato la storia. Nella seconda metà dell’Ottocento i Colli vennero ritenuti adatti per la sperimentazione di varietà provenienti dall’estero con l’intenzione di trovare vitigni più resistenti alle malattie. Ancora oggi il Colli Euganei Rosso è il risultato di varietà francesi come Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc e Carménère.

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Fior d’Arancio

Il Fior d’Arancio vulcanico

Versione locale del Moscato giallo è invece il Fior d’Arancio. Giunto nel Medioevo dall’oriente grazie ai mercanti veneziani, questo vitigno è qui ancora chiamato Sirio per ricordarne la provenienza dal bacino orientale del Mediterraneo. Prodotto nelle versioni spumante, fermo e passito, il Fior d’Arancio emana profumi inconfondibili di agrumi e zagara. Il filo conduttore che caratterizza tutti i vini euganei è, però, il terreno vulcanico. Trachite è il nome della roccia formata del lento raffreddamento del magma e che qui costituisce la maggior parte dei suoli. Questa pietra conferisce ai vini caratteristiche di forte mineralità, profumi intensi e complessi, note odorose e sapori che si possono riscontrare in poche altre parti d’Italia e del mondo.

Il nuovo corso dei Colli Euganei insieme a Ca’ Lustra

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Famiglia Ca’ Lustra

Negli anni Sessanta Ca’ Lustra, adesso condotta da Franco e Marco Zanovello, cominciò a proporre vini di alta qualità che potessero valorizzare questo territorio. Oggi l’azienda è uno dei portabandiera dei Colli Euganei e nelle selezioni Zanovello si possono ritrovare i segni del passato riportati in etichetta sotto forma dell’antica scrittura dei popoli Veneti. Sassonero, Merlot 100%, prende il nome dalla vigna di trachite scura ed è il caposaldo dell’azienda. Dal 2013 la famiglia ha aperto al pubblico l’Anfiteatro del Venda, un teatro naturale dove si svolgono pic-nic, eventi e spettacoli sopra i vigneti e sotto i boschi del monte Venda, il colle più alto.

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Elisa Dilavanzo

Maeli, una nuova realtà

Maeli, ovvero l’unione di Marna e Limo, è un’azienda nata recentemente grazie alla passione di una giovane donna del vino: Elisa Dilavanzo. Folgorata dalle potenzialità del Moscato giallo, Elisa decise nel 2008 di abbandonare la carriera televisiva e di attrice per approfondire gli studi sul vino, ricerche che l’hanno portata a realizzare una moderna cantina dotata di tutto il necessario per la produzione di grandi vini. Maeli produce un Fior d’Arancio perfetto dall’aperitivo al dessert, mentre Dilà è un interessante spumante metodo classico Brut Nature. La cascina di fianco alla cantina è stata ristrutturata e adibita all’accoglienza di clienti e appassionati.

I vigneti sulla sommità del Monte Versa

All’azienda Monteversa l’intento è quello di produrre vini fedeli al territorio da cui provengono cercando di rendere “il suolo liquido” grazie a un approccio artigianale, olistico e biologico. In cantina il lavoro è minuzioso e poco invasivo, al fine di preservare al meglio le potenzialità espressive dell’uva di partenza. Il Primaversa è Moscato giallo 100% e, come dicono i veneti: «Sa da uva», ovvero si sente da cosa e da dove proviene. È un vino rifermentato in bottiglia dal carattere deciso.

La sostenibilità di Quota 101

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Tra i vigneti della Cantina Quota 101

101 sono i metri sul livello del mare, altitudine a cui si trova la Tenuta di Quota 101, a pochi chilometri da Padova, ma immersa nel verde dei Colli Euganei. Ogni scelta presa in azienda tiene conto della sostenibilità e della tutela dell’ambiente, un’attenzione che ha fatto ottenere alla giovane cantina la certificazione Biodiversity Friend. Recentemente abbiamo intervistato Roberta e Silvia Gardina, le giovani sorelle che gestiscono Quota 101 e che ci hanno raccontato la storia dei vini qui prodotti. Il Gelso di Lapo, per esempio, è il Fior d’Arancio passito, che conquista per i profumi di frutta candita, fichi, uva passa e miele; vellutato e dalla grande persistenza, il nome ricorda il grande gelso tra i vigneti dove ama oziare il cane Lapo. Oltre al vino, interessante è anche la produzione di olio d’oliva.

La grazia e l’eleganza di Vignalta

Dagli anni Ottanta, i vini della cantina Vignalta sono tra le migliori espressioni dei Colli Euganei. I vigneti sono per la maggior parte su pendii rivolti a sud, mentre la cantina è scavata nella roccia. L’azienda ha il suo cru sul monte Gemola e, non a caso, l’etichetta Gemola, Merlot 70%, Cabernet Franc 30%, prodotta solo nelle annate migliori, è un blend figlio di un terreno vulcanico che conferisce al vino potenza, struttura, ma allo stesso tempo grazia ed eleganza. Anche gli altri vini meritano una degustazione, possibilmente sul luogo.

Oltre alle cantine, castelli e ville da visitare

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Castello del Catajo

Castello del Catajo, a Battaglia Terme, nella punta est dei Colli Euganei, è un maniero cinquecentesco. Al suo interno si trovano 350 stanze e contiene un ciclo di affreschi di Giambattista Zelotti, allievo di Paolo Veronese; è circondato da un grande parco con alberi centenari, antichi roseti e labirinti.

Villa Emo Capodilista, conosciuta anche come Villa Montecchia, azienda agricola e antico padiglione per la caccia dall’originale pianta quadrata. Si trova all’interno di un grande parco e di un vigneto storico.

Villa Beatrice d’Este sorge sul monte Gemola, al centro dei Colli Euganei, sui resti di un antico monastero benedettino. Da qui il panorama è spettacolare. Alcuni locali della villa oggi accolgono il Museo Naturalistico provinciale.

Dove mangiare durante il tuo weekend tra i Colli Euganei

La Montecchia, a Selvazzano Dentro (PD): premiato con la stella Michelin e gestito dalla famiglia Alajmo (Le Calandre), il ristorante propone piatti tradizionali sia del luogo sia della famiglia, come i curiosi e saporiti gnocchi alle rape rosse. L’elegante sala era un tempo un essiccatoio di tabacco e dalla terrazza si può ammirare il campo da golf.

Antica Trattoria Ballotta, a Torreglia (PD): nato nel 1605, è il ristorante più antico dei Colli Euganei, fa parte dei “locali storici d’Italia” ed è oggi gestito dalla famiglia Legnaro che si occupa di conservare la tradizione, dalla territorialità dei prodotti alla stagionalità. 

Dove dormire

Castello di Lispida, wine resort a Monselice (PD)

Abano Ritz, terme & wellness hotel, ad Abano Terme (PD)

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© Riproduzione riservata - 18/09/2016

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